Ho sempre sognato la vita perfetta: una bella casa sul mare; un marito responsabile; io che rido, mentre guardo i miei figli giocare con il papà; l'aria che sfiora i nostri capelli la sera, quando decidiamo di cenare sulla spiaggia.
Ma niente è come si desidera. Più vuoi una cosa e più la vita te l'allontana.
Oggi sono 2 anni che vivo in questo fottuto carcere e indovina un po'? Non ho avuto neanche una visita coniugale. Cruz del sur mi ha viziata regalandomi piaceri di diverso tipo, perché adesso sto impazzendo a Cruz del Norte: con il coma, l'isolamento e queste stronze che continuano a rompermi, la mia testa può esplodere da un giorno all'altro. Ma sai qual è la cosa che più mi infastidisce? Il fatto che..
"Biondina, levati." dice una voce dietro di me, interrompendo i miei pensieri. Mantenendo la calma, mi sposto leggermente a destra, ma ugualmente mi viene tirata una forte spallata, che mi fa indietreggiare di due passi.
Cominciando una risata amara, proseguo col dire: "Adesso che sei uscita anche tu.. non tiratela, Zulema." dico andandole incontro.
Per nostra "fortuna" è uscita questa mattina, come se non bastasse l'ho avuta anche al turno in biblioteca. Ovviamente niente si è aggiustato tra noi.. per lei non è bastato il fatto che le sono stata vicina per la morte di Fatima, per me non è bastato che lei mi abbia salvata dalla lavatrice e per entrambe, non è bastata la nostra complicità nella rivolta. Dobbiamo continuare a darci fastidio come bambine, ma perché?
E se forse tutto quello che abbiamo passato insieme.. tutto quello che ci siamo fatte, ha permesso di creare questo legame che non vuole spezzarsi?
Ma che mi viene in mente? Non voglio neanche pensare a come sarebbe la vita con Zulema che mi sta attaccata come una cozza.
"Non iniziare, che non ho voglia." risponde, scegliendo un libro dei tanti e dopo si fionda sul suo letto, sdraiandosi. "Ma senti.. Prima fa e poi se ne lava le mani." ridacchio, mentre afferro la sedia su cui mi siedo. Zulema si appoggia sui gomiti per guardarmi con sguardo di sfida.
"Hai intenzione di rompere tutto il giorno?"
"Non ho tempo da perdere con te." mi alzo dalla sedia con indifferenza e appena metto il primo passo avanti, Zulema salta giù dal suo letto e afferrandomi il polso mi tira indietro. "Mentre ero in isolamento ho pensato a una cosa." acciglio le sopracciglia, sono curiosa. "Perché non ti ho uccisa prima? Cazzo sei insopportabile!" ridacchia, dandomi una leggera spinta. "Fanculo." ridacchio anche io, ricambiando la spinta.
Ma la situazione si sta facendo un po' strana. Scambio risate con Zulema Zahir? Successe solo alla rivolta.
Decido di lasciarla da sola in cella per andare in cortile a scambiare due chiacchiere con le mie amiche, che ovviamente sono troppo impegnate a buttare la propria rabbia sul gioco di carte. "E che cazzo! Drogata di merda, levati dalle palle!" la voce di Antonia si sente dal corridoio che sto percorrendo per raggiungerle. Sicuramente si sta riferendo alla povera Teresa. Devo andare ad aiutarla."Scarta il nove, fidati." bisbiglio all'orecchio di Tere, cercando di non farmi sentire. Sono molto brava con le carte sinceramente. Ma ad infrangere i miei sogni è Zulema, che dopo aver fatto chiudere tre partite consecutive a Tere, mi farà sicuramente il culo. "Finalmente sei uscita da quella cella!" dice Saray, mentre distribuisce le carte a ognuna di noi. Sfortunatamente Teresa si è rotta di giocare, quindi non posso nemmeno dare la colpa a lei se perdo. Dio mio, non voglio perdere anche a un gioco di carte contro Zulema!
"Bionda sta a te." dice Saray, passando una mano davanti al mio viso per portarmi alla realtà e riprendendomi dal mio stato di trans, comincio, con il mio sguardo attento, a guardare quello di ogni giocatrice. Devo capire che mossa fare.
"Punto 10." dico rilanciando l'offerta di Saray (stiamo scommettendo sigarette ovviamente). Tutte si meravigliano e lanciano le carte sul tavolo lasciando il gioco, tutte tranne Zulema, che fa spuntare sul suo viso il suo solito sorriso malizioso.
Fanculo, perderò 20 sigarette!
"Poker." scopre le carte e lascia spargere nell'aria una risata amara, sperando nella mia sconfitta. "Scala reale." sul suo volto appare un espressione sconvolta ed io ricambio il sorriso malizioso che aveva deciso di farmi prima. Mantenendo il sorriso, prendo le mie 45 sigarette. "Dovevi uccidermi prima." dico spostando lo sguardo su Zulema, che è soddisfatta di me e dopo me ne vado.Nel mio cammino per raggiungere la cella, penso a queste poche ore passate con Zulema, quegli sguardi strani in biblioteca, quelle risate in cella, per non parlare di quelle in cortile.. La cosa strana è che sono forse felice quando accade, ma la domanda è la stessa: perché? Cosa mi succede?
Devo rimanere con i piedi per terra, se non voglio che.. Insomma ci siamo capiti. Semplicemente ignorerò questa strana sensazione.*******
Ci stiamo dirigendo a mensa e le due ore che ho passato in cella le ho passate a cercare di non pensare al comportamento di Zulema.
"A cosa pensi, amore?" chiede la Riccia circondandomi il collo con il suo braccio. "Niente." sospiro, però mi sento osservata. Mi volto leggermente e vedo Zulema, che si avvicina a noi con passo svelto e arrivata accanto alla Riccia, le va addosso "accidentalmente".
"Guarda dove vai." la regina araba fa spallucce e continua a camminare, mentre mi guarda. Divento rossa.
Cosa stai facendo Zulema?Dopo aver preso i vassoi, che riempiamo (visto che stasera c'è il pollo) ci mettiamo al nostro tavolo.
Dove iniziano a ridere e parlare di libri, documentari, ...
Io no, non parlo, sto guardando Zulema. Sto cercando di rispondere alla domanda che mi pongo da questa mattina: perché.
Che gioco sta facendo Zulema e che gioco sta facendo il mio corpo?
Oh cazzo. Zulema ha appena alzato lo sguardo, io tolgo subito il mio. Speriamo non mi abbia vista. Solo che adesso che so che mi voleva guardare, il mio cuore sta iniziando ad accelerare i suoi battiti.
Stai fermo.
Dopo qualche secondo rialzo lo sguardo e Zulema mi sta sempre guardando. Non le importa se l'ho vista, lei continua a farlo.
Ma io la ignoro.
Devo farlo."Tu che ne pensi Maca?" sto mangiando uno spicchio di arancia, mentre fisso il vuoto. Non sto ascoltando molto di ciò che dicano. "Che ho bisogno di aria." lascio metà arancia nel vassoio, che vado a svuotare e adesso mi incammino verso l'uscita, per raggiungere la cella.
Ho bisogno di schiarirmi le idee. Non voglio assolutamente pensare a Zulema e a quel che può significare tutto ciò che sta facendo, o meglio, quel che il mio corpo sta facendo. Perché arrossire o avere il battito più veloce del solito?
Basta fare domande, Maca. Meglio prendere un libro per distaccarmi dalla realtà.
Non saranno passati neanche dieci minuti e già sento i miei occhi pesanti, non ce la faccio a tenerli aperti ancora per molto, così metto il libro sul tavolo di fianco a me e raggiungo il mio letto, su cui mi stendo comodamente per dormire.
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Maledetto Scorpione
FanfictionMacarena e Zulema affronteranno tante difficoltà e, forse, sarà proprio questo a portare le due donne ad unirsi per combattere una battaglia, e non sarà il cercare di uccidersi a vicenda o una semplice rivolta, ma qualcosa di più grande che nemmeno...