Capitolo IX

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Quel mattino Andrè si alzò significativamente presto ma si sentiva esausto per non aver dormito e seduto nel salone, era ancora lì a sorseggiare la sua tazza di caffè bollente.
Era silenzioso e assorto nei pensieri, parve perdersi al di là della vetrata, dove il sole penetrava a illuminargli il viso.

"Un soldo per i tuoi pensieri!" Udì provenire dalla porta.

"Humm…!" Mugolò subito non contento.

A ridosso dell’entrata con le braccia incrociate al petto, suo fratello se ne stava già con un sorrisetto irriverente in viso e il suo umore capitolò appena ne incontrò lo sguardo.

"No fammi indovinare...!" Gli si avvicinò sedendogli di fronte: "Pensavi alla bella gitana, non è così?"

"Smettila Rober, non iniziare!"

"Allora ho indovinato!" Sorrise incrociando i piedi sul tavolino che aveva davanti: "Devi proprio essere impazzito! Non dovresti frequentare certa gente!"

"Perché tu che gente frequenti?" Strinse gli occhi.

"Sì ma io non mi faccio coinvolgere emotivamente e tu invece sì a quanto pare!"

Lui non rispose.

"Ah! Allora mi devo preoccupare?" L'osservò curioso.

"E’ una bravissima ragazza!"

"Sì, e con gli occhi verdi per giunta..." Tese un sopracciglio: "...bellissimi, te ne devo dare atto ma è soltanto una zingara!" Sospirò deluso.

"Dio! Ti odio quando fai così!" Lo guardò feroce: "E odio come l’hai trattata!"

"Perché te l'ha detto?" Si strofinò le labbra.

"No, ma posso immaginare cosa le hai fatto!"

"Sì!" Lui rise perfidamente: "Ma non puoi immaginare quanto me la sia gustata!"

"Piantala!" Ruggì immediato: "E stalle lontano d'ora in avanti!"

"Sennò che fai?" Lo sfidò incrociandone lo sguardo.

Tacque senza continuare. Una strana luce gli lampeggiava già negli occhi e sapeva che rischiava di spingerlo da lei solo per dispetto.

"Ooooh! Allora siamo già a questo punto?" Lui intuì lo stesso: "Perciò immagino che non la condivideremo?"

"No!" Disse di getto: "Lei è diversa dalle altre! Perciò tieni le tue mani viscide lontane da lei!" L'ammonì severo.

"Peccato!" Sollevò le spalle: "Ed io che speravo di giocarci insieme come hai bei vecchi tempi e di ritrovare un po' di quell'amore fraterno come una volta!"

"Te lo puoi scordare!" Strinse i suoi denti.

"Bene, bene, bene!" tamburello le dita sul bracciolo del divano: "Quindi mi devo preoccupare per davvero?" Corrugò la fronte.

"Non so di che diavolo tu stia parlando?" Finse incurante.

"Ah non lo sai?" Gli si allungò vicino: "Parlo del fatto che sei un duca e che hai già un impegno e che con le ragazzine come lei ti ci puoi solo divertire!"

"Divertire? Certo! Come fai tu non è così? Mi fai venire il voltastomaco solo a sentirti!"

"Il voltastomaco?" Controbatté ridendo: "Ma senti da che pulpito viene la predica?" Gli agitò una mano: "Come se non ti conoscessi? Come se non sapessi quello che sei davvero?"

"Ti ho detto di piantarla! E' acqua passata!" Piantò i suoi palmi  aperti sul tavolino: "Sono cambiato! Non sono più quello di prima. Non faccio più quelle cose da molto tempo!"

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora