Era rimasta imbambolata e incapace di reagire.
Aveva creduto che tutto fosse perduto ma poi, di colpo, si era ritrovata ad incrociarne il viso e ad ascoltare nuovamente la sua voce.
E avvertendone quasi il respiro sulla pelle come un tiepido tepore che era ritornato a riscaldarla.
Il cuore le era saltato giusto in petto per l'emozione, sebbene il tono della voce fosse rimasto cupo e l'espressione del suo volto tutt'altro che gioviale.
Era arrabbiato.
Le ciglia gli si erano aggrottate fino a unirsi al centro della fronte e gli occhi la scandagliavano severi mentre la fissava.
“Dimostrarglielo?” Le aveva detto.
Ma sì, ora era disposta a tutto pur di poter stare con lui.
“Farò qualsiasi cosa tu mi chieda!” Infatti gli rispose.“Davvero?”
“Sì davvero!” Gli promise, ma non mancando di cogliere il ghiaccio nella sua voce.
“Allora ti metterò alla prova Donna! Non mi fido più di te!” Gli confermò senza tanti giri di parole: “E sarò sincero. Non aspettarti più l’uomo che hai conosciuto fino ad ora!” Le disse asciutto: “Perchè d’ora in avanti si farà solo e soltanto a modo mio. Le cose andranno piuttosto diversamente e ti assicuro che io mi impegnerò con tutte le mie forze per non renderti la vita facile. La mia fiducia te la dovrai sudare questa volta!”
Ebbe un sussulto.
Le fece male udirlo così freddo.
Le stava concedendo ancora un'occasione ma fu come se già stesse avendo a che fare con un altro in quel momento.
“Ma sei ancora in tempo per tirarti indietro!” Le propose.
“No!” Scrollò la testa: “Devi credermi. Sono sincera. Io ti amo e sono pronta a dimostrartelo!”
Arricciò un sorriso sghembo che gli smorzò la faccia: furbo, pericoloso e come se già stesse valutando di passare ai fatti.
“Vediamo allora!” Le disse infatti alzandosi di colpo dalla sedia.Cogliendola impreparata, sicuramente e forse anche un po’ sorpresa di sentirsi subito messa sotto esame.
La guardò e mise dunque mano ai suoi calzoni.
Le sue dita armeggiarono per slacciarlo e sfilarselo di dosso, intanto che il suo sguardo la marcava stretta, soppesandone la reazione e forse, per vedere se effettivamente fosse scappata o meno.
Ovviamente sobbalzò subito colta dal pudore.
Lui si stava calando giù del tutto le sue braghe e lei si vergognò abbassando subito lo sguardo.
Fissò i suoi occhi a terra guardandosi solamente i piedi che presero a strusciarsi l'uno contro l'altro, incapaci di restarsene tranquilli, così come le mani che continuarono a scorticare nervosamente le sue dita.
Così pudica da farlo quasi tentennare e così intimidita dal fatto di vederlo nudo, da tremare adesso come un pulcino tenero e indifeso.
Di fatto, non aveva mai visto il sesso nudo di un uomo prima d'allora.
Con suo fratello prima, s'era imposta solo di guardarlo in faccia e con Michel, a parte averlo colto in flagrante con la figlia del fornaio, lo aveva sbirciato qualche volta, é vero, ma comunque sempre coperto dalle sue mutande.
Perciò non poteva dire di conoscerlo sul serio e la cosa la incuriosiva ma la faceva sentire anche tremendamente in imbarazzo.
E poi lui sicuramente non si sarebbe limitato solamente a farglielo guardare e questo, ovviamente la teneva sulle spine, perché ora nell’attesa, era già là a chiedersi quali fossero le sue intenzioni.
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ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜
RomantizmLui, un duca potente. Lei, semplicemente una gitana. Lui, un uomo che non sa o che non vuole amare. Lei, una romantica sognatrice che aspetta solo di donare il proprio cuore. Lui, già adulto e spregiudicato come il peccato. Lei, una ragazzina innoce...