Capitolo XXXI

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Le aveva ordinato di spogliarsi ma le sue mani parvero non voler collaborare in quel momento, poiché tremava tutta e sotto il suo sguardo acceso, le sue dita non riuscivano a stare ferme e a slacciare i laccetti del suo corpetto stretto in vita.

“Muoviti!”

E forse facendolo spazientire dato che le si accostò di nuovo e piuttosto frettolosamente un secondo dopo.

Mentre lei, di conseguenza, fece due passi indietro andandosi a schiacciare con le spalle contro la parete.

Lo amava ma dopo il veleno che le aveva appena finito di sputare addosso, lo temeva anche per il modo con cui riusciva ad essere così terrificante.

E poi era arrabbiato e pure se le aveva detto che non l’avrebbe presa con la forza, niente le assicurava che avrebbe dato fede alle sue parole.

E per cui, tremò, pianse e lo guardò ancora ad occhi spalancati quando le fu davanti.  

“Shhhh…!” Però le fece percorrendole la testa e accarezzandole i capelli.

In un dualismo repentino, mutando improvvisamente la sua espressione e diventando di colpo più gentile, confondendola e intanto che le sue dita affondavano sempre di più nelle sue ciocche, dandole un conforto che non si aspettava.

"Dai che non ti farò nulla che anche tu non abbia desiderato fino ad ora!"

E nel gustarsi la corposità dei suoi capelli che le scendevano lunghi e setosi sulle spalle, regalandole la falsa promessa di un amante che sarebbe stato tenero con lei. 

“Sì cosi… tranquilla. Non c'è niente di cui devi aver paura. Non ti farò del male. Te l'ho già detto. Solo piacere per la mia bambina!”

Falsità come aveva giurato che avrebbe fatto, ma riuscendo comunque a far scemare veramente le sue paure ed anche i suoi singhiozzi a poco a poco.

Niente che avesse veramente un senso logico in quel momento, ma che al contrario, come le era già accaduto pure in passato, la spinse a chiedersi lui chi fosse veramente.

Poiché colui che la voltò di spalle appoggiandola al suo corpo subito dopo, era già un altro e non l’uomo con cui aveva avuto a che fare fino a poco prima: di nuovo seducente e controllato e nel mentre ne scostava i capelli su una spalla per lasciarla nuda, delicato e caldo con i suoi respiri che le soffiarono all’orecchio.

Dei leggeri soffi che l’ammorbirono come voleva, tranquillizzandola, prima di decidere di sostituirvi la sua lingua contro e di iniziare a mordicchiarne il lobo sensualmente.

Quella carne tenera che succhiò per un bel po' di tempo, per poi,  soffermarsi sul nervo teso al lato del suo collo, che prese a stuzzicare tra i suoi denti facendolo vibrare, e al contempo, scatenandole quelle stesse vibrazioni anche in mezzo alle sue cosce.

Tocchi umidi che vorticarono raggiungendo anche l’incavo della sua spalla, dove divennero più intensi ed invadenti lasciandola in balia di una scia ancora più bollente.

Fuoco sulla sua carne che veniva assaggiata e tormentata dai movimenti languidi e sapienti della sua bocca: un fuoco che la assopì poco per volta, sottomettendola alle sue carezze esperte e seppellendo in lei definitivamente ogni sua intenzione di fuggire.

Strusciandole il suo membro tra le natiche: "Lo senti quanto ti voglio" Le disse, giungendo quasi a toccarle le sue parti più intime e nascoste, provando piacere e forse, rendendosi conto di dover temere questa faccia piuttosto che quella che le aveva mostrato prima.

“Ti piace non è vero? Sì così, lasciati andare!”

Poiché questo suo cullarla, abbracciarla, baciarla, ed accarezzarla, minava la sua capacità di raziocinio.

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora