Bionda mia

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Una notte in bianco da aggiungere alla lista. Quelle fottute parole di Zulema Zahir, mi ribollono ancora dentro. Ma non sono incazzata con lei, perché oggi il mio obbiettivo è un altro: Mercedes Carrillo.

"Che fai? Non mangi?" chiede Riccia, guardando il vassoio ancora pieno. "No. Puoi mangiarlo tu, per favore?" chiedo gentilmente, mentre le faccio il broncio. "Col cazzo... Che rifaccio lo stesso errore." prende la forchetta, per infilzare la colazione, che poi porta davanti alla mia bocca. "Forza." mi avvicina ancora di più alla bocca il cibo, ma io scuoto la testa, rifiutando così l'offerta. "Apri." la Riccia mi guarda con serietà, facendomi quasi ridere. Non è mai stata così seria in vita sua. "Dio, Riccia, non ho fame." spingo lontano di pochi centimetri, il vassoio. "Non fare la bambina." riporta il vassoio dove prima e senza accorgermene per la distrazione, mi ritrovo il boccone in bocca. Sono costretta a mangiarlo... E a dire la verità fa un po' schifo! "Ma che brava bambina!" mi stringe la guancia, come fanno le nonne ai loro nipoti. Dopo aver inghiottito, con fatica, dico: "Fanculo." insieme ridiamo, ma a farmi diventare seria il secondo dopo è Zulema, che si alza dal tavolo, battendo i pugni su esso. Appena faccio per alzarmi una mano mi ferma, tenendomi il polso. "Se solo la guardi... Ti tiro un pugno." la Riccia è stata più che chiara, non devo darle la soddisfazione, ma come faccio a dirle che è più forte di me andarle dietro e darle sempre mille spiegazioni? 

Decido di finire la colazione, riuscendo a distrarmi dai miei pensieri riguardanti Zulema. "Comunque..." abbasso il tono di voce, accorgendomi di stare urlando. "Devo uccidere Mercedes, prima che lei uccida me." la Riccia spalanca gli occhi, guardandosi intorno. "Ma che ti viene in mente?" chiede mentre svuota il vassoio. "Ho una brutta sensazione, Riccia. Quella mi ha minacciata e penso che non voglia perdere altro tempo." svuoto il vassoio e inizio a camminare con la Riccia la mio fianco. "Ti avrebbe già uccisa." scuoto la testa, per negare la sua affermazione. "No Riccia, non ne ha avuto l'occasione." mi guardo le spalle, sono terrorizzata di una (Mercedes) che è più terrorizzata di me. "Non puoi uccidere di nuovo. La tua condanna salirà di non si sa quanti anni." faccio spallucce, mentre inarco le labbra. "Non mi interessa. Anche perché, a gente come lei, basterà qualche minaccia... A lei e alle sue amichette." mi prende sottobraccio, mentre entriamo in biblioteca per il mio turno. "Non possiamo fare le cose da sole." mi fermo, guardandola divertita. "E chi ti ha detto che siamo da sole?" sposto lo sguardo su Coral, che sta leggendo un libro. "Vieni con me."
Mi siedo al tavolo di Coral, seguita dalla Riccia. "Coral." chiamo la sua attenzione. "Hey Maca." mi sorride, chiudendo con delicatezza il libro. "Posso chiederti un favore?" acciglia le sopracciglia, mentre incrocia le sue braccia. "Che cosa? Non vorrai ancora d-" la fermo subito con un calcio sulla tibia, non deve saperlo la Riccia. "Stai zitta." mimo velocemente con le labbra, per non farmi vedere dalla Riccia e Coral annuisce, con espressione dolorante sul volto. "Dimmi tutto." dice guardando entrambe. "Posso fidarmi delle tue amichette?" mi guarda confusa, seguita dalla Riccia. "Se una della mia banda, è in pericolo di vita... Posso contare su di voi o no?" mi guarda sbalordita. "S-Si." sorride. "Perché?"
"Queste sono cose un po' riservate."
"Ma se dobbiamo aiutarvi devo sapere il motivo, non credi?"
"Mi stai facendo alterare, Coral." sorrido ironicamente. "Conta su di noi." le accarezzo la testa, per ringraziarla e insieme alla Riccia mi alzo, andando al deposito libri (si, devo mettere in ordine tutti i fottuti libri). "Ma sei scema?" la ignoro, continuando a camminare. "Macarena." fischio una canzone, mentre cerco il posto del libro. "Che cazzo, Maca!" mi volta verso di lei, per incrociare i nostri sguardi. "Che noia Riccia! Che vuoi?" chiedo scocciata, facendola rimanere a bocca aperta. "Che voglio? Ma- Ma chi era quella?" indica il vuoto con la mano destra, mentre con la sinistra mi tira leggeri schiaffetti. Faccio cadere i libri volontariamente e dopo, prendo la Riccia per il colletto della felpa per sbatterla sugli scaffali. "È Coral. Non toccarmi mai più, Riccia." mi spinge, liberandosi dalla mia presa. "Maca, questa situazione ti sta mangiando il cervello! Chi cazzo è questa Coral? Almeno ti puoi fidare?" sbuffo, raccogliendo i libri da terra. "Si, ci si può fidare." annuisce arrogantemente. Non mi lascerà in pace fino a quando non le dirò la verità... Mi parlerà ancora?
"Sei così misteriosa, cazzo! Se ti devo aiutare, devo sapere se sei dalla parte del torto, no?" contraggo la mascella. Adesso devo dare spiegazioni a tutti? Non se ne parla.
"Senti Riccia, se vuoi aiutarmi bene, sennò sei libera di passare a Mercedes e uccidermi." continuo con il lavoro, sotto lo sguardo arrogante, ma attento al tempo stesso. "Ma ti senti quando parli?" mi viene incontro dopo qualche minuto. "Mi ha già provato ad uccidere, Riccia." rimane a bocca aperta dalla paura. "Coral e le sue amiche mi hanno aiutata. Queste non sono ferite di pugilato... L'ho lasciato il pugilato!" indico le mie ferite, facendo preoccupare maggiormente la Riccia. "Dio Maca, mi dispiace." mi abbraccia con tanto di quell'affetto, che in questo momento è l'unica cosa che davvero mi manca. Non posso neanche dimenarmi, perché ho davvero bisogno di un abbraccio.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora