XXXIX

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(Capitolone.  Non ditemi che non vi avevo avvisato, buona lettura! )

Fui abbracciata da tutta la sua possanza, cosa che mi impedì ogni movimento. Come meteora infuocata, uscimmo a razzo fuori dal palazzo gli uni stretti nell'abbraccio dell'altro.

Una forte luce blu pulsava da una gemma opalescente ovale, che irradiava luce ed energia ovunque. Mi sentivo così attratta da quella... Agitava ogni mio senso e chiamava, attirava.

Cercavo di sfuggire alla presa di Maraud, ma non riuscivo, era troppo stretta.

Iniziai a urlare, in quella lingua antica che si scaturiva come forza esplosiva, così scaraventai via da me la sua presa, ed Egli volò via, precipitando tra le fiamme di quel lavico mondo che circondava tutto.

La mia mente fu presa da un flashback continuo di ricordi: com'ero stata trasformata, la luna che mi parlava, i miei ricordi legati alla vita umana, Kimberly, che moriva davanti a me mentre non la riconoscevo e lei cercava solo di svegliarmi, Aeglos, le atrocità subite dal Sommo, la rabbia, il dolore, la paura e Lui. Quella scena già vista, come se fosse stata dapprima vissuta e, infine, il suo bacio.

Lui che ora cadeva, verso le incandescenti fiamme della morte, a causa del potere delle mia voce che lo spinse via violentemente.

Non avevo capito quanto lo amassi, se non ora, che precipita verso la morte.

Spiegai le ali, più veloce che potei, e lo afferrai per la mano. Quell'unione delle nostre mani smosse dentro di me un'energia incontrollabile, che esplose in pura luce argentea, spazzando via le catene ai miei polsi, simbolo che avevo riacquisito la mia libertà.

Le mie ali divennero limpide e bianche, gli occhi ripristinarono tutta lo loro umanità, il viso il suo candore, il mio corpo vitreo brillava come se tempestato da miliardi di piccoli diamanti colpiti dalla luce diretta del sole.
Il tutto si contrappose a lui che, come angelo nero, si unì a me in un bacio che trascese la passione e i suoi occhi mi guardavano, profondamente, dentro.

Finalmente, in quell'istante, capii che Lui era il mio tutto: tessera di un puzzle che mi completa e mi àncora a me stessa in quanto Heloise e Succube.

Sei il mio idrogeno puro, energia solare.

Posso prendere questo tuo fuoco solare e farlo mio, amarti, amarti appassionatamente senza confini: una passione che mi infervora, mi esalta, mi travolge senza alcun confine.

Adesso e solo adesso, seguendo ritrosamente tutti questi pensieri, mi accorgo di come i nostri momenti passati siano incredibilmente ricchi e intensi, mi accorgo come in quest'istante io stia qui a realizzare qualcosa che si era già concretizzato e che ignoravo stupidamente: i miei sentimenti per te sospinti come dal vento di sole emozioni che mi avevano sempre accompagnata carezzandomi dolcemente.

Tu, che hai visto qualcosa in me fin dal primo momento, qualcosa di nascosto anche a me, piano piano, mi hai risorta da me stessa.
Io, acluofobica, per tutto quello che mi è capitato e il buio incessante dentro me che occludeva tutto, persino te, non rendendomi conto di quanto tu fossi importante per me, quanto tu tenessi a me; non volevo saperne.

Ci sono momenti che ti sono talmente vicini che quando li vivi non ti rendi neppure conto di quanto siano importanti e determinanti per te.
Adesso so che tutto questo, stanno lasciando dentro me qualcosa che è indescrivibile a parole e si traduce in queste lacrime di gioia che bagnano il mio viso, mentre stretta a te mi baci.

Rovhtàri e la dimora delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora