Non ci sperare

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"Adesso sarai tu a dover cambiare cella, perché le notti senza la paura di essere soffocata nel sonno, non le vedrai più." ride, iniziando a camminare verso il cortile. Sinceramente ho paura, ho paura di perdere tutto. Soprattutto Zulema, che ancora non ho visto.
Nessuno mi ha ancora rivolto parola, nonostante che sia uscita da questa mattina e ne sono anche consapevoli. Le mie cazzo di amiche sanno dell'uuscita dall'isolamento e non mi vengono nemmeno a cercare. Saray e la Riccia avevano promesso di starmi vicine, perché Mercedes non perderà tempo a fare quello che vuole fare.
"Maca." mi volto ed è la Riccia. Sono sollevata, perché almeno lei è qui con me. "Riccia." l'avvolgo tra le mie braccia, stringendola forte. "Mercedes mi ucciderà e adesso è sicuro Riccia, è sicuro!" si stacca dall'abbraccio, guardandomi scocciata per le mie convinzioni. "Le hanno ucciso la figlia e ha rigettato la colpa su di me, perché mi sono messa tra lei e le cinesi." a questo punto spalanca leggermente la bocca e il suo sguardo diventa preoccupato. "Se è vero quel che mi dici, non posso lasciarti sola un secondo." mi prende sottobraccio e comincia a camminare verso il cortile (visto che è l'ora d'aria). "Riccia tu non devi lasciarmi da sola, perché sei l'unica che ancora tiene a me." mi guarda stranita, ma dovrebbe saperlo. "Non ti ho ancora chiesto scusa per quella discussione per Saray. A proposito, come va con lei?" fa spallucce sospirando al vento. "Sta sempre attaccata al tuo amore." mi stacco da lei, non deve scherzare su Zulema. "Seriamente, sta sempre con Zulema e non mi piace. Quando passa troppo tempo con lei, diventa marcia." mi riprende sottobraccio e dopo tre passi siamo in cortile, dove mi accendo una sigaretta e mentre la fumo cerco disperatamente Zulema, che dopo venti minuti appare sotto il mio sguardo. "Non guardarla, Macarena. Le fai solo pensare di aver vinto." acciglio le sopracciglia, portando lo sguardo su quello della Riccia. "Che vuoi dire? Zulema non ha proprio fatto niente. È colpa di Mercedes se, adesso, il nostro rapporto è rovinato." scuote la testa, distogliendo velocemente lo sguardo. Allora mi avvicino a lei. "Che?" sospira rumorosamente. "Non ci sperare." contraggo la mascella, mentre le mie mani passano sui miei capelli per incrociarsi dietro la nuca. "Che cosa sai Riccia?" indico con il mento Zulema, per farle capire a cosa mi stia riferendo. "Niente Macarena, solo che... Quando eri in isolamento, era come se non le mancasse niente; sorrideva, scherzava e non scompariva mai. Era fissa, come adesso, con Saray. Come se..." "Non le importasse niente di me."
Deglutisco fissando il vuoto, mentre autonomamente la mascella mi si contrae, per cercare di evitare le lacrime. Subito dopo mi siedo e mi accendo un'altra sigaretta, con la Riccia al mio fianco. Entrambe guardiamo nella stessa direzione, ma per persone differenti: lei per Saray e io per Zulema. Fa così male vederla felice, senza di me. Fa così male vedermi senza di lei.
"Macarena Ferreiro." una detenuta copre il sole che avevo, fino a pochi secondi fa, davanti agli occhi. La Riccia si alza, seguita da me. "Tranquilla." le faccio cenno col mento di andarsene. "Che vuoi Coral?" chiedo guardandola minacciosamente. "Volevo chiederti scusa. Grazie a te ho smesso con lo spaccio e se hai bisogno ci sono." sorride, porgendo la mano. "Mi prendi per il culo?" le stringo la mano, fino a farla gemere dal dolore. Ma solo dopo alcuni secondi, mi viene in mente che può essermi di aiuto con Mercedes. "No!" leva la mano dalla mia presa, toccandola delicatamente. "Scusami, non so che cosa mi è preso." scuote la testa, con lo sguardo ancora dolorante. "Tranquilla, me lo merito." le do una pacca sulla spalla, sorridendole.
Zulema. Il suo sguardo brucia su di me, o sbaglio? Mi volto verso di lei. Bingo. "Stavi bene senza di me, mh?" penso tra me e me, prendendola per il culo.

*******

Sto andando in bagno per lavarmi i denti, quando qualcuno mi prende di peso, tappandomi la bocca e in un secondo mi ritrovo in una stanza. "Ciao Macarena." non riesco a vedere chi mi stia parlando, a causa del buio. "Chi cazzo sei?" ride amaramente, avvicinandosi di alcuni passi. "Non mi riconosci?" la riconosco, o almeno la voce... Mercedes Carrillo è pronta ad uccidermi. "Non hai perso tempo-" un dolore assordante mi pervade il volto: mi hanno appena tirato un gancio. "Tranquilla non sarò io ad ucciderti. Non voglio avere il tuo sporco sangue sulle mie mani." altri pugni mi vengono tirati, seguendo sempre e solo un ritmo. "Però mi piace guardare, sai? È più bello vederti soffrire, così non ti farò morire subito... Anzi ti ho portato un regalino..." passa un oggetto, che non riesco a vedere, ma subito percepisco il suo materiale: è un tubo d'acciaio, che mi viene battuto ripetutamente, dove capita. "Cazzo!" No, non è il mio urlo. È di Mercedes. "Fuori adesso!" sento gemiti di dolore, ma non riesco a vedere, finché non accendono le luci: al mio fianco ci sono Coral e due sue amiche. Coral mi sta slegando con delicatezza, cercando di non farmi male; le sue amiche si occupano di Mercedes e le sue amichette. Appena mi alzo, inizia a girarmi la testa, a causa delle botte prese su di essa. Ma senza darci peso, vado barcollante verso Mercedes, seguita da Coral. "Figlia di puttana." dico con affanno, per tirare pugni al vuoto (non volontariamente, è perché non ce la faccio; infatti mi è arrivato in faccia un montante, che mi ha stesa.)
"Dio Santo." mi arrendo e decido di far fare il lavoro a loro, ma appena mi metto in un angolo arrivano le guardie (probabilmente hanno visto dalle telecamere), che ci prendono a manganellate. Mancavano solo loro! Dopo ci portano in infermeria; una cosa veloce: a me hanno messo i punti e disinfettato ogni punto da cui sto perdendo sangue. E dopo un giro dalla direttrice ritorno in bagno a lavarmi i denti, cosa che avrei dovuto fare da ore!
"Coral!" la fermo. "Macarena." sorride. "Stai bene?" mi accarezza il braccio. "Sisi, ti volevo ringraziare." mi gratto la fronte. Mi pesa un sacco essere stata salvata dalla mia spacciatrice...
Affaticata, raggiungo la camera, per stendermi sul letto "Caro mio letto." dico voltandomi verso destra e mi ritrovo la Riccia di fronte. "Dormiamo insieme?" mi alzo sui gomiti rapidamente e, guardandola stranita, mi avvicino. "Non se ne parla. Non c'è niente tra noi, Riccia." bisbiglio. "Perché devi pensare sempre male? Magari quella psicopatica di Mercedes ti uccide nel sonno." sale senza altre discussioni, facendomi rimanere allibita sotto al suo sguardo.
Mi rimetto nella stessa posizione di prima e, voltandomi su un fianco, vedo l'unica persona che avrei voluto mi difendesse dal male. Ma ha deciso di proseguire la sua vita, senza di me... L'unica cosa che mi rimane, è osservarla quando dorme. Bella come sempre, solo che non posso parlarle o toccarla, come facevo prima. Vorrei andare nel suo letto e abbracciarla, perché più tempo passa, più la desidero.

Ha aperto gli occhi e il mio respiro va a mancare. "Dio mio." si volta dall'altra parte, sbuffando. Si sta lamentando di me? Adesso basta, sono stanca di questa situazione e poi per cosa? Per qualcosa che non ho nemmeno fatto? Non se ne parla. Lentamente cerco di scendere dal letto senza svegliare la Riccia e subito vado sul letto di Zulema. "Che cazzo!" si alza sui gomiti, per guardarmi. Mhh, quel suo sguardo!!!
"Che stai facendo?" continuo a fissarla, per poi finire in un sorriso che cerco di nascondere. "Che sto facendo, Zulema?" mi mordo l'interno di entrambe le guance per non sorriderle. "Fanculo." si stende nuovamente, rimettendosi il lenzuolo fino alle spalle. "Zulema, sai benissimo che è stata una sua fantasia. Non sono mai stata con nessuno!" le levo il lenzuolo, avvicinandomi a lei. "Chi se ne frega." resta sdraiata, senza neanche guardarmi. Zulema perché devi sempre fare la stronza? "A me frega, Zulema." la giro verso di me, guadagnandomi un'occhiataccia. "Allora abbiamo interessi differenti, anche perché io con te non ho niente a che fare. E lasciami dormire." schiocco la lingua sul palato. "Va bene. Ma sappi che abbiamo a disposizione anni, quindi riuscirò a risolverla, con o senza il tuo consenso!" scendo dal suo letto, con il petto gonfio. Deve farmi sempre incazzare questa figlia di puttana. E tutto per colpa di quella stronza, che mi ha fatto crollare il castello di carte che stavo costruendo insieme a Zulema.

Io ti distruggerò Mercedes Carrillo.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora