XXVIII - Parte Terza

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Quell'essere si avvicinò piano verso di loro, a un suo passo in avanti ne scaturiva uno loro indietro, fin quando non si trovarono spalle al muro. Stavolta fu la mano di Kimberly a serrare quella di lui.

L'occhio centrale di quel verde intenso sembrava fissarli minacciosamente, entrambi si aspettavano di essere attaccati da un momento all'altro.

Quando la creatura fu loro vicinissimo, con la piccola proboscide toccò la gamba di lei, tanto delicatamente da farle quasi il solletico, quel gesto fu accompagnato da un piccolo pizzicore e subito nella sua mente s'insinuò una flebile sensazione positiva.

Kimberly si fidò immediatamente della creaturina, fu una sensazione che si manifestò subito al suo tocco, poteva sbagliarsi, ma il fato volle che non fosse così. Fabien invece, rimase dell'idea originaria, difatti stava per fiondarsi su quello per spingerlo via da lei, sentendosi ancora minacciato. Ma Kim, con un dolce sorriso, si levò la bombetta verde e la pose sul capo dell'animaletto e quello emise un verso felice. Questo trattenne Fabien dalle sue intenzioni.

- Non è aggressivo, voleva indietro il suo copricapo! - poi con lo stesso sorriso di prima si rivolse all'animaletto: - Oh, ma sta molto meglio a te, non è vero elfapiro?
- Che? - gli occhi di Fabien si ingrandirono uscendo fuori dalle orbite.
- Non so cosa sia, però assomiglia tanto a un elefantino e anche a un tapiro, così...
- Così già gli hai dato una definizione, vuoi forse dargli anche un nome? Tanto per renderlo più tuo, già che ci sei - Kim colse subito il sarcasmo nelle sue parole, non capì perché si scaldasse tanto, possibile che fosse tanto sospettoso di un esserino tanto innocuo?
- Chiamalo sesto senso, intuito femminile, o come ti pare, ma questo animaletto qui è inoffensivo.

Lui voltò il viso dall'altra parte, stizzito, incapace di fidarsi solo delle apparenze carine di quell'esserino. Anche se, doveva ammettere, sembrava realmente molto docile: il suo manto, grigio topo, era intervallato da una grossa chiazza bianca sul dorso e a giro anche su tutta la pancia, facendolo rassomigliare un po' a un cucciolo di panda, sia nei colori sia nella morbidezza; le orecchie lo facevano assomigliare all'elefantino Dumbo della Disney, e i suoi due grossi occhioni neri brillavano di una luce intensa, da cucciolone; le sue zampe erano corte e tozze; la coda piccola; così come la proboscide, che ondeggiava a ogni suo movimento conferendogli un'aria buffa. Quello che lo inquietava era solamente quell'occhio quasi vitreo centrale, fisso, immobile.

D'altronde, come poteva apparire un animale in quello strano luogo? Perché dubitare quindi che anche gli animali non avessero un aspetto altrettanto strano e differente?


Al suo tocco, anche Fabien avvertì la stessa sensazione tranquillante dell'amica e con un suono simile a un barrito felice, intenerì notevolmente il ragazzo. Fabien rimase impalato, non capendo come quel coso avesse potuto esprimergli tanta fiducia.

- Ha una targhetta sul collo, guarda!
- Baku, proprietà di sua Altezza la Regina della Luna.
- Sua Altezza, chi? - disse Kimberly rigirandosi quella targhetta tra le mani.
- È un baku, che caspita è un baku?
- Significa tapiro in giapponese, mia cugina vive a Tokyo, mi ha insegnato alcune parole... strano, non pensavo potesse essermi utile in un posto come questo.
- Sei una ragazza dalle mille sorprese. Da come ti guarda, penso che ti trovi carina anche lui. Ha gusto il piccoletto!

Lei fece i grattini sulla pancia dell'animaletto e quello fece versetti teneri di apprezzamento, era davvero un amore. Il sorriso di lei fu mascherato da quel gesto, ma in realtà il vero motivo per cui sorrideva era per quell' "anche lui" che Fabien aveva utilizzato, "anche lui" la trovava carina. Si sedettero a riposare un istante sul pavimento, stanchi per la lunga camminata affrontata. Kim tirò fuori il suo cellulare dalla tasca e lo fissò pensierosa: - Quest'affare dev'essersi rotto, non mi segna più l'ora e la data, inoltre non c'è completamente campo. - Pure Fabien prese il suo: - Mmm no, non credo sia rotto, il mio ha lo stesso problema, mi sa che qui non funzionano.

Rovhtàri e la dimora delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora