State insieme?

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"Zulema, come stai?" le do un bacio, che fa incollare le nostre labbra, continuandolo mentre mi siedo di fianco a lei. "Sono in grado di scoparti... Quindi sto bene o no?" sorride sulle mie labbra. "Dovresti farmi controllare." le apro le gambe, ma le richiude immediatamente. "Che voleva Castillo?" distolgo subito lo sguardo; oggi morirò di ansia! Aiuto. "Ma niente... Le solite visite." giro gli occhi al cielo, per farle capire che sono scocciata, ma non ci casca. "Cerchi di incastrare Zulema Zahir?" mi tira un'occhiataccia. "Che cazzo voleva Castillo?" il suo sguardo diventa subito serio appena incrocia il mio. "Ma nulla, Zulema!" mi stendo sul suo letto. "Non me lo vuoi dire?" me la ritrovo sopra di me, che mi guarda con sguardo seducente. "Non ho niente da dire." le stringo i fianchi con forza, mentre mi attacco alle sue labbra, che cerco di divorare per non farla parlare. "Bionda." si stacca per guardarmi e subito mette una mano sulla mia intimità, coperta dalla stoffa del pantalone. "Scorpione." le afferro i capelli, allontanandola. "Ho bisogno dei miei spazi, eh." "Ah si?" la sua mano è finita sotto la mia canottiera, per stringere il mio seno. "Zule." ci ricomponiamo di colpo, appena sentiamo la voce di Saray, che si avvicina insieme ai suoi passi. "Zule, sei qui?" si affaccia. "Oh eccoti!" ci guarda stranita e subito le spunta un sorrisino. "Ti dovrei mettere la pomata... Ma penso che la Bionda sarà più contenta di me a mettertela." si avvicina al letto porgendomi la pomata, che io afferro arrossendo. "Vabbè ci vediamo dopo." "Saray, in realtà dovrei parlarti." il suo sguardo diventa subito serio, mentre annuisce. "Arrivo subito." dico, tenendo la pomata in mano.
Siamo a un po' di passi di distanza, i giusti per non farmi sentire da nessuno. "Saray..." abbasso lo sguardo, non so se dirglielo. "Bionda parla, mi stai facendo preoccupare."
E fai bene Saray.
"E fai bene Saray." ripeto ad alta voce, facendo spalancare gli occhi alla mia amica. "Oggi sai che è venuto Castillo, no?" "Si, in effetti è strano, perché è anche scomparsa Mercedes e credo c'entri..." si ferma, capendo solo dal mio sguardo. "Oh cazzo." si porta una mano alla fronte, mentre mi guarda. "Non pensavo dicessi sul serio. Io- Cazzo Bionda." So di aver fatto una cazzata, Saray. "Devo confessarti che non sento i sensi di colpa. Cioè si, ma per il fatto di essere diventata come Zulema." alza un sopracciglio, guardandomi confusa. "In che senso?" sbuffo scuotendo la testa, mentre porto le mani ai miei fianchi. "Sono riuscita a ridere e a scherzare, dopo neanche venti minuti da... dall'accaduto." "Ah..." mi poggio sul muro e mi accendo una sigaretta. "Castillo mi ha già interrogata, perché qualcuno ha fatto la spia." guardo alla mia sinistra, minacciosamente. "Sono state loro, sono le uniche ad avermi vista." Saray mi appoggia le sue mani sulle mie spalle. "Stai con i piedi per terra, hai già fatto un cazzo di casino. Non voglio sentire altre cazzate simili uscire dalla tua bocca." annuisco, sfregandomi nervosamente le mani sul volto. "Adesso, l'unica cosa che devi fare è stare tranquilla, senza fare niente che possa attirare l'attenzione su di te." annuisco, abbassando lo sguardo. Saray mi tira un leggero schiaffo, per attirare la mia attenzione. "Ho detto niente, sono stata chiara?" "Si." mi ricompongo e chiudendomi la felpa, decido di ritornare da Zulema.
"Ce ne hai messo di tempo." si alza dalla sedia, mentre il fumo esce da solo dalla sua bocca. "Si, scusami." sorrido, mentre apro il barattolo della pomata, che subito dopo faccio uscire sulla mia mano sinistra. "Levati la canottiera." sul suo viso appare immediatamente un sorriso provocante, seguito dallo sguardo. "Potresti farlo anche tu." "Non fare la scema." dopo aver spento la sigaretta, si leva la canottiera sorridendo. "Eccola." me la lancia addosso. "Idiota." ridacchio, raggiungendola. Le mie mani sono a contatto con la sua pelle, la causa che fa irrigidire Zulema. Appena finisco di spalmarle la pomata sulla schiena, decido di provocarla: "Cos'hai Zulema?" mentre le pongo la domanda mi avvicino con le mani al basso ventre. "Non fare la stronza." "Chi? Io?" mi attacco al suo collo scoperto, riempiendola di baci e piccoli morsi, che la fanno ansimare. "Se entra qualcuno e ci vede, sono cazzi tuoi. Sappilo." scuoto piano la testa, mentre sulla sua pelle sussurro: "No Zulema... Sono cazzi tuoi, perché sarai tu a non aver raggiunto l'orgasmo in tempo." si volta e aggressivamente afferra il mio collo. "Ti sbagli, Macarena." lascia la presa e va verso il pulsante per chiudere la cella. Lo preme e ritorna da me con sguardo a dir poco provocante. Mi prende di peso, per poi mettermi seduta sul tavolo. "Apri le gambe e chiudi la bocca." dice, notando la mia bocca leggermente spalancata. "Bionda noiosa." non volendo aprire le gambe, me le apre con forza per infilarsi in mezzo ad esse. "Allora Bionda... vuoi raggiungere l'orgasmo?" entra dentro di me, con le due dita più veloci (medio e anulare), facendomi toccare il paradiso. "Tu che dici?" ansimo sulla sua bocca, mentre spingo più in profondità le sue dita. "Dillo." ferma ogni suo movimento. Fottuto elfo dell'inferno. "Voglio... Raggiungere l'orgasmo."

*****

"Macarena Ferreiro, finalmente ci conosciamo." batte i fogli sulla scrivania, finendo di leggere il mio curriculum. "Vedo che ti curi con degli ansiolitici." sbuffo, giocherellando con i miei capelli. "Non ne ho più bisogno." annuisce, rimettendo nel cassetto quei fogli. "Beh, questo lo stabiliremo con le sedute." incrocia le mani, mentre si distende sulla sua sedia, appoggiando così la schiena. "Si può fumare?" nega la mia domanda, alzandosi dalla sedia. "Sono qui per aiutarti Macarena. A te come alle altre tue compagne. Quindi qualunque cosa ti passi per la testa, sono a vostra disposizione." rido ironicamente, ma al tempo stesso con amarezza. "Sti cazzi, non gli aggiungi?" è serio, che mi fa quasi paura. "Te lo dico con trasparenza, perché ormai sei adulta da parecchi anni... Se non riesco a curarti ti etichetteranno da detenuta a psicopatica, quindi vedi di collaborare. Che ne dici?" rovista nel suo armadietto. Io ho già la pelle d'oca, è riuscito a tenermi testa. "Ecco ciò che ti serve." sorride, poggiando la scatola di non so cosa sulla scrivania, per poi risedersi al suo posto. "Queste agiscono in più punti: ti aiutano con l'ansia, a dormire e altre cose. Se ci ho azzeccato mi regali un pacchetto di sigarette." inizia a scrivere sul computer, le sue dita sono abili e quindi velocissime, non riesco nemmeno a seguirle. "Parla." mi ricompongo, sentendomi minacciata. Non so neanche spiegarmi il motivo del perché sto ancora qua, in silenzio, senza neanche rispondere a tono. "Per ora, n-non ho niente da dire." mi gratto la fronte per indicare disagio, che spero tanto sia un segno che non capisca. "Ti prego, dimmi qualcosa. Sennò un'ora la passo a martellarmi sui.. Insomma, hai capito." trattengo la risata, non voglio dare soddisfazione, tanto meno a questo. "Come ti chiami?" "Manuel." annuisco, osservando ogni oggetto in quella stanza. "Fuori da qui avremmo potuto essere ottimi amici, Manuel. Ma qua dentro saremo solo due sconosciuti, che ogni fottuto venerdì passerà un'ora inutile della sua vita, a martellarsi sui coglioni... Che io, fortunatamente, non ho." ridacchia, scarabocchiando su un foglio a quadretti. "Bene. Hai qualcuno qua dentro?" "Qualcuno?" ferma quel che sta facendo, per iniziare a gesticolare come un italiano. "Si, qualcuno con cui ti confidi o, comunque, qualcuno con cui passi tutta la giornata." annuisco e arrossendo, distolgo lo sguardo. Si, ho pensato proprio a Zulema, a cui non ho fatto raggiungere l'orgasmo! (Non te l'ho detto, perché per lei sarebbe stato troppo imbarazzante far sapere a tutti che si è fatta fregare da una bionda, figlia di papà.) "Si.. qualcuno ce l'ho." "State insieme?" sul mio volto appare un'espressione triste. "No, purtroppo no." riporto lo sguardo su Manuel. "Notando i tuoi sguardi, dovreste." faccio spallucce. "È più complicato di così." chiude la penna, con cui sta continuando a fare scarabocchi. "È legale?" "Si che è legale!" dico con tono sorpreso per la domanda. "Allora non è complicato." sorrido come una scema, pensando al mio scorpione. "Come si chiama?" "Questo non posso dirlo." continuo a sorridere, spazzolandomi i capelli con le dita. "Avete avuto rapporti sessuali, almeno?" annuisco imbarazzatissima. "La prossima volta vedi di tornarmi fidanzata, ma anche... spettinata." rimango sbalordita da ciò che Manuel ha appena detto.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora