Capitolo XIX

339 15 3
                                    

André invece si congedò da loro più che soddisfatto.

Sebbene le cose non fossero andate esattamente lisce come l'olio, comunque non gli aveva dato scelta, ottenendo alla fine ciò che voleva.

Per fortuna, dal confronto che c’era stato il giorno prima alla fine dello spettacolino in piazza, aveva capito come dover agire, facendo redigere apposta quei due contratti, che di fatto li aveva messi con le spalle al muro. 

Perché l’odio nei confronti di tutta la gente del suo stampo era stato chiaro e non avrebbero mai accettato che la piccola li frequentasse se non sotto pressione.

Per cui Donna ora sarebbe stata sua per quei restanti mesi e dopo, per sempre, anche se lo ignoravano ancora.

L’idea era quella di convincerla a restare o di usare la clausola del vecchio contratto nel caso in cui non ci fosse riuscito.

Solo il non vederla davvero l'aveva lasciato con l'amaro in bocca, perché visto come stavano le cose adesso, di sicuro non l’avrebbero più fatta uscire fino all'indomani.

Non c’era!

Gli avevano mentito, perciò poteva scordarsi del pomeriggio all’ombra della grande quercia e rassegnarsi solo a quella sua fugace apparizione dietro la finestra: tenera con il musetto contro il vetro e come una bambina colta in flagrante durante una marachella.

Un raggio di sole che adesso metteva a dura prova la sua pazienza, perché era diventata come una necessità: un bisogno per sentirsi vivo e per sciogliere quel gelo che da sempre gli attanagliava il petto.

Così dinanzi alla carrozza, coi suoi uomini già rimontati sui cavalli, tentennò prima di salirci dentro.

Salutò il notaio che nelle vicinanze aveva dell’altro lavoro da sbrigare, perseverando sull’uscio con la speranza di catturarla ancora di sfuggita.

Ma di lei non colse traccia ed alla fine si mosse sui gradini  rassegnato.

Ma all'interno, intanto che si sedeva sui morbidi sedili di velluto, proprio lei fece la sua comparsa inaspettata, sgusciando fuori dall'ombra silenziosa, con le mani strette in grembo e coi suoi occhi grandi che lo fissavano curiosi.

Un'improvvisa apparizione che lo sobbalzò all'indietro colto di sorpresa, facendolo finire con le spalle schiacciato allo schienale.

“Oh Cristo!” Boccheggiò per un momento.
“Donna!” Si resse il petto, mentre lei con un sorriso irriverente in viso, parve invece gustarsi divertita la sua reazione.

Non l’aveva mai visto in quello stato e rise piegata in due per la sua espressione a bocca spalancata.

La prima volta che finalmente lo coglieva impreparato: la prima in cui riusciva a cogliere dell'altro dietro la maschera del duca algido e severo.

Un'umanità che lo rendeva uguale agli altri e a cui non era abituata.

Una rivincita, visto che era sempre stata lei a subire i suoi assalti fino ad allora.

“Ah ah, visto?” Lo schermì dunque puntandogli il suo dito contro: “Questo per dimostrarti che non sei l'unico che sa fare gli agguati e per farti capire come ci si sente a essere presi alla sprovvista quando meno te lo aspetti!” Girò il coltello nella piaga.

Lui ciondolò la testa disarmato: non poteva darle torto e annuì sorbendone l'accusa.
“Beh, se volevi farmi venire un infarto...ci sei quasi riuscita!” Ammise.

Lei alzò le spalle: "Nooooo…! Volevo soltanto che per una volta fossi io a stupirti!" Rispose soddisfatta.

"Cioè ti saresti vendicata?"

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora