X - Parte Seconda

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Le stelle erano morte, spente e il cielo non esisteva, era solo nero.
Il buio era totale, assoluto e famelico.
Divorava tutto come uno sciame di locuste, sbranava ogni bussola, ogni riferimento naturale, ti lasciava alla deriva totalmente.
Intorno a me il gelo di una giornata invernale dove tutto dormiva.
Io stessa ero abbandonata al suolo umido e gelato; inerme, cercavo di muovere una qualsiasi parte del mio corpo, ma anch'esse erano congelate.

Era come se fosse passata una bufera e avesse ricoperto tutto con la neve e io mi trovassi al settimo strato di neve sotto una lastra di ghiaccio, al di sopra della quale, pattinavano ignari della mia presenza, sorridenti persone che si divertivano nei loro movimenti ritmici.
Tutto quello che riuscivo a percepire, era il martellare dei loro passi, un tamburellare che continuamente opprimeva la mia testa.

Avvertivo il buio, sebbene non avessi ancora aperto gli occhi: – sto morendo  –  l'unica frase che riuscivo a ripetermi.

Ho paura.

Non pensavo che la morte potesse arrivare così prematuramente, dopo tutto ho da soli otto mesi, compiuto diciotto anni.

Fame.
Come potevo avere fame?
Ma la mia era più un insaziabile voglia di afferrare qualcosa e... non capivo.

Se avvertivo tali richieste dal mio corpo, allora forse non era finita per me.
Facendomi coraggio aprii gli occhi.
La luce era morta mentre il buio sembrava aver risucchiato il cosmo nel nulla.
Tutto sembrava scomparso.
Sentii qualcosa di liquido scivolarmi sulle labbra e, come gesto involontario, mi leccai.

Ciò che avevo appena ingoiato bruciava mentre dalle mie labbra colava all'interno della bocca e giù, lungo la gola. Sfinita e stanca, trovai la forza di alzarmi.
Avanzai nel buio, col braccio destro, quello che non era stato morso, steso in avanti a me, saggiando eventuali ostacoli.
Un ronzio elettrico attraversò il buio, un fascio di luce lampeggiò per un istante proiettando la mia ombra sul suolo che si allargò sul piccolo cerchio di luce e poi si fuse nuovamente col nero circostante. E, quando divenne chiaro che non sarei ancora trapassata, il buio opprimente svanì lasciando spazio a un senso di ineffabile tristezza, assieme a una fame assassina.
Una fiamma arse il mio collo, i miei polsi e tutte le parti infette ch'egli aveva morso  trasmettevano un dolore terribile come se del fuoco fosse stato appiccato sopra il mio corpo, eppure non vi era alcuna fiamma.

Occhi, fascino, attrazione, corpo, dipendenza, labbra, passione, seduzione, angoscia, afflizione, tormento, dolore, fitte, morsi, bacio.

Una serie di flash attraversarono la mia mente ricordandomi perfettamente cosa fosse successo.
Quei pensieri mi immobilizzarono lasciandomi disorientata dinnanzi a un luogo a me sconosciuto.

Nessuno. Niente. Nulla.

Solo il ricordo di quella creatura, la sua voce, il suo profumo, i suoi atteggiamenti, la sua potenza; e io non sapevo neppure chi fosse, o meglio, cosa fosse o cosa mi avesse fatto.

Soltanto adesso ebbi la certezza che quel ragazzo, che avevo incontrato ripetutamente nei giorni passati, era solo male, male che aveva riversato in me.
Non capisco il motivo della sua aggressione, né cosa sia accaduto: forse mi ero trascinata in quel luogo da sola dopo una sbronza e cadendo per terra avevo sbattuto forte la testa e immaginato tutto, o quello che suggeriva la mia mente era realmente accaduto?
Non aveva senso dopotutto.
Eppure guardai i miei polsi, quattro fori profondi per ognuno, li aveva segnati. Le altre parti malmenate, erano ancora dolenti. Non potevo essermi inventata tutto.

Nel buio, un'esile scia luminosa. Ancora una volta, la luna meravigliosa decorò quella vasta tavola spenta. Stavolta era piena.
Sentii agitarsi dentro di me una grande forza, immobilizzata non riuscii più a distogliere lo sguardo, il tutto era accompagnato da palpitazioni intense provenienti dal mio cuore, nutrivo per lei una forte attrazione, come fossi un lupo che sentiva il bisogno di ulularle contro, io provai un senso di ribellione.
Rabbia. Furia. Cattiveria. Distruzione.
Non capivo, non comprendevo.

In cielo la luna. La guardavo. La amavo e la odiavo, non potevo farne a meno.
Luminosa di luce altrui eppure così fredda.
Solitaria, nonostante sia circondata dalle stelle.
Un lato affacciato alla Terra e uno sconosciuto, solo supposto, solo intravisto, solo immaginato.

Un colpo di aria gelida avviluppò il mio corpo, sussurri di parole incomprensibili, parole di un registro diverso dal mio.

Hai mai sentito le sue lacrime?
Il suo sapere?
I suoi sussurri?
Il suo volere?
Sì, adesso sentivo quanto insensatamente mi desiderava, sentivo i suoi sentimenti trasmessi inverosimilmente in me: dalla luna.

Com'è possibile? – non lo sapevo. Niente aveva senso.

Un tratto, la sua luce iniziò a oscillare, mutare, prendere la forma di un volto.
Attonita, i miei occhi bruciarono per via di quel forte bagliore.
Quel volto iniziò a parlarmi. Stranamente, nonostante avessi capito che parlasse una lingua diversa dalla mia - in maniera differente da come siamo abituati di consueto noi esseri umani - riuscii a comprenderla.
Quello che mi impartì, mi sconvolse profondamente; nulla sarebbe più appartenuto alla normalità.

Qualcosa di straordinariamente insolito stava accadendo: la luna mi stava tenendo compagnia in quella notte che tutto avvolgeva, nella paura, la mia, di essere stata graziata solo per ricevere un attacco maggiormente spaventoso e questa volta, non ne sarei uscita, viva.

Narrandomi delle volte che si sente sola, delle troppe volte che di lei il sole non s'innamora.

Mi ha confidato di quanto triste sia il suo destino, degli echi sul suo suolo, dei crateri fondi, del suo amato pianeta Terra vissuto solo nel buio delle notti, del silenzio che sempre la invade.

Perplessa le narrai quello che mi successe.

Nessuna emissione di fiato, il nostro era un discorso senza suono, come mentale: le mie emozioni venivano captate e a mia volta sentivo le sue espresse e comprese, lì nel mio cuore e nel suo, fermo come se il ghiaccio lo avesse ridotto a una roccia cristallizzata. Era come parlare a me stessa, sentendo oltre la mia voce, una seconda voce, più pacata, aggraziata e dolce, che comprendeva la mia paura e la mia confusione generale per quella sera, e quella creatosi nel parlare con lei.

La guardavo fissa, ero arrivata a illudermi di vedere i suoi occhi: luminosi e grandi; le sue labbra: piccole e dolci; che risultavano a me familiari.

Aveva deciso di parlarmi, per quanto innaturale e folle fosse, come se volesse aiutarmi, per chiarirmi le idee? Pensai. Ma solo più tardi avrei capito che avrebbero ottenuto solo l'effetto contrario.

Le sue parole continuavano a pronunciarsi nella mia mente e non riuscivo a scacciarle. Quelle espressioni mi provocarono la coscienza di un doloroso pensiero:

come una metastasi al cuore mi hai sfregiata nell'animo, mi hai fatto un male che nessuno potrà portarmi via. Che bel regalo. Un regalo così grande che gesto nobile... non l'avrei voluto. La tua cattiveria più grande, non deriva dalla tua indole, ma dal menefreghismo nei miei confronti; è forse uno dei colpi più micidiali e mortali dai quali è difficile riprendersi, semmai ci riuscirò; perché hai devastato tutto il tessuto di amore, di affetto, di stima, di empatia che avevo costruito da quasi due decenni.

Questi furono i pensieri che accavallarono la mente, ero adirata con Lui che aveva fatto sì che accadesse tutto questo, mi aveva mutata e non sarei mai più stata me stessa.

Tutto questo lo appresi solo grazie a quel surreale volto lunare.

In un istante, come una sciabola che penetra la carne... non ero più umana e dovevo accettarlo.

Morire definitivamente sarebbe stato meglio.

☽𓆩♛𓆪☾

Due chiacchiere con Moon:

Eh??

State pensando questo?
Take it easy.
È giusto così, questo capitolo è molto criptico e verrà spiegato più avanti, attraverso i prossimi avvenimenti e, vi anticipo che, questa strana antropomorfa figura della Luna, verrà ben delineata in un secondo momento, così come i discorsi che Heloise dice di scambiarsi telepaticamente con essa/ella.

Portate pazienza.

Heloise è o non è morta?
Che cosa ne pensate?

Baci stellari anime belle! E a proposito di stelle, vi sarei grata se lasciate un click alla stellina qua sotto ☺️

Rovhtàri e la dimora delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora