XI - Seconda Parte

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A un tratto, una voce calda e possente, avvolse il mio stato di silenzio:
– Che bella creatura. La quiete di un bellissimo angelo, decaduto agli inferi come Lucifero, e adesso è il diavolo fatto donna.
Un vero peccato interrompere questa gradevole immagine  – così la voce si interruppe e lo vidi.

Proprio dinnanzi, stava lì, con occhi fissi su me. La sua voce mi fece attraversare un brivido sulla pelle, lo riconobbi.

– Ciao splendore –  e scoppiò in una sussurrata risata, gelida e profonda, come lo era Lui.
Piedi scalzi, possente davanti me, si ergeva con un corpo da sogno, avvolto da un pantalone nero attillato in pelle e un gilet aperto sul dorso nudo e luminoso sul quale, a evidenziarsi, vi era un ciondolo: una sfera avvolta da due ali.
I contorni della sua figura erano foschia gelata, mi accarezzò con scosse elettriche che attraversarono il mio corpo, riaccendendo un forte desiderio di attrazione verso sé, alla quale non riuscivo a oppormi nonostante provassi con tutte le mie forze.
I suoi occhi, nuovamente blu cielo, si fecero insistenti sui miei, affascinanti in modo incredibile.

Non avevo mosso alcun muscolo, che tenevo irrigidito, eppure il mio corpo veniva lentamente attratto al suo e mi ritrovai così, trascinata dinnanzi a Lui, sospesa a tre passi dal suolo.

Mi guardò ancora una volta, deliziato. Aveva il controllo completo della situazione.

– Mettimi giù – gli intimai, ma non lo fece, anzi, qualcosa di Lui mi travolse ancor più e un soffio gelido trasalì su tutto il mio corpo mandandomi impulsi di fitte dolorose e assai piacevoli, tanto da farmi perdere il controllo, tanto da mettermi a tacere completamente.
Il gelò salì fin sopra il mio volto, lo rigò tagliandomi e cominciai a sanguinare.
Una forza mi spinse in avanti, a un tocco da Lui e, così, nella lentezza di un gesto improvviso mi leccò il viso. Mi sentii bruciare e sempre più impotente dinnanzi a Lui.

– Lo so, ti piace il dolore. – Le sue braccia si fecero insistenti attorno a me e il suo corpo più appassionato e rigido, mentre dolorosamente premeva nel mio. Mezzo sorriso affiorò nella sua bocca.

– Cosa vuoi da me?

– È te che voglio – mi prese il braccio in una stretta forte, ebbi la forza di respingerlo questa volta, allontanandolo; ma subito me lo trovai accanto, mi spinse con irruenza sbattendomi alla parete, le ossa potevano essersi rotte, le sentii scricchiolare, il muro si spaccò e Lui mi bloccò lì.

– Non respingermi, non puoi, adesso sei nostra.

Lo guardavo fisso e i suoi occhi blu divennero neri, come la morte.

Trovai la forza di allontanarlo da me e di nuovo, nella velocità di un attimo, mi fu addosso, mi odorò lentamente, mi fermò il corpo bloccandolo con una mano sul ventre e mi morse.

Gridai, ma le mie urla erano bloccate in gola, tutto ciò che riuscii a emettere fu un flebile gemito.

Dolore, afflizione.
Sofferenza, strazio.
Tortura, tormento.
Abbandono, appagamento. Soddisfazione, godimento.

Smise e rimase lì a leccarmi, fin sopra le labbra. L'odore del mio stesso sangue perfino, mi attraeva.

Mi lasciò cadere. Dolente, mi alzai e cercai di scappare mentre Lui mi dava le spalle.

Mi afferrò. Lesto. Con un braccio che premeva sulla pancia e io piegata dondolante da un lato e l'altro del suo braccio, mi portò via, in un orrido piccolo e fetido posto, buio.

Percepii una voce lontana, poi sempre più vicina, di nuovo la mia  che nella  mia testa, si  accavallava a un'altra voce, e un'altra ancora, in un coro di ululanti bisbigli: "Ascolta la tua sete, ascolta il tuo essere. Ascoltala, ascoltala, ascoltala". Quei sussurri divennero urla, sempre più incessanti, sempre più invadenti.

–  BASTA!  La mia testa.

–  Le hai già sentite? – e io annuii.

–   Adesso sei completa.

–  Completa? – rimasi lì ferma, ancora una volta incapace di comprendere fino in fondo cosa stesse accadendo.

–   Fame? – mi disse.

Non volevo, ma mentre mi trovavo a lottare con me stessa per trattenermi, mi ritrovai con la voglia di squarciargli la carne fino all'osso.

Il cane. Forse lo stesso che avevo sentito in lontananza prima. Si trovò dentro quella stanza con noi. Stavolta non ebbi paura. Lo afferrai, gli staccai le zampe, una a una, sentendolo guaire di dolore.
Il sangue sgorgava da tutte le parti.
Il cane pian, piano smise di emettere i suoi lamenti dolenti, morendo.  Addentai la sua carne e il sangue fluiva dappertutto dalla mia bocca.
Il vuoto mi avvolse, come quando si osserva quella tavola azzurra che è il mare, quella sensazione di inessenzialità che ti calma: tu piccolo essere dinnanzi la vastità dell'oceano, tu piccolo essere che miri le onde calme che ondeggiano incuranti degli occhi che le osservano, incuranti dei pensieri che la gente rivolge loro come volerle caricare dei propri sogni, delle proprie speranze, delle proprie tristezze e dolori.

Un lungo viaggio, sola: come una corsa su di una lastra ghiacciata di un oceano congelato nell'inverno antartico. 

Sdraiata sul suolo ruvido e bagnato dal sangue, incapace di alzarmi, di radunare le forse per una spinta verso l'alto. La mia mente vagava, rannicchiata anch'essa come la posizione del mio corpo, ripensando alla violenza che avevo appena riversato, senza controllo, verso quella povera bestia. I pensieri sempre più bui e il peso di quella oscurità stavano lì a inchiodarmi a terra.

Senso di colpa.

Un terribile senso di colpa.

Sdegno verso quella creatura ch'ero diventata. 

Le lacrime strisciavano giù lungo il mio viso, anch'esse sdegnate di percorrere quello stesso volto appartenente a una creatura tanto ignobile.

Non ero più umana.





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Due chiacchere con Moon:

Adesso, dopo questa prima e seconda parte, è chiaro che Heloise non è più un'umana e, per quanto lei combatta scissa in un dualismo tra cui che era e ciò che è, quella parte "cattiva" riesce, al momento, a essere più forte.

Lo so, il cane.
Io amo gli animali e non vorrei mai che subissero alcun male.
Ci tengo a sottolinearlo; scrivere questa parte per me è stato dolorosissimo.
Ma, quanta empatia in più è riuscita a scaturirvi? Verosimilmente più di quanto avrebbe fatto se al suo posto vi fosse stato quel ragazzo che, invece, se l' è cavata per un soffio.

Quale sarà il destino di Hel?

Lo scopriremo assieme nel prossimo.... No, il prossimo no, si parlerà di Kim!
Lo scopriremo tra qualche capitolo.

Baci per voi anime e stellina per me 😅.

Rovhtàri e la dimora delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora