Ti aspetto

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Dio quanto vorrei baciarti, ma allo stesso tempo ho il timore di farlo. Quanto mi piacerebbe poter stare un po' di tempo a parlare con te, ma tu non mi chiedi mai di farlo. Mi osservi in silenzio, come se io non me ne accorgessi. Se solo riuscissi a capire ciò che passa nei tuoi pensieri. Oh quanto lo vorrei...
La notte fa brutti scherzi, ti penso troppo spesso Zulema.. Non mi vai più bene, perché mi stai facendo soffrire e io sto facendo soffrire te. Però mi chiedo se sono pure io nei tuoi pensieri, se qualche volta ti accorgi di star pensando a me e non ti riesci a spiegare come.
Ma forse un giorno, anche se non è da te, ti deciderai ad invitarmi nel tuo letto per coccolarci. Lo desidero tanto, ma chissà se tu lo vuoi. Nostro destino, stanotte ti chiedo di farlo avverare. Va bene anche solo una battuta, buttata lì al vento, ma rivolta a me. Lo desidero tanto... Ma perché?

Sento piangere, il pianto fa cessare i miei pensieri e mi disturba. Mi alzo sui gomiti ma non vedo nessuno piangere, allora scendo dal letto e silenziosamente inizio a girare tra i letti.
Bingo: è Mercedes Carrillo.
"Non vedi che stanno dormendo?" si spaventa, probabilmente perché le sono spuntata all'improvviso davanti agli occhi. "Non vorrai mica portarle via dai loro sogni?" inizio ad accarezzare i suoi capelli e lei scuote la testa terrorizzata. "Mh." mi siedo a terra e mi accendo una sigaretta. "Perché sei qui Mercedes?" si alza all'improvviso dal letto e se ne va a sedere sulla sedia, più vicina a lei, davanti al tavolo. "Dove scappi?" mi siedo su una sedia, continuando a fumare. "Perché non rompi i coglioni a qualcun altro?" mi mordo il labbro, per mantenere la calma. "Quale problema ti affligge?" aspiro il fumo. "Quale?" mi avvicino a lei, spargendole il fumo in faccia e lei tossisce. "Shh!" le tappo la bocca. "Si può sapere che cazzo vuoi da me?" rido con amarezza. "Sei tu che sei arrivata qui e mi hai insultata. Queste sono le conseguenze di chi fa la stronza con una figlia di puttana." sorrido ironicamente. "Perché sei qui? Ti hanno mandata le cinesi?" sul suo volto spunta un sorriso. "Loro sono morte." annuisco. "Si, ho saputo." mi alzo, iniziando a camminare verso il letto di Sole, ma mi fermo appena sono vicino a Mercedes, a cui spengo la mia sigaretta sul collo e nel mentre, le tappo la bocca per non farla sentire. "Chi ti ha mandata?" ho il terrore che le cinesi c'entrino qualcosa.
Non voglio morire.
Appena finisce di dimenarsi la lascio. "Ho ucciso la vice ispettore, cazzo." dice in lacrime. "Mi stai dicendo la verità?" annuisce ripetutamente. "Ti prego Macarena, lasciami in pace." ridacchio. "Prima fai la stronza e poi ti tiri indietro?" si inginocchia. "Perdonami." la alzo con forza e la spingo verso il letto di Sole. "Vai a dormire, prima che io ti mangi viva." me ne torno nel letto, per pensare a Mercedes. Mi stai dicendo la verità, figlia di puttana, o sei ritornata per finire l'opera delle cinesi?

******
"Maca." la Riccia mi ferma. "Ti ho vista ieri sera..." annuisco. "Quindi?" inarco le labbra con indifferenza. "La devi finire di comportarti così. Ma che ti prende? Problemi d'amore?" contraggo la mascella, sa qualcosa? "Ma che stai dicendo Riccia?" sospiro, strofinandomi la faccia con le mani. "Mi ricordo che Saray accennò queste parole: problemi d'amore e continuo a pensarci, e a pensarci, che mi ritrovo persino a sognarlo. Chi è il fortunato?" sorride. "Ma nessuno, chi vuoi che sia?" rido istericamente. "È Saray?" mi accendo una sigaretta, sotto lo sguardo serio della Riccia. "No." aspiro il fumo. "A proposito, come va con lei?" faccio uscire il fumo da un lato della bocca. "Bene... Ci ho risolto." annuisco, perdendomi nel vuoto con lo sguardo. "Maca, però... non cambiare discorso. Io non voglio vederti così, perché so che stai male-" tiro una botta a mano aperta al muro di fianco a me. "Cazzo, ma lo volete capire che io sono così, o no?" la Riccia incrocia le braccia al petto. "Smettila di fare 'ste scene. Sappiamo tutti che non sei così." spalanco la bocca dalla sorpresa. "Ma che ne sapete, soprattutto tu..." le premo sul petto con l'indice. "Tu, che mi hai chiesto di uscire con te, il giorno stesso che sono entrata in quel fottuto carcere, senza sapere chi e come sono. Quindi Riccia non fare la ramanzina a me. Perché non è colpa di nessuno se ti innamori della prima che passa." questa volta è lei a ridere amaramente. "Fai sul serio, figlia di puttana?" mi spinge. "Fai sul serio?" mi spinge un'altra volta. "Riccia, non voglio picchiarti." si avvicina a me minacciosamente. "Perché? Adesso non ti piace picchiare?" mi prende la mano, per farsi tirare uno schiaffo. "Vai Macarena, picchia. Picchia!" io mi tiro indietro. "Ma sei scema Riccia?" la guardo sbalordita dal suo comportamento. "No Maca, sei tu la scema in questione. Cazzo, non ti rendi conto di quanto il tuo cuore stia gridando aiuto? Lo sento fino a qui." si allontana di dieci passi. "Mi vedi? Sono qua e ancora lo sento benissimo." si riavvicina. "Cos'hai amore?" mi abbraccia così forte che quasi non riesco a respirare. Ma era l'unica cosa che davvero mi serviva e non l'avevo capito, fino a questo momento. Si stacca, tenendomi ancora le mani. "Io ci sono. Anche se mi hai offesa, io ci sono." questa volta la abbraccio io. "Scusa." le sussurro, mentre una lacrima solitaria percorre il suo percorso, ma l'asciugo prima della fine dell'abbraccio, per non farmi vedere vulnerabile. "Mi raccomando, vedi di fare la brava." annuisco staccandomi dall'abbraccio e insieme andiamo in cella.

Entriamo.
"Olè Olè Olè!" Saray canta a squarciagola insieme alle altre, la Riccia si aggrega a loro, mentre io cerco con lo sguardo... Zulema. Ma ovviamente non c'è, così approfittando della distrazione di tutte, vado da Mercedes, che è tranquilla sul letto. Devo scoprire le sue intenzioni.
"Carrillo." le faccio cenno di venire fuori con me e senza pensarci due volte si alza dal letto ed esce con me dalla cella. Le circondo le spalle con un braccio e inizio a camminare insieme a lei. "Come te la passi?" si stacca con prepotenza. "Macarena basta! Cosa vuoi da me? Ti ho detto quel che volevi sapere, adesso lasciami in pace!" mi guardo intorno, troppa gente... "Sai, non è così semplice. Dovrai fare un favore per me." la porto in un posto isolato. "Ti prego Macarena." faccio un'espressione infastidita. "Basta pregare Carrillo. Fammi questo favore: stasera dovrai essere in cella prima delle 21:30"
"No, non lo voglio fare."
"Quando vedrai Zulema, dovrai venire da me"
"Non lo farò."
"Ovunque io sia e flirterai con me. Appena fa per andarsene ci baceremo." mi spinge. "Ma che gioco malato è questo? Io non ti bacerò mai. Sapevo che eri innamorata di me." l'afferro per il collo. "Io di te? Ma ti senti quando parli? È solo un favore tra... colleghe." faccio spallucce. "No Macarena, io non lo farò." stringo la presa sul collo, fino a farla diventare viola. Mi stacco da lei e inizio a camminare per andare in cella. "Fa niente, troverò un altro modo. Tu tieni gli occhi aperti." "No ok, lo farò." mi volto verso di lei sorridendo. "Ti aspetto."

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora