Capitolo VII

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Passò un altro giorno e niente, lei non si fece viva.

Pensò addirittura di essersela soltanto immaginata.

Non gli restava scelta, doveva andare al campo, doveva capire cosa le avesse impedito di incontrarlo.

Ma per alcuni giorni se ne restò solo in silenzio ad osservare, dall'alto di un pendio che declinava nell'ampio spazio assediato dalle tende.

S'era piazzato sopra un albero nascosto e come un ladro, ne aveva spiato ogni movimento.
Ed era una situazione assurda, in cui non si sarebbe mai aspettato di trovare: Lui che fino ad allora non si era mai fatto scrupolo di niente, ora sembrava quasi in balia di quella ragazzina.

Doveva rivederla ancora.

Almeno un altro giorno s'era detto, per avere le idee più chiare e perché forse solo così avrebbe messo fine a quello stordimento.

Ma scorgendola tra la sua gente, lei risaltò come una gemma rara e giorno dopo giorno, era ritornato sempre più convinto.

Ma non sempre gli piacque ciò che vide. Era spesso insieme a un tipo che ricordava bene.

Quello con cui aveva redatto l'accordo delle terre. A lui aveva concesso il permesso di restare ma lo rammentava soprattutto per la sua freddezza.
Quel giovane s'era mostrato rispettoso nei suoi confronti, eppure il suo sguardo sbieco gli aveva lasciato intendere ben altro.
Sì, quel tipo odiava i nobili e tutta la sua razza e quando gli si era proposto offrendogli da bere, aveva mantenuto un atteggiamento rigido e formale.
Il suo titolo non l'aveva per nulla intimidito, non aveva finto un approccio affabile e cordiale. L'aveva fronteggiato dignitoso e poi aveva tolto in fretta il suo disturbo.

Si sforzò di ricordarne il nome e quello di Michel gli balenò all'istante nella mente.
Ma certo! L'aveva udito nominare anche dalla sua stessa voce! E ora si spiegava l'effetto familiare che aveva provato quello stesso giorno.

Dunque era lui il cane da guardia a cui lei si riferiva?

Quel giorno era scappata come una lepre colta in un agguato e proprio con lui sembrava condividesse parte delle sue giornate.

Erano in confidenza, si notava: lui l'accarezzava con affetto e lei pendeva dalle sue labbra stretta in chissà quale legame.

Cosa c'era tra di loro? Che fosse lui il motivo per cui non si era fatta più vedere?

Sentì una gelosia rovente crescere e farsi improvvisamente strada.

Ancora sopra al ramo, dovette nuovamente sopportare quell'idillio e reprimere il desiderio intenso di spaccargli il muso: "Ok!" Saltò giù dall'albero irritato.

Ne aveva ormai abbastanza di aspettare. Era finito il tempo di starsene a guardare ed era giunto per lui il momento di uscire fuori dal covo. Marie aveva ragione, era il padrone, e avrebbe fatto presto la sua entrata in scena.

 Marie aveva ragione, era il padrone, e avrebbe fatto presto la sua entrata in scena

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ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora