Mi passi l'accendino?

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"Non c'è gusto a giocare con voi.. Perdete sempre." tutte ridiamo, tutte tranne Zulema, che in questi giorni sto vedendo raramente. "Fanculo!" mi risponde Antonia facendomi spostare lo sguardo dal letto dello scorpione. "Va beh, io vado a fumare una sigaretta." sorrido, posando le carte sul tavolo e alzandomi, mi incammino verso il cortile.
Mi siedo in un angolo e dopo aver aspirato il fumo dalla sigaretta, alzo la testa per guardare il cielo illuminato dal sole mattutino; faccio uscire il fumo dalla bocca e chiudendo gli occhi, faccio percorrere il vento sul mio viso, per poi impigliarsi nei miei capelli biondi.. biondi.
Mi manca il "bionda" detto da quella figlia di puttana. Ma non m'interessa. Io e lei siamo nemiche. Nemiche già prima di nascere, si.
Finiamoci questa sigaretta.. "È meglio." sospiro, ritornando con lo sguardo che guarda davanti a me e non l'avessi mai fatto.. Zulema e Saray erano appena entrate in cortile. Respiro profondamente, così da non farmi scappare il controllo e appena vedo lo sguardo di Zulema che sta per girarsi verso la mia direzione, sposto il mio sguardo sulle mie ciabatte bianche, mentre aspiro il fumo della sigaretta.
"Bionda." alzo subito lo sguardo, ma c'è solo Saray. "Ciao gitana." dico mentre guardo dietro di lei. "Inutile che la cerchi. Non è voluta uscire." annuisco, è ritornata perché mi ha vista?
Non ti deve importare Macarena.
Faccio l'ultimo tiro dalla sigaretta e subito dopo la spengo, lanciando il filtro lontano faccio uscire il fumo. Mi alzo e saluto Saray con un cenno della testa, con l'intento di rientrare, ma appena metto il primo passo Saray mi afferra il braccio tirandomi a sé. "Non cercarla." io faccio spallucce, mentre cerco di convincere me stessa che non mi importa niente di lei.
Nemiche.
"Chi se ne frega Saray." levo la sua presa con prepotenza e me ne vado a passo svelto.

*****

"..3, 2, 1. Stop!" mi sdraio a terra, asciugandomi la fronte dal sudore. "Hai fatto un ottimo allenamento Maca! Però adesso vatti a fare una doccia." Bambi si alza disgustata per l'odore di sudato. Dio mio.. In effetti ha ragione. "Grazie Bambi. A dopo." Bambi se ne va, mentre io raccolgo le mie cose, che sono sparpagliate per tutta la palestra. Ma la mia voglia di metterle a modo è pari a zero, così le butto come vengono nella mia sacca.
Arrivata nei bagni mi preparo l'asciugamano e la divisa pulita, che mi serviranno per dopo e prendendo lo shampoo e tutto il resto che mi serve invece per farmi la doccia, apro l'acqua calda, buttandomi sotto, facendola scorrere liberamente sulla mia pelle per rilassarmi. Ne ho proprio bisogno.
Dopo due passate di shampoo, una di balsamo ed essermi lavata addosso esco, mi asciugo addosso e mi tampono i capelli fino a farli diventare umidi.
Vado dritta in cella bella profumata, ma non c'è nessuno.. ne approfitterò per fare le mie cose: apro la mia sacca e mi prende la depressione: "Bel casino." la lancio a terra svogliata e senza pensare a niente, salgo sul mio letto, dove mi stendo e dopo neanche dieci minuti qualcuno entra in cella, chiudendola da dentro con il pulsante. Mi alzo sui gomiti e la vedo: sta salendo sul suo letto facendo finta che non ci fossi.
"Zulema." si gira di spalle e non mi considera, allora balzo giù dal letto e vado verso il suo. "Dove stai tutte queste ore? Non ti vedo mai." vado dalla parte sinistra del letto, per guardarla in faccia. "Evidentemente è perché non voglio." risponde voltandosi di nuovo per darmi le spalle. Una risata amara esce involontariamente dalla mia bocca. "Cazzo ridi?" si volta verso di me. "Così." faccio spallucce e salgo sul suo letto.
Perché sono qui? Evidentemente per i sensi di colpa che mi mangiano lo stomaco dalla sera del film.
"Cosa vuoi biondina?" faccio di nuovo spallucce. "Come stai?" chiedo facendo un piccolo sorriso. "Che cazzo di domanda è?" ride amaramente, scuotendo la testa. "Una domanda che si fa tra.." mi fermo. Meglio non dire stronzate. "persone." annuisce inarcando le labbra. "Bene. Adesso scendi dal mio letto." scuoto la testa per negare il suo desiderio. "O scendi o ti ci butto." resto impassibile. "Mi stai sfidando?" annuisco sorridendo. "Guarda che se ti fai male non me ne frega, Macarena. Quindi o scendi o ti butto." mi arrendo e scendo.
Quelle parole mi hanno stranamente fatto male. Perché? Non lo so.
Uscendo da quella cella una rabbia e una tristezza di una nuova versione (significa che mai ho provato), prendono il sopravvento, non volevo parlare con nessuno, così vado in sala ricreativa per buttare le mie emozioni sull'arte, ma dopo un'ora...
"Vieni in cortile?" sbuffo tirando a terra la sedia su cui ero seduta poco fa. "Ci sono già stata in quel cazzo di cortile." Saray mi viene incontro, prendendomi tra le mani il viso. "Bionda ti devi calmare." la spingo. "Ma non mi rompere i coglioni!" quasi urlo dal nervoso. "Che sta succedendo Ferreiro?" entra una guardia. "..Niente." guardo Saray furiosa e appena ho l'occasione me ne vado da quella stanza del cazzo.
"Mi spieghi che le succede?" chiede la Riccia indicando il vuoto. "Problemi d'amore.. Te lo dico io." risponde Saray guardando il vuoto. "Che vuoi dire?" la Riccia spalanca gli occhi. "Niente." a questo punto esce anche Saray e con passo svelto riesce a raggiungermi, ma non viene a parlarmi, si nasconde, perché sto parlando con Zulema.
"Mi passi l'accendino?" indica la mia mano. "Mi passi l'accendino?" ripeto con sguardo furioso, alzandomi di scatto. Lei annuisce. "Vuoi l'accendino Zulema? Prenditelo, cazzo." glielo lancio sul petto e me ne vado, aspirando nervosamente il fumo dalla sigaretta. Le sue parole, anche se sciocche, in qualche modo fanno male (più di quanto credi, lettore).
Vedo Saray fare due passi avanti, ma ritorna indietro improvvisamente. Capisco solo quando una mano afferra la mia spalla per voltarmi. "Che c'è Zulema? Vuoi un altro accendino?" chiedo ironicamente. "Che hai?" chiede ridandomi l'accendino. "Che ho? Ho che mi avete rotto il cazzo tutti. Prima siete gentili, poi siete stronzi. Prima ci siete e poi sparite!" mi sto palesemente riferendo a lei, usando il plurale come copertura.
Dio mio levati dalla mia vita Zulema.
"Magari sei tu che sparisci." rimango a bocca leggermente aperta. Io che sparisco? Schiocco la lingua sul palato e appena faccio due passi mi trovo con la schiena al muro. "L'unica delle due che se ne deve andare.. sono io." detto fatto se ne va, a questo punto anche io, ma dalla direzione opposta e ancora più nervosa di prima.
Ma.. perché mi interessa così tanto la presenza di Zulema?

Per dirti, caro lettore, che qua chi davvero non ci capisce nulla, nemmeno di se stessa, sono io.
Figurati come sono messa.. Dopo tutto sono bionda.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora