L'ennesimo passaggio attraverso quel portale mi fece salire a galla interrogativi che non ebbi, fino a quel momento, il coraggio di esprimere, anche se iniziavo ad abituarmi a quei viaggi fuori da ogni logica e a sentirmi in qualche modo più sicura delle mie azioni.
– Come facciamo a restare asciutti? – chiesi dando voce ai miei pensieri.
– Cosa?
– Com’è possibile che là dentro mi sento chiusa in un barattolo di marmellata spaziale ma sbucandone fuori sono più asciutta e pulita di prima?
– Diamine bambolina, e tu pensi a questo mentre viaggi tra lo spazio e il tempo? Sei proprio noiosa, mia bella bambolina – marcò appositamente quelle ultime tre parole, con la sola intenzione di rendersi fastidioso.
– Il mio nome lo conosci bene, ricordi? Lo hai usato!Aeglos fece un sorrisetto compiaciuto quando:
– Volete smetterla? – sbottò Maraud – Abbiamo problemi ben peggiori da queste parti.
Solo in quel momento cominciai a prestare davvero attenzione al posto in cui fummo materializzati e alla sensazione di disagio opprimente che ne scaturiva.
Un etere appestato e torbido permeava ogni minima luminescenza si riuscisse a scorgere, con quella nebbia verdastra che accarezzava venefica persino le nostre paure recondite, avviluppando la mente e ottenebrando il raziocinio che già di per sé mancava troppo spesso all'appello.Eravamo dispersi, in una landa indefinita fatta di rocce dal colore del lutto e pendii acuminati ben più prominenti di quanto la minacciosa foschia lasciasse intravedere.
La mia confusione al riguardo era palpabile.
– Quale sarebbe la necessità di stare qui?Cominciai a tossire, dapprima dando solo qualche colpetto poi, man mano che passavano i minuti, con maggiore frequenza. Quella foschia opprimeva tutto e adesso si stava avviluppando anche al mio respiro, mi sentivo soffocare. Un odore pungente speziava il mio setto nasale, rendendomi difficile ogni fiato. Cominciai a respirare con la bocca, ma mi resi ben presto conto che quella scelta era ancor peggiore della prima. La gola prese a infiammarsi e la tosse si promulgò insistentemente.
Notai Aeglos tirar fuori una sorta di piccola lanterna, nella quale parve montare un globo violaceo che risplendeva ed emetteva del fumo indaco e che, nonostante ancora non ne comprendessi il motivo, mi rassicurò almeno per qualche attimo.
– Avvicinati, bambolina. Questa è Iora panensis, devi respirare qua intorno se speri di sopravvivere alla serata e direi che si preannuncia piuttosto movimentata.
Aeglos allungò le braccia cingendomi il collo, legandovi con esplicito ardore uno spesso laccio di cuoio con la minuta lanterna a fare da amuleto, pendendo sul seno, che non appena mi ricadde sulla pelle cominciò a brillare fortemente. Quella, allacciata alla mia gola, scacciò via dalle mie condotte respiratorie quella sgradevole sensazione di asfissia.Così, scrutando ulteriormente, individuai Maraud in lontananza, appostato sulla sporgenza di un robusto macigno a guglia, con una mano sulla fronte come se avesse del sole da coprire; osservava un punto preciso fra la tetraggine di quell'ambiente, verso il quale mi voltai anch’io. Due alture gemelle sporgevano oltre il nemboso orizzonte, dallo spessore minaccioso al limite del reale, le quali m’indussero, immantinente, pensieri colmi di melanconia.
I due si guardarono poi l'uno con l’altro e non appena ravvisai Aeglos annuire con una certa rassegnazione, un brivido di gelido sconforto fece breccia nella mia psiche.
– Certo che sei proprio un portafortuna – sentenziò sarcasticamente Maraud – mi domando se non ci siano vie più semplici…
– Non abbiamo scelta, dobbiamo oltrepassare il crepaccio.
All’affermazione di Aeglos non potei fare a meno di controbattere.
– Cosa c’è oltre il crepaccio?
– Non oltre, bensì cosa c’è nel tragitto da qui al crepaccio.
– E cosa ci sarebbe?
– La tana del Gruyd. – Il tono che Maraud impresse a quelle parole, intromettendosi, mi fece comprendere piuttosto chiaramente la pericolosità della situazione.
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Rovhtàri e la dimora delle ombre
FantasyHai mai sentito parlare di Incubi e Succubi? Abiette creature che si nutrono prevalentemente delle tue paure più intense, e per cibarsene, ti inducono a provarle in maniera feroce e spietata. L o r o sono i veri protagonisti di questa vicenda...