Capitolo XVI

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In carrozza, con le mani raccolte in grembo nel rientro: “Mi sembra di capire che non hai nessuna intenzione di fartela scappare?” Commentò sua madre non appena ne ebbe modo.

“No nessuna!” Lui tese la mascella: “E voi mi aiuterete!” Aggiunse risoluto.

“Che intenzioni hai?” Dunque gli chiese.

“Tutto quello che è in mio potere fare per imporgli di rimanere!” Le disse secco:” C'è una clausola nel contratto!” Serrò le braccia al petto: “E se mi costringeranno non esiterò ad usarla!”

“Fai sul serio!” Lei gli si agitò di fronte: “Ti sei innamorato di lei per caso?” Si spinse a domandare.
Sbuffò in un sardonico sorriso che gli arricciò le labbra su di un lato.

“Non vi aspetterete mica che parli con voi di certe cose, vero?” Disse soltanto: “Ma quel che ho detto lo penso per davvero!” Aggiunse dopo: “E' una perla rara e non voglio che mi scappi!” Le disse schietto.

“Ma Andrè...” Sospirò stringendogli le dita sul ginocchio: “Ricordati che Donna è ancora una bambina e non un animaletto raro con cui ci puoi giocare!”

Si distese pigramente contro il sedile sospirando intensamente: “Lo so!” Annuì col capo: “Ma se devo dirla tutta...!” Disse osservando al di là dei finestrini: “...In realtà non so ancora cosa provo per davvero!” Si soffermò a pensare: “Ma non è mia intenzione giocarci solamente, se è questo che temete. E non si tratta né di un passatempo, né di un capriccio!” La rassicurò intuendone il timore.

“Humm…!” Lei mugolò invece tutt'altro che sicura: “Non voglio contraddirti!” Disse: “Ma non ti ho mai visto agire in questo modo e devo ammettere che la tua caparbietà mi ha fatto quasi paura prima. Li hai minacciati!...E per quanto io ti voglia bene perché sei mio figlio, direi che ti sei comportato in modo quasi crudele!”

Rise: “Bene! Allora vuol dire che ho raggiunto il mio obiettivo!” La guardò affilando gli occhi: ”Ve l'ho già detto, non lascerò nulla d'intentato!” Tese un sopracciglio: “E se solo con le minacce potrò ottenere ciò che voglio, allora che minacce siano!” La ammutolì di colpo.

Lei ne restò sorpresa avvertendo un'ansia in petto che le crebbe al suono delle sue parole: non l'aveva mai udito parlare con quel tono, né tantomeno agire con una freddezza tale da sembrarle così spietato.

Le parve a un tratto un altro e il suo pensiero divagò di colpo scavando nel passato.

I ricordi riemersero violenti, assieme a una figura che si era costretta a eludere e a dimenticare.

Ricordò un altro uomo da cui lei stessa era fuggita un giorno, e di cui Andrè ne portava il gene maledetto assieme a suo fratello.

Nella carrozza ciondolante sul selciato, lei infatti non poté evitare di vederlo sotto una luce improvvisamente nuova: di osservarne la sagoma imponente e il viso, che in ogni tratto ne parvero l'esatta copia.

Lui e suo fratello gli somigliavano in una maniera talmente spudorata da rasentarne quasi una rincarnazione: restituiti come il riflesso di uno specchio, che gli combaciava fedele e dettagliato.

E tuttavia, sperò che le sue fossero solo paure e che nessuno dei suoi due figli ne avesse ereditato anche la sua natura immonda: che la sua fosse soltanto un'impressione dovuta dal momento e dalla semplice reazione scatenata da quel caso.

Andrè non poteva essere come lui e la storia non poteva ripetersi di nuovo.

Deglutì quindi, cercando di scacciare via quelle paure e di spogliarsi da quegli scomodi ricordi del passato, da tutto il sudiciume che aveva seppellito e dalla memoria di quell'uomo che ancora lei temeva.

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora