XXXVI - Parte Seconda

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Kimberly si sentì sopraffatta da tutta quella storia appena appresa.
Provò un misto di dispiacere e di rabbia, per le diverse figure protagoniste di quel racconto che, altro non era la storia delle radici di Kalennorath e delle creature che vi vivevano.
Guardò Maraud, assopito più distante, aveva un'espressione crucciata, anche quando riposava.  Il dolore che portava dentro non lo aveva mai abbandonato. Chissà quali atrocità avrà subito, un bambino, nelle mani di un padre tanto spietato. Pensò. 
Cresciuto come un suddito al quale dare l'ennesimo ordine, non un gesto d'amore ricevuto, né da un padre, né da una madre, entrambi completamente assenti.
La curiosità della ragazza, però, non trovò pace, così continuò a chiedere:

– Perché Hel, perché proprio lei è così importante per voi? – chiese Kimberly, con uno sguardo di curiosità misto a disperazione.
–  Lei doveva essere la Rovhtàri capisci? È una questione che ha radici con la formazione della nostra specie.
–  Mi piacerebbe saperne di più, sarà importante per voi, ma lei prima di tutto era una umana, la mia famiglia.

Grace, leggendo lo sguardo disperato di Kimberly, decise di approfondire l'argomento.
–  La mamma di Maraud, è stata la prima umana a succedere alla Rovhtàri. È successo  perché le Thalion hanno trovato in lei la figura giusta per poter controllare il Sommo, dato che... Beh, erano veramente innamorati, prima che lui... Si trasformasse.
Ma credo che sia più complicato di così in realtà– iniziò Grace. – Erano destinati a stare insieme, le forze archetipe hanno sempre unito le figure della Luna a quella del Sole. Loro ne sono l'incarnazione. Come Re di Kalennorath, il Sommo rappresenta il Sole, mentre la Rovhtàri rappresenta la Luna. Infatti, il termine "Rovhtàri" significa Regina della Luna nella nostra antica lingua.  Chissà se la loro unione, prima di divenire Re e Regina, sia stata voluta dal caso o se proprio è stato il destino a unirli... –   Kimberly ascoltò attentamente e si fece pensierosa, rimase alcuno istanti in silenzio, poi disse: –   Quindi Hel, è destinata al Sommo per questo motivo?

–  Sì.  Tutti  lo sapevamo che fosse lei la prescelta  e il Sommo sembra sentirlo, come un legame invisibile.
–  Ma Hel, non è diventata la Rovthàri alla fine, l'hanno trasformata in Succube prima che lo divenisse perché così non avrebbe rappresentato una minaccia per voi. Che importanza ha dunque per lui?

La Succube spalancò i suoi grandi occhioni, interdetta da quella rivelazione.  Dopo qualche attimo di esitazione si procurò di rispondere: –  Sì, ma doveva esserlo.  Il legame si è creato. Adesso non ci sarà più alcuna Rovhtàri finché Hel sarà in vita e da Succube...  sarà difficile morire. 
–  Certo, l'immortalità –  rispose Kim.
–  Esatto.  Anche se in realtà, possiamo morire. 
Kimberly si prese un momento per elaborare tutte quell' informazione.
–   Ma allor—
Prima che quella finisse la frase Grace rispose per lei: –  Viviamo moltissimo, non basterebbero dieci vite umane. Non possiamo ammalarci, non invecchiamo.  Ma possiamo essere uccisi seppur la nostra pelle è abbastanza dura –  scoppiò in  una piccola risatina stridula –   Guariamo abbastanza in fretta alle ferite che ci vengono inferte; capirai che è un bel vantaggio.
–  Quindi, un giorno, qualcun'altro succederà a Heloise e voi sarete di nuovo in pericolo?
–  Esattamente.
– Ma... –   Kimberly si trattenne dal dire ciò che stava pensando, consapevole che esprimere apertamente le sue riflessioni avrebbe potuto scatenare conseguenze pericolose, e lei desiderava evitare qualsiasi rischio inutile. Non aveva dubbi però che le persone con cui si trovava non fossero degli sciocchi, quindi non era necessario tacere le sue parole. –  ... Perché allora non andate già via da Kalennorath?
–  La vecchia Rovhtàri è ancora in vita. Morta lei, senza aver passato il testimone a nessuno e spiegato come ripristinare il sigillo, noi saremo liberi. 

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Quando Maraud si destò dal suo sonno, non perse un solo istante che si adoperò subito per fare  in modo di adempiere a  ciò che si era prefissato di fare: sconfiggere il Sommo e salvare Hel da quella sorte che lui stesso le aveva prefissato.
Dopo vari discorsi, ponderando la situazione sotto molteplici aspetti, ammettendo che la situazione attuale fosse fin troppo avventata e con scarse probabilità di riuscita, sconfortato so rivolse a Gracel:

Rovhtàri e la dimora delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora