Non mi interessa

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"Non ci credo Bionda.." mi volto confusa e vedo Saray sorridermi compiaciuta. "Allora? Com'è stato?" chiede più entusiasta di me, ma mantenendo la calma faccio la finta tonta. "Che cosa Saray?" mordo dall'interno le guance per trattenere quel sorriso. "E dai Maca.. Il bacio!" esclama battendo le mani che seguono un ritmo di musica.
Cedo e sorrido come una scema, pensando a quel maledetto bacio. "Oh Saray.." questo maledetto sorriso non cessa, resta qui stampato sulle mia labbra. Ahh Zulema, quante emozioni che mi crei.
"Bellissimo!" esclamo saltando di gioia con lei. Ma subito vedo il volto deluso di mio padre e la tristezza inizia a mangiarmi la bella sensazione che Zulema mi aveva portato fino a poco fa. "Tutto bene bionda?" riporto lo sguardo su quello di Saray. "Devo andare in bagno." faccio un piccolo sorriso, così piccolo che forse Saray non l'ha nemmeno visto.
Raggiungo il bagno e dopo essermi assicurata che nessuno fosse in bagno, scoppio a piangere e quasi urlo dal dolore. Non posso continuare ad essere tormentata dalla mia famiglia e da me stessa. Vorrei solo vivere come voglio, ma se nella vita che voglio ci dovrà essere Zulema, non so quanto possa piacermi e non perché c'è quel maledetto scorpione anzi, ma per i miei genitori che mi appaiono pure nei sogni, per non parlare di Roman, che appena lo scoprirà mi farà mille ramanzine dalla mattina alla sera, vietandomi del mio... amore.
Deglutisco rumorosamente e per la mancanza di aria mi alzo e cerco di riprendere fiato.
Cos'è? Un attacco di panico?
"Maca." la Riccia corre da me per soccorrermi. "Stenditi." inizio a vedere tutto sfuocato e il mio cuore diminuisce i miei battiti.
Ho paura.
"Aiuto! Aiuto, qualcuno.."

******

Sento gli occhi così pesanti, non riesco nemmeno ad aprirli; nel mentre delle voci si sovrappongono, si fanno sempre più forti.
Dopo vari tentativi riesco ad aprire gli occhi e vedo tre figure davanti a me. Mi alzo sui gomiti per cercare di vedere meglio e passati due secondi riesco a mettere a fuoco la vista: sono Ulisse (il medico), la Riccia e Saray.
"Dio grazie!" la Riccia corre da me, seguita da Saray. "Che paura Maca." sussurra sorridendomi, mentre accarezza i miei capelli. "Menomale che ti sei svegliata, Bionda." Saray è alla mia sinistra, ha gli occhi ludici. Ma la domanda è: perché sono così preoccupate?
"Lasciate il giusto spazio a Ferreiro." il medico cammina verso di me facendo un piccolo sorriso. "Adesso devo visitarla." indica con il mento la porta, per farle capire di uscire. "Noi ti aspettiamo fuori Bionda!" Saray e la Riccia escono.
"Allora Macarena, come ti senti?" io
faccio spallucce inarcando le labbra e dopo mi metto a sedere sul letto. "Bene." annuisco accompagnando la mia risposta. "Ok. Sai cosa ti è successo?" scuoto la testa, insicura. "Hai avuto un attacco di panico e devo dire che ne hai risentito parecchio." spalanco gli occhi. "Mi scusi, quando sarebbe successo?" afferra dal taschino del suo camice una luce a penna. "Quasi mezz'ora fa." mi posa l'indice sotto il mento per avere i miei occhi sui suoi e subito dopo mi punta la luce negli occhi. "È frequente non ricordarsi. Sei svenuta nel bagno dopo che Estefanìa ti ha soccorso. Se ti concentri ti viene in mente qualcosa?" si sposta sull'altro occhio, mentre io mi sforzo a ricordare. "No." spegne la luce rimettendola in tasca. "Niente, niente?" penso ancora... Zulema.
La mia espressione da pensante, si trasforma in sorridente. Non sto pensando ai miei genitori, ma a Zulema.
"No." faccio spallucce. "Felice di aver avuto un attacco di panico?" una risata amara mi scappa. "Mi prendi in giro?" divento seria e lui ride. "Tranquilla, stavo scherzando. Tendo a ridere su tutto, è.. un mio problema." sbuffa. "Quando mi dimetti?" chiedo alzandomi lentamente. "Tra poco. Il tempo di capire cosa prescriverti per l'ansia." mi irrigidisco. "Ma di cosa stai parlando? Io-" "Ordini dall'alto." mi parla sopra. Odio quando qualcuno lo fa. "Ma io non soffro di nessuna ansia. Non mi servono stupide pasticche!" mi sfrego la fronte con il palmo della mano, mentre sospiro. "So io cos'è meglio e concordo con i miei colleghi." risponde raggiungendo il suo ufficio. "Chi te l'ha detto Ulisse?" chiedo seguendolo. "Ordini dall'alto." ripete.
Io sbuffo e me ne ritorno nel mio letto, in attesa di essere dimessa.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora