Ah no?

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Arrivando in cella trovo solo la Riccia, sul suo letto. "Dove sono le altre?" chiedo avvicinandomi a lei. "Non lo so." si mette seduta, dandomi sempre le spalle. "Qualcosa non va?" scuote la testa. "No, tutto bene. Alla grande!" Ok, qualcosa non va.
Mi siedo accanto a lei, ma si volta dall'altra parte. "Riccia." poggio la mano sulla sua guancia, per voltarla verso di me. "Cos'è successo?" chiedo preoccupata. "Niente. È solo che mi tormenta." mi abbraccia, continuando a piangere. "Chi?" le accarezzo la schiena. "Il mio passato." contraggo la mascella, staccandomi dall'abbraccio. "Il tuo passato?" penso alle peggio cose: è stata violentata di nuovo?
Annuisce, allora mi alzo di scatto tirando un calcio alla sedia, che cadendo produce un rumore assordante. "Maca stai calma." si alza preoccupata. "Quindi?" mi volto verso la Riccia che non vuole parlare. "Riccia, dimmi cos'hai!" mi prende il viso tra le mani e mi bacia. "Ecco cos'ho." mi volto verso sinistra, sentendomi osservata. Zulema, nei momenti meno opportuni, appare. Io non dovevo farti ingelosire con la Riccia cazzo! Sennò era troppo evidente il mio piano per farti ingelosire, no? Dovevi solo aspettare le 21:30!
"Che cazzo Riccia!" cerco di guardare al di fuori della cella. "È il tuo problema di cuore, non è così?" si appoggia sul tavolo ed io riporto lo sguardo su di lei. Come ha fatto a capirlo? Devo soltanto... restare calma. "Ma che stai dicendo?" sbuffo. "L'ho capito, ormai da tempo." mi guarda ridendo. "Povera Macarena. Hai perso la testa per una cazzo di psicopatica e poi vieni a dire a me come mi devo innamorare?"
Non so come comportarmi. Io non posso dirglielo, né ora né mai.
"Riccia smettila. Piuttosto che cazzo significava quel bacio?" evito l'argomento, però questo che ho appena tirato fuori è altrettanto cringe. "Cosa vuoi che significhi? Lo sai benissimo." sospiro, sedendomi vicino a lei. "Riccia io-" "Sono innamorata di Zulema... si lo so." balzo in piedi non appena quel nome arriva al mio orecchio. "Riccia non.." inciampo, ma riprendo immediatamente l'equilibrio mentre mi incammino verso l'uscita della cella. "Non dire più quelle cose. Non sono innamorata di nessuno, capito?" annuisce un po' delusa. "Va bene Maca." si asciuga veloce una lacrima. Non posso andarmene, dopo tutto è mia amica. "Riccia." mi avvicino lentamente a lei. "Lascia stare Macarena." sorride, portando lo sguardo sul mio. "No, non lascio stare Riccia. Io ti voglio aiutare, anche se non provo niente non vuol dire che a te non tengo." sbuffa. "Si certo. Senti vai da Zulema e non rompere le palle, cazzo!" mi spinge, allora perdendo la pazienza, le tiro uno schiaffo. "E poi sono io la stronza, vero?" me ne vado, capendo di aver perso tempo e cerco Zulema.

"Hey scorpione." si irrigidisce, non so se per il mio tocco o per il nomignolo che le ho appena dato. Però subito si incammina per allontanarsi da me, ma io non la lascerò andare di nuovo. "Non te ne vai di nuovo." la prendo per i fianchi, ma con forza afferra il mio collo sbattendomi al muro. "Non fare la stronza, Zulema." ride amaramente e dopo mi riempie di piccoli schiaffi sulla guancia. "Ti avevo chiesto, gentilmente, di lasciare a me l'opportunità di scioglierti quel blocco." è a neanche un centimetro dalle mie labbra, il mio cuore non regge. "Invece vai da quella cazzo di riccia." aumenta la presa. "Zulema, Dio mio." la spingo con tutta la mia forza e finalmente riesco a liberarmi dalla sua presa. "Secondo te, non riuscendo a farmi sbloccare da te, vado dalla Riccia?" divento rossa, per la cosa che ho appena detto. Sul suo volto spunta quel sorriso compiaciuto da figlia di puttana. "Guarda che così non migliori la situazione." si riavvicina a me. "Ah no?" mi attacco di nuovo al muro, mordendomi il labbro.
È il momento di sciogliere l'iceberg.
"Zulema, sei una cazzo di stronza." la tiro a me e la bacio, con fatica, ma la bacio. Inizia un bacio passionale, che segna l'inizio di una nuova sfida e speriamo che almeno questa finisca bene. "Non mi sei piaciuta l'altra settimana." si attacca al collo mordendolo e leccandolo. "Bionda non cagarmi il cazzo." mi lascia un bacio sulle labbra. "Piuttosto cerchiamo un posto." mi prende per mano e mi porta in cucina, sul montacarichi...
"No Zulema, non... Non me la sento." blocca il montacarichi e si siede. "Sono stata una stupida. Bionda, lo so. Ma ti prego, devi farmi rimediare." picchietta accanto a sé, per farmi capire di sedermi. Sempre con fatica, mi avvicino a lei e respirando con affanno, mi metto a sedere. "Allora?" si volta verso di me, cercando di aprirmi le gambe e di infilarsi in mezzo. "Cosa vuoi che faccia?" mi chiede fermandosi, per avere un mio parere. "Non so Zulema. Io ho solo bisogno di tempo." mi tocco nervosamente la nuca. "Cazzate. Chi ti sei scopata?" si allontana con freddezza. "Ma ti riprendi? Ti sto solo dicendo che non me la sento!" mi alzo innervosendomi. "Ma se fino a ora mi hai provocata." si alza anche lei, venendomi incontro. "Io non volevo che ti arrabbiassi per quel fottuto bacio, che per me non significa niente." mi accendo una sigaretta, che però mi viene strappata di bocca. "Fanculo." fa riprendere il montacarichi, ma io lo blocco e spenta la sigaretta sulla parete, la lancio a terra, sotto il suo sguardo minaccioso e dopo la bacio con passione.
Ti prego Macarena non rovinare tutto con la paura che ti porti nel cuore.
Continuo a baciarla e delicatamente le poggio la sua mano sul mio gluteo, che dopo un secondo stringe mordendomi il labbro inferiore, per portarlo indietro.
Lentamente arriva all'elastico delle mutande. "Bionda non mi hai fatto arrabbiare, mi hai fatto incazzare." entra nelle mie mutande, ma subito si ferma appena nota la mia espressione quasi impaurita. Con lo sguardo incrocia il mio, cercando il consenso che le do, ma sono insicura. E chi glielo dice che non me la sento? Poi magari mi rifiuta ancora di più.
Inizia a massaggiare lentamente la mia intimità. "Zulema." si ferma. "Non incazzarti." taglia completamente ogni contatto fisico. "Cosa c'è ora?" mi guarda male, ero consapevole di come avrebbe potuto reagire, ma eccomi qua a dirglielo comunque. "Non mi sento a mio agio." la guardo con la paura annodata in gola. "E me lo dici solo adesso?" si sfrega la mano sulla fronte, strizzando gli occhi. "Non sapevo che fare. Non voglio allontanarti di nuovo." mi tappo la bocca, non devo mostrare affetto nei suoi confronti. "Bionda." ride. "Cosa c'è da ridere?" chiedo infastidendomi e lei scuote la testa, diventando subito seria. "Senti bionda, non mi dire cazzate. Tra te e la Riccia c'è ancora qualcosa e si vede da un miglio. Quindi lasciami in pace." fa ripartire il montacarichi e questa volta non lo fermo. "Zulema non me le dire te le cazzate. Sei sempre a fare un fottuto tira e molla e adesso ti incazzi se io non voglio sciogliere questo fottuto iceberg, che ho tra le gambe, con te. Certo Zulema che non voglio, se te ne vai sempre, io non ho mai la certezza che io stia facendo la cosa giusta con te." ferma il montacarichi, ma non parla, mi guarda e io guardo lei. "Se io scappo c'è sempre una ragione. Ma è ovvio che tu non riesci a capirla." fa spallucce e voltandosi verso la parete, tira un pugno, che la fa gemere dal dolore e io corro in suo soccorso, ma il suo orgoglio la fa allontanare. "Fammi vedere Zulema." schiocca la lingua sul palato. "Smettila di fare l'orgogliosa." si tocca delicatamente le nocche. "Io non faccio l'orgogliosa, sono solo incazzata con te." mi sbalordisco e la spingo. "Ma lo vuoi capire che l'unica che deve incazzarsi, qui, sono io?" la spingo di nuovo. "Ma smettila e guardami questa mano." io scuoto la testa, mentre contraggo la mascella. "Sai cosa puoi fare con questa mano?" afferro il polso e gliela scuoto per farle male, infatti geme dal dolore. "Cazzo!" gliela metto nelle mie mutande e dopo le afferro il collo, stringendo la presa. "Vai Zulema, fai quel che vuoi. Fallo!" mi scende una lacrima e approfittandosi del mio momento di debolezza, si libera dalla mia presa. "Ma sei fuori?" si tocca la mano dolorante, mentre io tiro una testata alla parete. "Fanculo." dico facendo ripartire il montacarichi e appena si apre me ne vado.
Che cazzo è successo là dentro?

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"Maca." mi circonda le spalle con il suo braccio. "Ci hai risolto?" mi scosto infastidita. "Saray, quella non si merita un cazzo." mi sdraio sul letto. "E poi, fatti i cazzi tuoi ogni tanto, no?" sale sul mio letto. "No Bionda. Adesso risolviamo questa cazzo di situazione." si sdraia accanto a me, stringendomi la mano per non farmi scappare. "Sono invidiosa di te. Invidiosa da morire. Ma in questi giorni ho capito che questa invidia non può rovinare la nostra amicizia, Bionda. Io non voglio e l'unica cosa di cui ho davvero bisogno adesso, è il tuo perdono..."
Saray continua a parlare. Chi glielo dice che mi sono baciata con la Riccia? Io no di sicuro... Ma se lo verrebbe a sapere da Zulema, o dalla Riccia è peggio. Se lo scopre si incazzerà e questo legame tra sorelle che abbiamo non esisterà più.
Cazzo che faccio? Glielo dico?
"Va bene Saray, ti perdono." scendo dal letto velocemente. "Ma dove vai?" si alza sui gomiti per guardarmi. "Torno subito."

Raggiungo la Riccia. "Riccia dobbiamo parlare." la fermo, perché sta continuando a camminare. "Stanno chiudendo le celle." la guardo seria. "Se Saray lo scopre da Zulema? Che succederà?" scoppia a ridere. Ma è scema?
"Ma sei scema? Che cazzo ridi?" inizio a camminare verso la nostra cella. "Eddai Maca, aspetta aspetta." mi prende per mano riportandomi dov'ero due secondi fa. "E che vuoi che faccia? Si incazzerà, però risolveremo. Saray è così infantile, che basta farle vedere la figa per fare pace." derido. "Perché parli così di Saray?" sospira. "Forse perché ci ha dato delle puttane." scuoto la testa, mordendomi nervosamente il labbro. "E quella infantile sarebbe Saray?" me ne ritorno in cella, con la Riccia alle mie spalle.
Appena metto piede in cella si chiudono, tutte nello stesso momento e tutte le detenute vanno nei letti.
"Macarena, dov'eri?" Mercedes mi raggiunge, ma io l'allontano e me ne vado verso il mio letto. "Prima mi minacci e poi fai finta di niente?" mi fermo sul posto e dopo un istante mi volto lentamente. "Ma che cazzo dici? Ma chi ti ha mai minacciata? Era un fottuto favore tra amiche, ti rinvieni?" la spingo, ma vengo fermata da Zulema, che poggia la sua mano sulla mia spalla. "Ma che cazzo vuoi?" mi volto verso Saray, che mi guarda delusa e dopo verso la Riccia che è preoccupata ma allo stesso tempo arrabbiata. Dopo mi rigiro verso Zulema, che ha la mascella contratta.
Salgo sul letto e lascio tutto alle spalle. Un altro giorno da dimenticare se ne va, fortunatamente.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora