Ho perso tutte qua dentro ormai da tre anni... Pensa che svariate volte ho tentato il suicidio, che però ho sempre rimandato per la mia ingenuità che mi porta a credere che riuscirò a risolvere le cose con Zulema, prima o poi, ma più è passato il tempo più la mia voglia di farla finita è aumentata: tre giorni fa ho riprovato, perché ormai ho tutte nemiche qua dentro. Però non l'ho fatto, perché tanto domani me ne andrò per sempre da qui, dove mi sono sentita, ancora oggi, così inutile, così figlia di puttana soprattutto per quel che ho fatto, ma in realtà non me ne pento, perché ho dato alle mie amiche (che adesso sono nemiche), ma soprattutto alla mia figlia di puttana, l'opportunità di ricominciare davvero la sua fottuta vita. Gira voce che sta aiutando la polizia, cosa che non è proprio da Zulema Zahir.
Se vuoi saperlo ho smesso di andare da Manuel, lo psicologo, che mi ha scocciata per la sua insistenza sul dover farmi perdonare da Zulema, insisteva perché non sa chi è questa Zulema, non ha la più pallida idea di come sia veramente. Non mi perdonerà mai, anche perché ormai della sua vita non ne faccio più parte, e fa così male dirlo o semplicemente pensarlo; per non parlare di quando la vedo ridere insieme alle altre o quando la vedo piangere di notte per non so cosa. So solo che fa male voler andare lì ad abbracciarla, ma non potere.
Zulema Zahir ti ho amata alla follia e continuerò a farlo, anche se ti ho solo delusa in questi anni.
Mi mancherà avere le crisi di ansia per la paura di morire, per la paura di non essere abbastanza... Insomma mi mancheranno le paure che solo in carcere si possono avere. E finire così la mia storia, qua dentro, mi fa solo e soltanto svenire. Cosa ne sarà di me? Qualcuna delle mia amiche, ormai diventate nemiche, si ricorderanno della mia esistenza? Spero che almeno quel maledetto scorpione lo faccia, perché senza di lei rischio l'arresto cardiaco. Non gliene fregherà più niente tanto, però nel mio cuore avrà sempre un fottuto posto.******
Suona la sirena. Tutte si svegliamo nello stesso arco di tempo e subito dopo iniziano a vestirsi con fretta per prendersi il posto alla mensa.
Speravo in un vaffanculo, almeno da ognuna di loro, ma probabilmente non sono degna neanche di quello... Mi hanno lasciata su questo letto, che spero di non rivedere nella mia vita. "Ferreiro, la direttrice ti aspetta." annuisco e subito scendo dal letto per mettermi la felpa e le ciabatte con molta calma, per trovare il bagno tutto per me. "Eccomi." "Ce ne hai messo di tempo." scuote la testa, facendomi infastidire. "Fanculo cazzo, fanculo a te e a questo fottuto carcere." soffio una risata, guadagnandomi il suo odio... Tanto oggi esco, placati amore.
Arrivo finalmente in bagno, dove posso prendermi del tempo per me, per farmi bella prima di andarmene... In realtà non so neanche per chi, visto che là fuori non ho più nessuno che mi aspetta, che mi accolga tra le sue braccia dicendomi che gli sono mancata. Adesso sono veramente sola e non ho più un senso per nessuno; devo prendere la mia vita in mano e ricominciare da zero, anche se sarà molto difficile dopo aver conosciuto Zulema Zahir.
Apro la porta e indovina chi trovo? Zulema, nuda, che si sta tamponando i capelli con l'asciugamano. Dimmi se questa non è l'ironia della sorte, poi da fare proprio adesso, dopo il mio fottuto discorso! Ovviamente mi blocco davanti alla porta, col petto colmo d'aria perché mi ha appena guardata. Così, mi ritrovo a fissarla per qualche secondo, secondi che sono bastati per far arrivare le lacrime agli occhi, che purtroppo sono costretta a far tornare indietro per cominciare a lavarmi e alte cose.
Ma non ce la faccio a non guardarla, ormai sono passati tre anni senza di lei e mi manca, mi manca ogni suo atteggiamento, il suo profumo, il suo sapore, i suoi baci e persino i suoi insulti. Mentre penso per la milionesima volta ai nostri trascorsi, mi scappa una risata soffiata che attira per un attimo la sua attenzione; scuoto la testa riprendendo a me la serietà, per continuare a prepararmi con l'angoscia e la tanta voglia di andare lì e baciarla.Sta per uscire, è la mia unica occasione per andarmene via di qui senza rimpianti.
Forza e coraggio bionda noiosa.
Le chiudo la porta, bloccandole il passaggio e rischiando le botte. Mentre mi trucida con lo sguardo, strizzo gli occhi dalla paura per come possa reagire, ma non mi sposto assolutamente dalla porta. "Zulema." riapro lentamente gli occhi e il suo sguardo omicida è ancora su di me. Deglutisco rumorosamente il nodo alla gola che ho da sempre. "Oggi me ne vado, ma non voglio andarmene senza aver colto l'attimo." le rivolgo un piccolo sorriso, ma non ricevo nulla in cambio, cioè si: una Zulema irritata, che come sempre schiocca la lingua sul palato, distogliendo per un secondo lo sguardo da me per voltare la testa verso destra. "È inutile continuare ad essere arrabbiata con me. Cosa avresti fatto fuori da qui? Te lo dico io, Zulema: niente. Avresti continuato a fuggire, ma non dalle guardie.. Dalla libertà, cosa che io non ti ho portato via, perché semplicemente non l'hai mai avuta-" batte forte il palmo della mano sulla porta, facendomi sobbalzare dalla paura. "Stai zitta, cazzo!" mi afferra il collo, stringendo la presa fino a farmi mancare il respiro, mentre mi guarda con lo sguardo che mi riservava a Cruz del Sur i primi giorni. "Fammi passare, stronza." dice lasciando la presa lentamente e mentre mi accascio a terra tossendo, lei apre la porta, ma non posso andarmene così, infatti con le poche forze che mi sono rimaste richiudo la porta con la punta del piede. "Io non ti lascio andare." dico con la voce soffocata, mentre mi alzo tenendomi una mano sulla gola. "Bionda del cazzo, ti devo uccidere?" stringe i denti, quasi impazzendo. "Sono a tanto così da-" mi attacco alle quelle sue labbra morbide e umide, per pochi secondi perché poi mi stacco e rapidamente mi allontano dalla porta, per paura di essere picchiata. Fortunatamente non succede, ma sfortunatamente Zulema se ne va sbattendo la porta e senza degnarmi di una parola... È inutile, mi devo rassegnare, ormai ho perso la guerra e non posso più fare niente per poter avere una rivincita. Ed è inutile anche stare qua a farmi bella per un cazzo di nessuno, quindi meglio andarsene il prima possibile da qui.
Esco dal bagno e insieme alla guardia raggiungo l'ufficio della direttrice per firmare dei fogli, che serviranno per farmi uscire. "Prenditi cura di te, Macarena" la direttrice mi saluta così, regalandomi un sorriso a trentadue denti. È così felice di essersi liberata di me questa stronza!
Raccolgo i miei oggetti personali, vestendomi con i miei vestiti e tutti questi colori messi insieme... Non ci sono abituata. Ho sempre visto il giallo addosso a me, che quasi era incollato alla mia pelle, questa fottuta divisa che ora ho tra le mani, non la indosserò più e mi dispiacerà un sacco perchè Zulema ha ancora la mia felpa ed io la sua... O almeno avevo; c'è ancora il suo profumo che nonostante gli anni di differenza è rimasto, ma che adesso dovrò abbandonare insieme ai miei ricordi. Così tanto dolore in una cazzo di felpa di taglia M.
Dopo aver riportato gli oggetti che mi aveva fornito il carcere, mi dirigo all'uscita per andare a prendere un maledetto autobus. L'aria di libertà già non mi piace, il vento della libertà che passa fra i miei cappelli non mi piace, la libertà non mi piace.
Mentre mi lamento della libertà, vedo l'autobus in lontananza e quando è vicino lo fermo. Prima di salirci sopra per raggiungere il centro di Madrid, dove ho il mio appartamento, mi volto verso il carcere e dopo al cancello, per vedere se qualcuno avesse cambiato idea all'ultimo... Ma no, non sempre va come si vuole.
Contraggo la mascella e trattengo le lacrime, mentre salgo sull'autobus e appena vedo un posto libero mi ci siedo, per poi avvicinarmi al finestrino da cui intravedo l'unica cosa che Zulema ha deciso di lasciarmi, oltre alla pressione delle sue labbra sulle mie, cioè i segni delle sue dita sul mio collo. Mi tocco il segno arrabbiata e delusa per la scena del bagno, che forse era meglio lasciar stare. Togliendo con forza il pensiero fisso (che ormai conosci: Zulema), guardo per un'ultima volta quel maledetto incubo, ovvero il carcere, che si è trasformato in un luogo che, in fin dei conti, era come una casa. Una casa che adesso sto per lasciare, insieme alla metà della mia vita.
Addio Cruz del Norte.
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Maledetto Scorpione
FanfictionMacarena e Zulema affronteranno tante difficoltà e, forse, sarà proprio questo a portare le due donne ad unirsi per combattere una battaglia, e non sarà il cercare di uccidersi a vicenda o una semplice rivolta, ma qualcosa di più grande che nemmeno...