Lei non deve saperlo

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"Zulema." mi alzo sui gomiti, per vederla. "Non sforzarti." va verso l'uscita. "No, non te ne andare." preme il bottone, per chiudere la cella dall'interno. "Non me ne vado." sussurra, ma la sento lo stesso.
Mi ha riempito il cuore.
"Ti ho trattata male?" lei si volta, facendo un piccolo sorriso. "No." viene verso di me, che faccio un respiro di sollievo. "Come stai?" sale e si mette seduta ai piedi del letto, per potermi guardare negli occhi. "Bene." sorrido e lei sorride a me. Dopo mi scopre e chiede di farle spazio, per sdraiarsi accanto a me, ma appena mi sfiora la coscia, mi irrigidisco.
La paura c'è ancora. Ho forse un blocco, come quella che la Riccia ebbe tempo fa.
Mi volto verso di lei e vedo un espressione delusa sul suo viso. "Scusa." mi sento in dovere di scusarmi. "Senti, dimmi che cazzo hai. Sono stufa del tuo fottuto comportamento. E visto che ci sei dimmi dov'è la droga, almeno mi risparmi il tempo." deglutisco e immediatamente gli occhi mi diventano lucidi. "Zulema n-non posso dirtelo. I-Io non ce la faccio." si gonfia il mio petto e mi sale la stessa sensazione di stamani. "Macarena." si appoggia su un lato per guardarmi negli occhi. "Non chiamarmi Macarena." rido leggermente, accarezzandole il viso. "Non mi prenderai mai sul serio se ti chiamo Bionda." mi prende la mano, intrecciando le nostre dita. "Non è colpa tua." sorrido. "Siamo un fottuto casino." si sdraia, non lasciando la mia mano e guarda il soffito, contraendo la mascella. "Zulema." con l'intento di dirle tutto apro la bocca, ma ho paura del mio passato, di quel che posso fare e della sua reazione, quindi mi ritiro indietro. "Dimmi." gira la testa verso di me. "Niente." le lascio la mano e scendo delicatamente dal letto. "Devo andare in bagno." indosso le ciabatte. "Aspettami. Ti accompagno." sorrido e mi volto verso di lei. "Non serve. Fai già tanto." lei scuote la testa e dopo mi prende sotto braccio.
Deglutisco e cerco di trattenermi dallo scappare via. Hierro mi ha riportato via la bellezza del sentirsi sfiorati, toccati, abbracciati e coccolati.

"Vuoi aiutarmi anche a pisciare?" annuisce.
Zulema ti prego, no.
Sorrido contro voglia, non voglio farla soffrire. Ho sentito la sua conversazione con Saray e adesso che so del suo peso, devo farmene una ragione e riuscire a farmi toccare, almeno da lei.
Entriamo in bagno e mi libero delle urine, davanti a lei che mi sorride dall'alto. Mi sento così male.

*******
"Muovetevi stronze!" la sua voce alle mie spalle mi fa irrigidire. Non riesco nemmeno a voltarmi. Le brutte emozioni pervadono il mio corpo. Mi allontano da Zulema e Saray, andando in cortile. Ho bisogno di aria e di stare sola.
"Scappi ancora?" Zulema mi raggiunge subito. "Devo fumare." "Vengo anche io." sta al mio passo, di fianco a me. "No." la fermo. "Che significa no?" mi afferra il polso, per tenermi ferma. La presa di Hierro mi passa subito alla mente, così i miei occhi diventano lucidi. "Lasciami cazzo!" mi libero dalla presa toccandomi il polso. "Ma che ti prende?" incrocia le braccia al petto.
Devo allontanarla. Ha troppo dolore dentro e non voglio infliggerne altro con il mio egoismo.
"Non voglio più vederti Zulema. Non ti sopporto più."
Gliel'ho detto. Adesso è davanti a me con la bocca leggermente aperta.
Non piangere Maca.
Non piangere Maca.
"Che succede?" ci raggiunge anche Saray. "Io con questa non ho più a che fare. Pensaci te." se ne va.
Lo sapevo cazzo.
"Bionda che hai?" scoppio a piangere. "Dio Saray, le ho fatto del male! Non me lo perdonerò mai. Oh mio dio." la mia voce inizia a tremare.
Le ho fatto ugualmente male.
"Io non volevo." Saray mi prende il viso tra le mani e cerca di abbracciarmi, ma io la respingo più e più volte. "Maca che c'è?" deglutisco.
"Vattene pure tu." 
"Non ti riconosco più cazzo. Ti droghi, ti escludi, ti chiudi in te stessa e non vuoi neanche gli abbracci, che ami tanto. Poi non ti lamentare se Zulema va via in quel modo." non ce la faccio, è troppo grande questo peso.
Macarena stai zitta.
Macarena stai zitta.
"Che credi di fare, eh? Non ti puoi comportare così. Lo dico per te, io voglio che tu sia felice-" piango come una bambina. "Ma Saray, io non sarò mai felice. Mai e poi mai." la spingo, ma lei riesce a prendermi e ad abbracciarmi. "Ti prego lasciami." la mia voce trema dalla tristezza, ma Saray non vuole capire. È qui che continua a toccarmi qualsiasi parte del corpo per non farmi scappare. Le parti del corpo che sono state usate e toccate più volte da persone di cui non desideravo assolutamente niente. "Saray..." scendo lentamente a terra e lei mi segue. "Ho detto lasciami. Lasciami!" riesco a liberarmi. "Ti sto solo dando quello che ami tanto!" urla. "No Saray, non puoi capire. Non puoi capire quanto io odio il contatto fisico!" mi appoggio esausta al muro, con le lacrime che, questa volta, percorrono anche il collo. "Che ti succede? Non sei più la stessa." lascio una risata amara, riempire il vuoto della stanza. "No infatti. Non sono più la stessa perché il passato continua anche nel presente, Saray. Non sono più la stessa perché mi tormenta il fatto di far del male alle persone, con il dolore che sta rinascendo dentro di me. Quel dolore che speravo di scordare, quel dolore che speravo se ne fosse andato. Ma oggi di questo dolore mi sono ricordata straordinariamente tutto, nei minimi dettagli Saray. Nei fottuti minimi dettagli." scivolo lentamente sulla parete, mentre affogo nelle mie lacrime. "Maca, ti hanno fatto del male?" piango più forte. "Come fai a non capirlo Saray?" una lacrima riga il volto di Saray. "Mi hanno stuprata di nuovo." la voce affoga nella mia gola. "Chi è stato?" la lacrima continua a scendere e la sua bocca rimane leggermente aperta. "È inutile. Non te lo voglio dire e... Lei non deve saperlo." deglutisco rumorosamente, continuando a piangere. "Vieni Maca." mi porge la mano, ma non la voglio. "No Saray. Non posso vedere Zulema, le ho fatto del male... Lo capisci? Sono una persona orribile." affogo nel dolore che in questo momento è il triplo di prima. "No Maca, vieni."
"Non posso salvarla dal suo dolore se gliel'ho appena inflitto." mi alzo da sola e inizio a battere forte la testa al muro. Saray mi tira indietro e mi porta in cella con le altre. "Tenetela." la Riccia e Antonia mi tengono stretta. "Maca dimmi chi cazzo è stato." si mette alla mia altezza per guardarmi dritta negli occhi. "Ti prego Riccia, lasciami." la imploro con le lacrime agli occhi. "Dio, Saray. Ma che cazzo stai facendo?" la Riccia mi guarda preoccupata. "Glielo dico?" mi chiede, non staccando lo sguardo da me, ma io scuoto la testa immediatamente. "Dimmelo, allora." piango. "Saray ti prego." sposta lo sguardo sulla Riccia. "È stata-" "Hierro. È stato Hierro." piango, abbassando lentamente la testa. "Riccia vieni con me." la Riccia si alza, allora lo faccio anche io, liberandomi facilmente da Antonia, perché era distratta per tutta questa scenata. Volto Saray. "Non fare cazzate Saray. Ne vale la pena, perché nessuno mi crederà e lo sai bene." mi pulisco con la felpa il moccio che sta colando. Saray non mi ascolta e prende la Riccia per mano e insieme vanno via. Io guardo Antonia, che è dietro di me. "Vai a far ragionare Saray." dico gonfiando il petto e lei annuisce.
Appena sono sola ricado nelle lacrime e nel dolore, così decido di prendere la mia miglior nemica: la droga. Preparo due strisce e dopo essermi asciugata le lacrime, mi getto sulla prima, ma una tirata di capelli mi fa andare all'indietro. "Questa volta no." la butta a terra, prendendo la bustina. "Zulema." mi alzo tremando, non per il freddo, ma per l'ansia. "Non voglio sentire niente." se ne va e appena i miei occhi hanno l'impossibilità di vederla, cado a terra in ginocchio per il dolore al cuore.

"No!" sento urlare.
Saray no.
Corro. Scendo le scale sempre correndo e arrivo da Saray che fortunatamente non ha ancora picchiato... Hierro. Così la prendo con tutta la mia forza e la tiro indietro, mentre Antonia pensa alla Riccia. "Saray." sorrido, accarezzandole il viso. "Ti voglio un sacco di bene ed è per questo che non ti lascerò fare questa cazzata." ha lo sguardo accecato dalla rabbia. "Ne vale la pena. L'unica cosa a cui devo rimediare è... Zulema." trattengo le lacrime, essendo stanca di piangere. "La deve pagare." annuisco. "Non così. Ci penseremo poi, perché non puoi rimetterci sempre tu." mentre le parlo, la porto sempre più lontana da... lui. Sto letteralmente marcendo dentro. Non ce la faccio nemmeno a guardarlo. Mi fa così schifo e pensare che sia andato a letto con Zulema mi fa imbestialire... È andato a letto con Zulema e fino a ieri l'ha picchiata con di tutto! Ritorno indietro a corsa con l'intento di strozzarlo. Saray mi corre dietro, ma vedendo quel che sto facendo, decide di lasciarmi fare. Con tutto il dolore e la rabbia che ho dentro da troppo tempo lo inizio a picchiare così forte, sta chiedendo pietà e non sono io a dargli pietà, ma le guardie che mi prendono con forza, per portarmi in isolamento.
Non ho avuto il tempo di scusarmi con Zulema. So già che piangerò per tutto il tempo che starò chiusa qua dentro.

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Zulema pov's

"Non voglio più averci a che fare, te l'ho detto." dentro sto morendo dal dolore, ma devo accettare il fatto che lei non mi vuole e in effetti è mia nemica, nemmeno io la voglio. "Zulema, devo dirti una cosa che in realtà non vuole che io te la dica, però -" "Dilla e basta." mi infurio. "La Bionda.. È stata violentata." mi taglio con il coltello, con cui stavo tagliando la mela e subito dopo mi irrigidisco; un brivido freddo percorre tutto il mio corpo, facendomi venire i brividi e tutto ciò non per il taglio che mi sono appena fatta, ma per quello che Saray mi ha detto. "Chi è stato?" poggio la mela nel vassoio, la fame mi è passata all'improvviso. "Hierro." sbatto violentemente il coltello sul tavolo, contraendo la mascella. Mi alzo pulendomi la bocca con la manica della felpa, ma Saray mi rimette a sedere. "Ci ha pensato Macarena. Non so cosa le sia venuto in mente." alzo un sopracciglio.
"Che vuoi dire?"
"Ero partita per pestarlo a morte, come con Valbuena. Ma lei mi ha fermata, convincendomi che ne valesse la pena. Ti giuro, nemmeno io so come abbia fatto. Insomma, stavamo ritornando in cella, ma sicuramente a lei sarà venuto in mente qualcosa che l'ha fatta scattare. È corsa fino a Hierro, lo ha picchiato fortissimo, chiedeva pietà. Ancora mi chiedo a cosa stesse pensando.. Zulema, non puoi capire il fuoco che aveva negli occhi. Avrebbe fatto paura anche a te."
Macarena, so benissimo a cos'hai pensato.
Perché allontanarmi? Sei così difficile da capire.

*******

"Comunque c'è un'altra cosa che devo dirti." alzo lo sguardo. "Sulla Bionda?" annuisce, allora chiudo subito il libro. "Zulema, devi risolverci. Sta soffrendo molto." annuisco. "Cosa ti ha detto?" fa spallucce. "N-niente di ché." sbuffo. "Dimmelo." sbuffa anche lei. "Saray." "Sai benissimo che ti vuole più di qualunque altra cosa. Non rovinare tutto, come ha fatto lei." mi alzo e me ne vado. Non voglio sentire nient'altro.
Però Macarena. Solo Dio ti capisce.

Maledetto ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora