Il sorriso di Kimberly quella sera era raggiante. Non capitava tutti i giorni di poter passeggiare sotto un chiaro di luna così bello, in una romantica serata, in compagnia di buoni amici e del ragazzo per cui si aveva una cotta fin dalle elementari.
Fabien non è il tipico ragazzo per cui solitamente si perde la testa: il leader della squadra di football o comunque il ragazzo più popolare della scuola; è un ragazzo semplice, coi suoi capelli biondi sistemati da una riga naturale, con occhi molto profondi per via del loro colore nero intenso che gli regalano uno sguardo dolce e a contempo enigmatico. Alto, snello, poco muscoloso. Quando sorride gli si forma una fossetta, Kimberly impazzisce per quella piccola piega sul suo viso, perché ogni qualvolta si presenta, il suo amato Fabien stava sorridendo.
Quella sera, come sempre, arrivarono anche i suoi due migliori amici, che non spiccavano certo per la loro intelligenza, il loro unico punto forte era una spontanea simpatia. Ma a Kimberly non interessavano le amicizie di Fabien, non spettava a lei giudicare, lei aveva occhi solo per lui e nessun altro.
Non era riuscita mai ad avvicinarlo molto per attirare la sua attenzione. A differenza di come era riuscita a fare la sua, un tempo, migliore amica; questo pensiero la incupì.
Lei non avrebbe giocato sporco, non sarebbe cambiata per rendersi più piacente indossando vestiti succinti e volgari, no, non avrebbe richiamato a sé la sua attenzione per qualcosa che non era e non voleva essere, sarebbe rimasta sé stessa, limitandosi a sfoderare le sue carte vincenti, quello sì.
Kimberly è una bella ragazza, a cui non mancano sguardi di ammirazione, cosa che tra l'altro, non le dispiaceva affatto. Ma non aveva ottenuto proprio quelle che desiderava tanto, quelle di Fabien e non si sarebbe arresa.
Mentre Kimberly era assorta nei suoi cupi pensieri, Lisette, una ragazza minuta, sempre spensierata e vivace, sua compagna di classe, le diede una pacca sulla spalla e la salutò. Interrotti così i suoi pensieri, si sedette in panchina ad ammirare il meraviglioso paesaggio.
Da lì si poteva osservare bene tutto quanto: coi lumi soffusi di debole luce, i castagni che si riflettevano sull'acqua del canale assieme i bagliori circostanti che colorano come pennellate di giallo una tavola scura e immobile.
Il tutto donava la sensazione di essere in un film di Jean-Pierre Jeunet; essere parte di quel tutto che viene osservato con occhi attenti e curiosi da Amèlie Paulain, che mentre tira i suoi sassi dal ponte più in alto, ti osserva ricercando in te qualcosa di bizzarro e interessante che nemmeno tu stesso sai di avere.Il canale emerge da un lungo tunnel al bivio tra due vie, che adesso sono particolarmente frequentate da giovani coppie di amanti per lo più, ma anche da turisti e ragazzi che passano assieme una serata in compagnia. Puoi osservare un piccolo tempio, primo di una serie di blocchi creato su questo canale storico, costruito già agli inizi del 1800. Kimberly adorava veder passare i battelli, ma se ne potevano vedere in maggior numero durante le ore diurne. Amava passeggiare, gustando un caffè caldo da tenere tra le sue mani per scaldarsi dalla brezza fresca nelle giornate che annunciavano l'inverno, acquistandolo in una delle tante caffetterie che si ergono ai lati del canale. Il suo locale preferito era sicuramente il Punto Effimero, un tempo era un vecchio deposito merci abbandonato a sè stesso e adesso, un grungy Arts Center, dove vi sono molti ristoranti, bar e punti di raccolta per gli artisti: sale per concerti, studi di registrazione, discoteche, ma anche mostre d'arte e installazioni.
– Ehi Kim, non startene lì seduta sola, andiamoci a prendere qualcosa – disse Lisette piroettando su sé stessa. Anche gli altri presenti si voltarono verso lei, attendendo una sua risposta, persino Fabien la fissava coi suoi occhi profondi e subito le spuntò del rossore sul viso che nascose subito calando il volto verso il basso.
– Ma Heloise non viene stasera? – disse Marco stupendosi della sua assenza dato che di solito dov'era Kim, era Hel, e viceversa. Cosa poteva saperne lui, e tutti quanti, dei loro litigi.
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Rovhtàri e la dimora delle ombre
FantasíaHai mai sentito parlare di Incubi e Succubi? Abiette creature che si nutrono prevalentemente delle tue paure più intense, e per cibarsene, ti inducono a provarle in maniera feroce e spietata. L o r o sono i veri protagonisti di questa vicenda...