Capitolo XXX

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Donna era già lì quando arrivò assieme a suo fratello: con sua madre a parlottare in confidente intimità sprofondata nel divanetto vittoriano del salone, giungendo puntuale alle nove del mattino come dettato dal contratto, ma con nessun segno di lui ad attenderla come sperava.

Sua madre le aveva detto che stranamente non avesse visto in giro ancora nessuno dei suoi figli, presupponendo che fossero già usciti per lavoro, o che addirittura non fossero rientrati dalla sera precedente, dato che la domestica le avesse anche riportato di aver trovato entrambi i loro letti intatti.

"Dunque avevano passato la notte fuori?" S'era chiesta a malincuore, prima che la risposta non le giungesse fin troppo ovvia tra il tramestio del loro ingresso in scena.

Il loro rientro fu preceduto dalle loro risa che giunsero sonore fin dal portone, tra il cigolio dell'uscio che gli veniva aperto e il tono ovattato e incerto della servitù che li accoglieva.

Una novità che non si sarebbe mai aspettata di vedere e a cui assistette con un misto di stupore e di fastidio, notandoli varcare l’ingresso della sala stretti ed abbracciati assieme, col buon umore stampato in faccia e come se tutti i loro dissapori non fossero mai esistiti: ridendo come due matti, facendo un gran fracasso e complici a tal punto, che chiunque non li avesse conosciuti prima, avrebbe provato una certa invidia per quel rapporto.

E ad essere sinceri, fu proprio quello che provò lei in quel momento, poiché ebbe il sentore che André l’avesse veramente tagliata fuori e che dopo ciò che era successo soltanto il giorno prima, lui avesse preferito a lei il fratello e il richiamo del suo stesso sangue.

Ebbe come la sensazione di un muto tradimento che non si aspettava.

Senza contare il fatto che fossero ubriachi fradici e che nell'aver bighellonato in giro tutta la notte, l’idea che avessero condiviso insieme anche dell'altro, le suscitò un'immediata gelosia che le fece contorcere lo stomaco solo al pensiero.

Rammentò le parole del fratello: erano abituati a farlo le aveva raccontato, e mentre lui sembrò non accorgersi nemmeno della sua presenza, da parte sua, si sentì invece già morire dentro.

"Siete ubriachi?" Esclamò intanto la madre di fronte all'evidenza.

"Fradici!" Ammisero entrambi.

E tuttavia, non dando l’impressione di essere così contrariata come avrebbe dovuto esserlo.

Ma forse poiché almeno per una volta non si stavano sbranando e mettendosi nei suoi panni, sperando evidentemente che con quell'uscita insieme, il loro rapporto potesse ritornare quello solido di un tempo.     

"Oh, siete disgustosi!" Però disse quando Rober le si calò ad alitarle in faccia il suo respiro pregno di liquore.

"Ma quanto avete bevuto?" Chiese tappandosi il suo naso.

"Tuuuuuuutta la notte!" Biascicò Andrè piegandosi sullo schienale del divano: "Abbiamo fatto visitina a un paio di bettole vicine!" Spiegò accasciandosi sui suoi stessi gomiti non riuscendo nemmeno a reggersi all’impiedi.

"E si sente!" Esclamò sua madre, ricacciandone con la mano via l'olezzo disgustoso che li impegnava.

"E per cui… credo che sia il caso che vi diate una bella ripulita adesso!" Esclamò alzandosi per spingerli di nuovo verso l'uscio.

"Siete in uno stato pietoso!" Infatti li rimproverò come due piccoli monelli scovati a combinare una delle loro malefatte.

"Ma eravamo venuti a salutarvi!" André esordì in un maldestro inchino che per poco non gli fece perdere l'equilibrio e stramazzare al suolo.

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora