Come aurora boreale che leggiadra si specchia in una tela scura risplendendo di luminosi colori gassosi che si mescolano in sfumature di tonalità abissali, quel cielo irreale circondava ogni cosa, posandosi soffice sulle foglie pendenti d’innumerevoli salici piangenti che, come tende, si protendevano su quel suolo che ne faceva da letto.
Un albero soltanto faceva da soggetto primario in quello scenario boscoso, per via della sua memorabile grandezza e, da questo, fiumiciattoli di acque cristalline si riversavano su di un letto d’acqua smeraldo circondandolo, creando tutt’intorno un avvallamento che lo isolava in una magnifica isoletta di terra bruna.
Strani uccelli dalle piume dorate solcavano quel cielo fantastico e giganteschi becchi rossi e lunghi, quasi fossero imparentati con le cicogne, gracchiavano sonoramente mentre questi si muovevano in stormi d’innumerevoli soggetti.
Come un tal posto potesse fare da radura ad abitanti tanto abbietti, rimaneva uno dei tanti inspiegabili interrogativi racchiusi in quel mondo.
Eppure, il loro aspetto era incantevole: due figure, quasi umane, si cingevano in un dolce abbraccio e le loro appassionate mani si posavano reciprocamente le une sul volto dell’altro. Quegli esseri descritti in maniera tanto malevola, sembravano convivere tra loro pacificamente e felici come un popolo che unito albergava in quelle terre incantate.Alcuni si arrampicavano in quegli alberi depredando ogni vivente che vi si nascondeva; altri nuotavano in quello smeraldo lago, cacciandosi le prede da mangiare. Lo scenario diveniva terrificante non appena i loro affilati artigli sventravano quelle bestie che tanto ricordavano pesci dalle sembianze anfibie, divorandole con ferocia si beavano del sangue e degli organi vitali che recidevano dai loro piccoli corpi. Non solo, ma se si zoomava lo sguardo, quella parvenza fiabesca data da quelle piccole cascate d’acqua si eclissava in una spaventosa visione: scorrevano impetuose anime tristi che agonizzanti esprimevano il loro desiderio d’esser lasciate riposare in pace anziché incorrere in quel moto perpetuo che, amplificando le loro sofferte sorti, dissetava le riluttanti abitudini di quelle creature demoniache mascherate in angeli.
– Siamo giunti dove volevamo, questa dev’essere Chrysocoma.
– Non so se sentirmi sollevato o scoraggiato. – Sospirò Fabien, guardandosi attentamente attorno.
– Dobbiamo fare attenzione e cercare Hel, sperando sia riconoscibile – l’altro assentì col capo.Avanzarono lentamente, lasciandosi alle spalle il maestoso specchio d’energia dal quale erano sbucati fuori. Camminavano il più silenziosamente possibile, sfruttando le zone d’ombra e gli alti arbusti che s’innalzavano da quel suolo a macchia.
Sapevano che sarebbe stato difficile e oltretutto folle, ma dovevano arrivare a quel meraviglioso e allo stesso tempo diabolico albero centrale, sembrava un fusto di grande importanza, dal quale valeva la pena cominciare a ricercare.Trattenevano quanto più potessero il fiato, cercando di fare meno rumore possibile; anche l’elfapiro sembrava capire che in quel posto pericoloso sarebbe stato meglio muoversi con estenuante cautela.
Un forte rumore di passi li avvertì giusto in tempo per trovare riparo entro le chiome di un irto cespuglio. Un essere disgustoso scorrazzò loro davanti tenendo tra le grinfie un pezzo di carne putrido già largamente rosicchiato, sembrava un ghoul: dall’ossuta struttura ricoperta da un bavoso tessuto parietale che come membrana sierosa lo ricopriva interrompendosi da squame che fuoriuscivano dalle sue spalle e dalla peluria attaccata solamente attorno al suo viso scheletrico come una sottile barba canuta.Kimberly trattenne a stento un urlo e nel farlo iniziò ansiosamente a respirare. Quella creatura putrida si arrestò di colpo, girandosi nella loro direzione, i due ragazzi sussultarono, poi, qualcosa scacciò quell’essere facendogli tirare un sospiro di sollievo, prima di rendersi conto che quel qualcosa era alle loro spalle. Alla sua vista, Kimberly, divenne paonazza.
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Rovhtàri e la dimora delle ombre
FantasiHai mai sentito parlare di Incubi e Succubi? Abiette creature che si nutrono prevalentemente delle tue paure più intense, e per cibarsene, ti inducono a provarle in maniera feroce e spietata. L o r o sono i veri protagonisti di questa vicenda...