Capitolo XI

358 16 1
                                    

André rientrò come un uragano al castello.

Quello che era successo alla casetta con Donna prima, l'aveva lasciato con l'amaro in bocca e adesso, pretendeva a tutti costi di sapere dettagliatamente da suo fratello, cosa fosse successo tra di loro che l'avesse spinta a reagire in quel modo assurdo, quando aveva tentato di toccarla tra le gambe.

Lo immaginava ma voleva sentirlo dalla sua stessa bocca e Dio! Il solo pensiero che pure lui l'avesse toccata così intimamente lo mandava in bestia, tanto da volergli spaccare il muso e così mettere fine alla faccenda.

Con quel morale nero, perciò, lo stava cercando dappertutto, dopo essere già stato al porto senza trovarlo e come se fosse stato improvvisamente inghiottito dalla terra.
Perché anche al castello di lui non c'era traccia, trovandosi a girovagare già da mezz'ora, senza che nemmeno la servitù ne sapesse niente.

Dopo aver ringhiato all'ennesimo servo che gli scrollava la sua testa ignaro, uscì infatti, di nuovo fuori, stufo e quasi rassegnato all'idea di dover aspettare fin quando suo fratello non si fosse fatto vivo da solo.

E poi, il tempo restava incerto e guardando le nuvole grigiastre approssimarsi all'orizzonte, non voleva correre l'inutile rischio di beccarsi un altro acquazzone in testa pure per colpa sua.

Sospirò pesantemente, stava per rassegnarsi infine e per rientrare in casa, senonché la presenza di un giardiniere che gli passava sotto al naso in quel momento, non gli fece cambiare nuovamente idea.

Intento a trascinarsi dietro una carriola piena di foglie secche e di sterpaglie, proprio quel servo seppe infatti dargli finalmente una risposta, indicandogli il limitare del giardino dove, a suo dire, l'aveva visto passeggiare solo qualche minuto prima.

Una parte del giardino dove le erbacce s'erano ormai impossessate del terreno ed il paesaggio aveva assunto l'aspetto quasi selvaggio di una giungla, tanto da lasciarlo incolto e all'abbandono e per cui si chiese subito, cosa ci fosse andato a fare.

Un altro mistero che però non ebbe voglia di svelare, pensando piuttosto ad andargli incontro prima che gli potesse sparire un'altra volta.

Percorse un lungo tratto. Il giardino che circondava la loro residenza era immenso ed era sempre stato l'orgoglio di sua madre, con un numero indefinito di giardinieri che se ne prendeva cura, anche se a lei piaceva farlo personalmente. Spesso spariva in quel giardino per ore e quando rientrava, aveva sempre gli occhi velati da una strana commozione, che pareva esprimere quanto per lei quel posto fosse importante.

Un rifugio, come per lui lo era invece, il confine al lato opposto, costituito dal bosco, dalla cascata, dalla conca artificiale e dalla grande quercia, dove gli piaceva rintanarsi quando poteva.

Il posto dove solo qualche settimana prima, aveva incontrato anche la sua bambina, sorridendo al fatto che gli fosse caduta tra le braccia, proprio come un regalo donatogli dal cielo.

Già! Un regalo, che però quell'oggi aveva rischiato di perdere di nuovo, sempre per via di suo fratello e dei suoi modi discutibili, che a quanto pareva, le avevano lasciato un segno ben profondo traumatizzandola non poco.

Lei non glielo aveva detto apertamente, ma lui conosceva bene suo fratello e aveva capito ugualmente, che adesso avesse paura di farsi toccare intimamente anche se lo desiderava.

Giungendo intanto quasi alla fine del giardino, in prossimità di una casa diroccata che una volta costituiva una delle loro dependance, per l'ennesima volta però si chiese che fine avesse fatto suo fratello, poiché era già l'una, appurò guardando l'orologio nel taschino e di lui non c'era ancora traccia all'orizzonte.
L'una: l'ora di pranzo e sospettando che anche sua madre, si stesse chiedendo che fine avessero fatto entrambi in quel momento.

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora