Capitolo XLI

343 15 0
                                    

"Vieni con me al mercato?"

Il giorno dopo erano in corso i preparativi per la festa dell'Assunta. Una ricorrenza annuale dedicata alla Vergine Maria e che loro festeggiavano sempre l'ultimo giorno di maggio. Il mese che per l'appunto le era dedicato e che tutta la sua gente da buoni cristiani, ossequiavano per ringraziarla di tutte le cose buone ricevute in dono dalla Divina Provvidenza.

Una festa che ci sarebbe stata il giorno dopo e che lei aveva sempre atteso con gran fervore, ma che in tutto quel trambusto che stava sconvolgendo la sua vita, stavolta aveva del tutto dimenticato.

Cosicché era caduta giù dalle nuvole a sentire Michel invitarla con lui al mercato, anche se dopo un attimo di smarrimento, l'eccitazione aveva preso il sopravvento e lei non si era lasciata pregare più di tanto prima di acconsentire. 

Inoltre, era mercoledì e ciò significava anche che non avendo l'impegno dello spettacolino in piazza, avrebbero potuto davvero godersi tutta la giornata liberamente. 

“Sei sicuro che vuoi che venga?” Però gli chiese un pochino titubante. 

Il giorno prima non è che si fosse concluso così bene tra di loro e lei temeva infatti, che ci fosse ancora del risentimento nascosto sotto la superficie. Avevano discusso nuovamente per via di André e non voleva che la cosa si potesse ripetere di nuovo.

"Non é che sei ancora arrabbiato con me e che me lo stai chiedendo giusto per farmi piacere vero? Insomma non voglio che tu ti senta obbligato a stare in mia compagnia solo perché sono stata io a chiedertelo per questi tre giorni! Cioè lo capirei se adesso tu mi odiassi e non mi volessi più vedere. Al posto tuo anch'io non mi vorrei più rivedere. Così come capisco anche che come amica faccio davvero schifo e che ti ho deluso!"

Lui stava già sellando Gaucho nel frattempo, in una parte dello spiazzato allestito a mò di stalla per i cavalli, ma che per il suo improvviso sproloquiare senza più freni, lasciò correre per un momento quasi divertito. 

Incrociando i suoi avambracci sulla schiena del suo baio, riuscendo a stento a trattenere un suo sorriso sulle labbra, nel  coglierla che se ne stava dall'altra parte a dondolare nervosamente sui suoi piedi: chiaramente in colpa per ciò che era successo tra di loro e come una bambina petulante che adesso cercava con ogni mezzo di farsi perdonare dopo una sgridata. 

"Cioè, che sia chiaro, io ci tengo tantissimo a te e non rinuncerei alla tua amicizia per nulla al mondo, ma se la cosa ti fa stare meglio, io accetterò e mi farò da parte se lo ritieni giusto!" 

E sì, forse aspettandosi che la rabbia la facesse da padrona. 

Una reazione che chiunque altro al suo posto sicuramente avrebbe avuto. 

Ma poi a quale scopo? 

Di certo non è che così l'avrebbe dimenticata, e inoltre, si sarebbe fatto sfuggire anche quell'unica occasione di poterle stare ancora accanto. 

Patetico vero? 

Sì, sicuramente lo era, ma la cosa non gli importò ugualmente, poiché come lei pure gli aveva detto, l'amore era illogico e aveva degli effetti collaterali che non si potevano spiegare e contro cui era pure inutile lottare. 

Così: "Se vuoi sapere se sono arrabbiato con te…, no non lo sono!" Le disse: "Se vuoi sapere se mi sono rassegnato alla tua storia col tuo duca, no, non mi sono rassegnato. Ma non ne hai colpa e non posso prendermela con te per questo, e perciò ...!" Poi sospirò profondamente prima di venire al dunque: "Ho deciso di essere egoista anch'io e di goderti finché posso!" 

"E cioè cosa vuoi dire?"

"Che forse sono un tantino masochista e che desidero stare con te nonostante tutto!"

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora