Il ragazzo dal viso angelico iniziò a fissarmi con una scintilla incandescente nello sguardo, insistentemente e senza sbatter ciglio; mi ritrovai a fissare i suoi occhi verdi che mi scartavano arrivando alla mia parte più piccola e intima.
– Il mio sapore sconvolgerà la tua mente e infiammerà i tuoi sensi…completamente!
– Aeglos , NO!
– Smettila Maraud, lasciami fare, vediamo cosa sa fare.
– Non è pronta. Non è prudente.
– Non è prudente? Cosa lo è mai stato nella tua insulsa vita? No, voglio provare, vediamo i frutti di questa trasformazione.
– Adesso non è il momento ho detto.
Maraud scattò ergendosi in piedi, abbandonando la sua posizione rilassata poggiata sul muro. Aeglos, a una velocità strabiliante, mi fu addosso. Lui ci raggiunse, lo prese e lo scaraventò a terra.
– Pensi che il tuo stupido tentativo possa fermarmi? Pensi che basti? – e il suo sguardo bruciò intensamente come se qualcuno avesse gettato alcol puro alle fiamme. Così, coi suoi occhi combusti, ritornò velocemente da me. Mi afferrò il braccio e mi bloccò fissandomi negli occhi e vidi quel fuoco nei suoi, famelici e ammalianti. Il suo essere di una bellezza inaudita mi lasciò affascinata e allo stesso tempo indebolita. Credetti di potermi sciogliere, forse per via della mia forma che somigliava tanto a quella debole del ghiaccio, ma non successe. Mi era difficile muovermi poiché ero incantata da lui. Ecco cosa doveva aver provato il ragazzo nella panchina. Terrore puro e impotenza allo stesso tempo.
Ero incantata dalla disinvoltura col quale muoveva il suo corpo che sembrava ardere per via della luce che emanava, luce abbagliante e dorata e, ancora una volta, pareva un angelo bellissimo. Un solo istante bastò per vederlo come realmente era, una minaccia, e fu sufficiente per permettermi di respingerlo violentemente via.
Maraud cominciò anch’egli a cambiar colore, Lui invece era scuro, come le tenebre e per questo si confuse con l’ombra. Sembrò sparire, ma in realtà doveva essersi mimetizzato con la penombra della stanza. Approfittatosi di quel momento di smarrimento, lo afferrò e lo riempì di innumerevoli cazzotti ovunque.
–Mister devo-avere-tutto-sotto-controllo si è innervosito – disse, tra un pugno e l’altro il biondo, continuandolo a punzecchiare mentre il sangue gli colava dalla bocca – Ha reagito bene, ha sopportato il mio fascino indiscutibilmente ipnotico, mi ha respinto.
Lui non disse niente. Si fermò dal picchiarlo e lo tenne ancora ben saldo dal colletto della felpa: – Potevi ferirla o peggio ucciderla. Sarebbe stata la fine, la nostra fine!
– Ma non è successo! – strillò Aeglos.
Mentre quei due continuavano a discutere su cosa mi sarebbe potuto accadere, seppur nulla continuava ad avere un senso, disorientata come se avessi sostenuto io stessa quell’incontro di pugilato e ne fossi uscita vincitrice allo strenuo delle forze, cominciai a sentirmi sempre più stanca e debole, ma loro sembravano non accorgersene, la scena era tutta loro e dei loro stupidi litigi.
– SMETTETELA! – urlai.
– Questa ragazza comincia a piacermi sul serio: forte, ribelle e bella. – sorrise Aeglos sollevando il sopracciglio. Sentii pulsarmi forte dentro il corpo, percepii un bruciore avido premermi su tutto il torace, non riuscii più ad avere padronanza delle mie azioni ma cominciai ad abbandonarmi a quelle sensazioni. “Fame di vita”, quella avvertivo.
Mi sentivo talmente affamata al punto di morire io stessa se non mi fossi abbandonata a quell’istinto omicida. Un impulso che non riuscivo a fermare, a controllare, a saziare autonomamente. Un vuoto che ha bisogno di essere colmato e che si traduce in un vittimizzare un innocente per soddisfazione delle proprie necessità. Non volevo dare a vedere la mia bramosia, ma penso fosse impossibile da non notare. Mi trattenevo tenendo stretti i pugni, ma l’agitazione si faceva sempre più forte e non riuscivo a calmarla. Sentii di nuovo quel calore avvolgermi, com’era successo prima con Aeglos accanto, ma stavolta lui era ben lontano per poterne essere la causa. Così, osservandomi, capii ch’ero io stessa a ribollire ed emanare calore da dentro.
Non solo il mio stato interiore era mutato, anche quello esteriore abbandonò le trasparenti sembianze che avevo finora mantenuto e divenne di un nero lavico.Sapevo cosa stava per accadere e dentro me continuavo a ripetermelo: “Non farlo…non farlo…”, ma questo serviva a ben poco. Cominciai a correre, sfruttando la penombra che ancora resisteva alla luce del sole, così velocemente da non dare loro tempo di capire cosa stesse succedendo.
In brevissimo tempo mi ritrovai a scaraventare a terra una donna, la prima che incrociò il mio percorso. Era giovane e camminava con disinvoltura e aria distinta sollecitata dal suo essere vestita d’eleganza e portatrice di uno smagliante sorriso, sintomo di chi avesse trascorso una piacevole serata forse in compagnia del proprio amante.
Vidi il suo sguardo inorridirsi, non me ne curai, non mi interessava esserne la causa. Mi ci gettai di sopra e questa cominciò a tremare e fu sul punto di urlare, ma il suono della mia voce che le intimava di rimanere in silenzio con tono suadente e pacato, bastò a calmarla ipnotizzandola. Così quando fu totalmente a me devota, le spezzai il collo con un facile, veloce gesto delle mie mani. I suoi occhi non si chiusero, rimasero sbarrati, con espressione di dolore e terrore vivide nel suo ultimo sguardo.
Ero una ladra di vita, nutrendomi della sua angoscia, della sua morte, dei suoi organi vitali. Come gesto non premeditato, le strappai via il cuore, attraversandole il torace che sentii scricchiolare e rompersi al mio violento tocco, era ancora caldo e se ne potevano sentire le pulsazioni. Lo mangiai, come un frutto dal quale sgorga spremendolo il succo, macchiandomi del sangue che colò fuori e dentro la mia bocca, inebriando il mio essere. Mi sentivo piena di energia e sempre più, a ogni goccia che colava dentro me e ne veniva assorbita, accresceva questa sensazione.
Quando terminai, sentii la sensazione che qualcosa di incorporeo fluttuasse fuori dalla carcassa della donna, inalai istintivamente profondamente e la sentii entrare dentro di me, colmandomi di una sensazione inebriante che percosse il mio corpo e mi fece sogghignare beandomi di quella sensazione.
Fui afferrata e portata via, lontano.
Ripresi le mie sembianze, quelle umane.
– Perché? Non avevo finito – lo dissi arrabbiata, la loro interruzione mi fece ribollire dentro interrompendo quella piacevole che fino a qualche secondo prima si snodava dentro me.
Mi diede un ceffone che mi costrinse a voltare di scatto la testa lateralmente: – Sei una sciocca! Alla luce del giorno, in pieno centro storico. Volevi essere vista? Volevi rovinarci tutti?
– Maraud, calmati, non penso fosse consapevole di ciò che stesse facendo. È stato l’istinto.
– Istinto o no, ha messo a repentaglio la sua e la vita di tutti agendo in questa maniera.
– Parli così perché ne sei responsabile, perché ti ha incaricato di trasformarla e adesso vuoi che Lei dipenda da te, soddisfi ogni tuo volere, obbedendoti come un cagnolino.
– Sì, ne sono responsabile, devo proteggerla a costo della mia vita. Deve ubbidirmi, come devi fare anche tu!
Quello alzò un sopracciglio ma poi calò lo sguardo. – Non ha bisogno di protezione, è un prodigio, lo vedi da te, ha agito come se le fosse naturale.
– Poteva farsi scoprire – poi proseguì un breve attimo di silenzio – ma devo ammettere che ha stile.
Il suo compiacimento fu il mio.
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Due chiacchere con Moon:
Anime belle,
finalmente ho svelato la Sua identità, quanto meno il nome: Maraud.Piccola chicca per voi:
Maraud (che significa suadente) contiene il dittongo "au" suggerisco di leggerlo con una "a" con suono molto chiuso tanto da renderla quasi silente e fonderla con la "u" che segue; pronunziandolo dunque più al suono francese "eau".Presto capiremo bene qual è la sua natura e in cosa ha mutuato Heloise.
Doppia entrata in questo capitolo, oltre il nome di "Lui", si rileva il nome dell'assassino dell'ispettore Tourot e il suo fidato collega - che faceva meglio a tornarsene a casa a litigare con la moglie.
Lo stesso che era presente nel Prologo: Aeglos.Seconda chicca per voi:
Aeglos (significa punta di neve) anche questa volta vi indico la pronuncia,
pensate alla parola inglese "occhio" e quindi leggetelo come : Eye-glos.
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Rovhtàri e la dimora delle ombre
FantasyHai mai sentito parlare di Incubi e Succubi? Abiette creature che si nutrono prevalentemente delle tue paure più intense, e per cibarsene, ti inducono a provarle in maniera feroce e spietata. L o r o sono i veri protagonisti di questa vicenda...