Quel mattino Andrè si alzò significativamente presto ma si sentiva esausto per non aver dormito e seduto nel salone, era ancora lì a sorseggiare la sua tazza di caffè bollente.
Era silenzioso e assorto nei pensieri, parve perdersi al di là della vetrata, dove il sole penetrava a illuminargli il viso."Un soldo per i tuoi pensieri!" Udì provenire dalla porta.
"Humm…!" Mugolò subito non contento.
A ridosso dell’entrata con le braccia incrociate al petto, suo fratello se ne stava già con un sorrisetto irriverente in viso e il suo umore capitolò appena ne incontrò lo sguardo.
"No fammi indovinare...!" Gli si avvicinò sedendogli di fronte: "Pensavi alla bella gitana, non è così?"
"Smettila Rober, non iniziare!"
"Allora ho indovinato!" Sorrise incrociando i piedi sul tavolino che aveva davanti: "Devi proprio essere impazzito! Non dovresti frequentare certa gente!"
"Perché tu che gente frequenti?" Strinse gli occhi.
"Sì ma io non mi faccio coinvolgere emotivamente e tu invece sì a quanto pare!"
Lui non rispose.
"Ah! Allora mi devo preoccupare?" L'osservò curioso.
"E’ una bravissima ragazza!"
"Sì, e con gli occhi verdi per giunta..." Tese un sopracciglio: "...bellissimi, te ne devo dare atto ma è soltanto una zingara!" Sospirò deluso.
"Dio! Ti odio quando fai così!" Lo guardò feroce: "E odio come l’hai trattata!"
"Perché te l'ha detto?" Si strofinò le labbra.
"No, ma posso immaginare cosa le hai fatto!"
"Sì!" Lui rise perfidamente: "Ma non puoi immaginare quanto me la sia gustata!"
"Piantala!" Ruggì immediato: "E stalle lontano d'ora in avanti!"
"Sennò che fai?" Lo sfidò incrociandone lo sguardo.
Tacque senza continuare. Una strana luce gli lampeggiava già negli occhi e sapeva che rischiava di spingerlo da lei solo per dispetto.
"Ooooh! Allora siamo già a questo punto?" Lui intuì lo stesso: "Perciò immagino che non la condivideremo?"
"No!" Disse di getto: "Lei è diversa dalle altre! Perciò tieni le tue mani viscide lontane da lei!" L'ammonì severo.
"Peccato!" Sollevò le spalle: "Ed io che speravo di giocarci insieme come hai bei vecchi tempi e di ritrovare un po' di quell'amore fraterno come una volta!"
"Te lo puoi scordare!" Strinse i suoi denti.
"Bene, bene, bene!" tamburello le dita sul bracciolo del divano: "Quindi mi devo preoccupare per davvero?" Corrugò la fronte.
"Non so di che diavolo tu stia parlando?" Finse incurante.
"Ah non lo sai?" Gli si allungò vicino: "Parlo del fatto che sei un duca e che hai già un impegno e che con le ragazzine come lei ti ci puoi solo divertire!"
"Divertire? Certo! Come fai tu non è così? Mi fai venire il voltastomaco solo a sentirti!"
"Il voltastomaco?" Controbatté ridendo: "Ma senti da che pulpito viene la predica?" Gli agitò una mano: "Come se non ti conoscessi? Come se non sapessi quello che sei davvero?"
"Ti ho detto di piantarla! E' acqua passata!" Piantò i suoi palmi aperti sul tavolino: "Sono cambiato! Non sono più quello di prima. Non faccio più quelle cose da molto tempo!"
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ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜
RomanceLui, un duca potente. Lei, semplicemente una gitana. Lui, un uomo che non sa o che non vuole amare. Lei, una romantica sognatrice che aspetta solo di donare il proprio cuore. Lui, già adulto e spregiudicato come il peccato. Lei, una ragazzina innoce...