Capitolo XVII

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Al campo, dopo l’incontro che c’era stato con André e con sua madre, l’aria che si respirò fu tesa, densa e palpabile come qualcosa di reale.

Stella, Katita e Michel parlarono di loro per tutto il pomeriggio, mentre Donna non fu più persa di vista un solo istante, facendole ben capire che non fosse il caso di rischiare per andare ad incontrarlo dopo ciò che era successo.

"Bell'affare!" Si disse infatti, vedendoli confabulare: ...Ed ora come avrebbe fatto d'ora in avanti?

Scalciò una pietra passeggiando avanti e indietro fuori dalla tenda, mentre loro, come animali in tana, sembravano tramassero chissà che cosa alle sue spalle.

"Maledizione!" Imprecò: Ma perché mai ce l'avevano tanto con loro e non facevano altro che vedere il male dappertutto? Erano dei ricchi sì ma non erano così malvagi come le avevano sempre raccontato!

Intanto Michel continuò davvero a tenerla sotto tiro e di tanto in tanto, sbirciò dalla finestra fuori, oltre le tende per guardarla.

La rabbia assieme all'ansia aveva difatti scombussolato gli animi, facendoli sentire con le spalle al muro e come imbrigliati in una ragnatela.

A tavola riuniti: "E' ancora lì?" Chiese sua madre.

"Sì è ancora lì!" La tenne d'occhio.

Ma tra le parole rimbalzate in infinite congetture, anche tenerla d'occhio parve superfluo ora come ora.

Il duca era ormai libero di chiedere una qualunque cosa la riguardasse e loro non potevano più proteggerla sotto una campana.

Aveva messo gli occhi su di lei e non si era fatto scrupoli di renderlo palese e anzi, li aveva minacciati e confinati entro i tre mesi del contratto come se fossero dei prigionieri.
E chissà che intenzioni aveva? Si massaggiò le tempie: perché avrebbe avuto via libera d'ora in avanti e anche lui non avrebbe potuto più farci niente.

Sì certo, avrebbero potuto tentare di scappare, ma poi, con quali conseguenze?

Avrebbero rischiato di aizzarne solamente l'ira e di peggiorare ulteriormente quella situazione.

"Dunque abbiamo le mani legate?"
La voce di katita rimbombò nell'aria come una conferma ai suoi pensieri.

Le avevano raccontato tutto e tra un sospiro mesto, il suo tono giunse atono e carico di rassegnazione.

"Ma chiarito questo..." Intrecciò le dita sovrappensiero: "Ora si tratta di capire il perché siano così interessati a Donna? Se sia solo un interesse personale, o se invece nascondano dell'altro!"

"Cioè...?" Stella saltò su allarmata: "Stai dicendo che forse le nostre paure sono  fondate? Che potrebbero davvero sapere la verità e averla riconosciuta?"

"Sto dicendo..." Chiarì alla svelta: "Che a questo punto dobbiamo stare attenti e non dare troppo nell'occhio. Che non dobbiamo dargli motivo di sospettare qualcosa con il nostro comportamento, di stare al loro gioco e di non fargli capire invece che siamo spaventati!"

"Ossia, che dovrei servigli mia figlia su un vassoio d'argento?" Alzò la voce.

Katita si alzò di scatto: "Sto dicendo..." Urlò a sua volta: "Che loro hanno il coltello dalla parte del manico. Che sono potenti e che se gliene daremo motivo, non si faranno scrupoli a scatenare lo stesso l'inferno in terra! E a quel punto, che sappiano oppure no, non avrebbe più nessunissima importanza, perché lo stesso non ci lascerebbero più in pace!"
Guardò sua figlia sperando che le parole le giungessero ben chiare.
"Ci ha dato tre mesi per assecondarlo...!" Poi continuò più calma: "...E ce ne restano ancora più due prima di lasciare queste terre! Ma niente...!" Precisò: "Niente in confronto ad una vita intera costretti a rifugiarci senza non aver più scampo! E' questo quello che vuoi?" Dunque le chiese: "Perché ti assicuro che le cose andranno in questo modo se continuerai con questo atteggiamento!"

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora