In una posizione sinuosa delle gambe che, accavallate, mostravano l’inguine per via dello spacco profondo della mia veste nera, diedi l’ordine di spalancare le porte. Non aveva senso tenerle chiuse come simbolo di timore nei loro confronti, non dovevamo difenderci, dovevamo accogliere i disertori come ottimi padroni di casa, invitarli a entrare come ospiti, ai quali avremmo reciso la testa.Bella, come un felino aggraziato nelle mie movenze sinuose, sedevo sul mio trono osservando con l’immobilità del mio sguardo, che suggeriva sfida e invitava loro a entrare. Tutta la loro foga si arrestò improvvisamente non appena, messo piede oltre la soglia delle porte, Maraud mi vide, bloccandosi.
I miei, si posarono sui suoi occhi di ghiaccio, i suoi, rimasero impietriti nel vedermi nelle vesti del demone.
Splendida come la luce raggiante dell’alba riflessa sul mare, nel mio corpo di diamante grezzo, mi alzai e mi inchinai al cospetto del mio nemico.
– La mia dimora è lieta di ricevervi come miei graditi ospiti. Devo dire che mi trovate sorpresa nel vedere un così ragguardevole numero di visitatori oggi – un sorriso malvagio contornò le mie labbra. Bella, come la notte che affascina ogni giorno il cielo con la sua scura tela, mi apprestai a scendere i gradini che separavano il mio trono da loro. Un passo felpato dopo l’altro, sicuro, elegante e sinuoso, mi accompagnò nella discesa, trovandomi corpo a corpo col misterioso Maraud.
– Hel.. Cosa?
Una risata malvagia suonò per tutta la stanza.
– Non chiamarmi con quello sporco nome umano. Non siete certo venuto per offendere la vostra Regina. Chiamatemi Lilith, regina degli inferi, sovrana di Kalennorath.L’esercito alle sue spalle si mise in posa d’attacco.
– NO! Fermi. Lei… non ragiona. Non è lei il vostro nemico.
–Oh – sorrisi – giuste parole, mio alato angelo nero. Io non sono il nemico, voi lo siete, che venite qui a inveire contro di me, in casa mia!– Non siamo qui contro di voi. Lui dov’è?
– Ti disturba avere me al suo posto? Così mi offendete, non sono abbastanza per voi? – la bellezza concessa dalla mia trasformazione in Succube era disarmante, nell’abito di un demone, le mie sembianze erano quelle di una dea dalle carnose labbra rosse e i lunghi, morbidi boccoli infuocati che incorniciavano uno sguardo suadente su un viso spigoloso e avvenente.
– Fatevi da parte, non siamo qui per parlare con voi, ma per distruggere Lui.
– Come osi! Ni’m cin Tàr. Cin hallen or, raica! – e i miei occhi divennero dello stesso colore delle mie labbra, trasmettendo subito un sussulto nel cuore del mio avversario – come osi, tu, mancarmi di rispetto in questo modo? – il tono si infervorò e accrebbe sempre più, mutandosi in un urlo.Il mio corpo perse la sua veste nera, scoprendosi nudo nelle sue curve di donna statuaria; due ali crebbero dalle mie spalle crepando il mio corpo vitreo e spalancandosi in due appendici argentee che s’estesero voluminosamente.
Mi innalzai irradiando, attraverso il mio corpo trasparente, una forte luce che accecò chiunque stesse guardandomi. La stanza iniziò a vibrare, le pareti a oscillare e il suolo a tremare.
– Entri in casa mia, minacci mio marito, la mia podestà, mi chiedi di farmi da parte come se non sussistessi alcuna minaccia per te, per tutti voi. Vi ho aperto le porte e voi che fate? Mi attaccate? Che popolo ingrato! Mi disgustate.
– Mia Lilith, mia bellissima diavolessa, devo chiederti di calmarti. – Il Sommo entrò in quell’istante all’interno della sala reale, e io rinchiusi le mie ali poggiandomi rapace in un’impennata accanto alla sua figura e un bacio appassionato scaturì dalle le nostre labbra, lasciando Maraud inebetito.
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Rovhtàri e la dimora delle ombre
FantasíaHai mai sentito parlare di Incubi e Succubi? Abiette creature che si nutrono prevalentemente delle tue paure più intense, e per cibarsene, ti inducono a provarle in maniera feroce e spietata. L o r o sono i veri protagonisti di questa vicenda...