Capitolo 57

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Sto firmando le ultime carte di dimissione per l'ospedale, saluto con un sorriso cordiale i medici per poi girare l'angolo ed uscire da questo ospedale in cui spero di non rientrarci mai più, la perdita di mia figlia è un dolore lacerante a cui non riuscirei a trovare le parole per descriverlo a pieno, per sopravvivere ho dovuto metterlo in un angolo del mio cuore incatenato ad esso, sono quasi all'uscita so che sarà lì ad aspettarmi, il cuore batte a mille l'unica cosa che desidero in questo momento è stringermi a lui tanto da diventare una cosa sola, ma non posso, devo restare lucida, devo farlo, per lui.
Le ante dell'ospedale si aprono ed è lì bello come non mai ad aspettarmi, indossando una semplice t-shirt nera e dei jeans strappati con le sue scarpe bianche, mi guarda e sorride, io resto bloccata sui primi gradini, finché non faccio un respiro e cerco di rendermi impassibile alla sua vista, nell'attimo in cui arrivo all'ultimo gradino cercando di non impigliarmi con i piedi alla lunga cinghia del borsone, tiro su lo sguardo e me lo ritrovo davanti con i suoi occhi che mi penetrano, quei maledetti occhi in cui ho sempre fatto l'amore, mi prende il borsone e mi da un bacio dolce sulle labbra:" ciao baby, pronta a tornare a casa?" Mi chiede e l'unica cosa che riesco a fare è annuire, saliamo in macchina e per tutto il tragitto non faccio altro che guardare al di fuori del finestrino perché so che se dovessi star lì a fissarlo non andrei più da nessuna parte, intanto per tutto il viaggio fino a casa siamo rimasti in silenzio, con la sua mano sulla mia coscia  in cui mi sono maledetta per la scarica di brividi che mi crea il suo tocco su tutto il mio corpo.
Dopo un oretta abbondante arriviamo a casa:" sei silenziosa, c'è qualcosa che non va?" Mi chiede,  nel frattempo sto pensando a come essere impassibile e non far vedere il mio nervosismo, l'unica cosa che riesco a rispondergli:" sono solo un po' stanca, penso che andrò a farmi una doccia calda" per rendermi più credibile gli sorrido per poi fiondarmi in bagno, apro il getto della doccia aspettando che diventi calda, ed intanto sto respirando con fatica appoggiata al lavandino, ho i nervi tesi peggio di una corda di un violino, fortunatamente non mi ha chiesto nulla del perché non mi sono messa a svuotare il borsone, così per dopo è già tutto pronto, metto una mano sul getto dell'acqua per sentire se si è scaldata abbastanza, sentendo che è calda inizio spogliarmi ed entro, il getto bollente mi colpisce violentemente ma non m'interessa se la mia pelle sta diventando rossa sembra che allievi un po' il dolore che ho dentro, sento la porta del bagno aprirsi, perché devi rendermi tutto più difficile Patrick? Si sta spogliando, resto girata di schiena finché non sento le sue mani sulle mie spalle e la sua bocca sul mio collo:" Mi sei mancata" mi sussurra all'orecchio , dalla mia bocca esce un mugolio, so che dovrei fare resistenza, ma è anche l'ultima volta che lo vedrò ed anche l'ultima volta che farò l'amore con lui, mi volto verso di lui guardandolo negli occhi, mi avvicino lentamente, per poi prendere la sua erezione tra le mani, lui tira fuori un grugnito di piacere appoggiando la sua fronte sulla mia:" Fammi vedere quanto ti sono mancata" non se lo fa ripete due volte che subito mi trovo la sua lingua ad esplorare la mia bocca un bacio aggressivo ma passionale, tutto il corpo è percorso da brividi finché con le mani non inizia a toccarmi il seno per poi scendere lentamente fino ad arrivare in quel punto, mi stuzzica massaggiando il mio punto G prima con dolcezza e poi con violenza finché le sue dita non entrano dentro di me ed io gemo di piacere a quel tocco lo supplico:" Ti prego, prendimi ora, ti voglio dentro di me più che mai" mi guarda intensamente mentre mi prende dalle gambe e mi tira su e con una spinta entra dentro di me, inarcò la schiena dal piacere che sto provando in questo momento, come se non fosse mai successo nulla come se fossimo solo io e lui senza tutti questi problemi che ci circondano, spinge sempre di più e le mie urla sono sempre più acute, gli graffio la schiena e lui geme dal piacere dicendo il mio nome, veniamo all'unisono urlando i nostri nomi per poi restare sotto al getto ormai tiepido della doccia abbracciati,  sarebbe stato il mio ultimo ricordo di lui e non mi pento di averne assaporato ogni attimo.
Dopo aver fatto l'amore in doccia ci siamo asciugati ed ho messo sul volto a malincuore la mia maschera più fredda per non far trasparire nulla, infatti la reazione è stata un suo sbuffo di disapprovazione andandosi a cambiare in camera, in quel momento ne ho approfittato per prendere le ultime cose che mi servivano per poter partire, che lo show abbia inizio.

Sono in cucina a bere una tazza di caffè aspettando che lui inizi a parlare per primo infatti mi guarda molto seriamente per poi dire:" che hai ? Perché sei cosi fredda ?" Continuo a sorseggiare il mio caffè senza guardarlo negli occhi, sembra più semplice cosi:" Di cosa stai parlando ? Abbiamo fatto sesso e sono tranquilla qual'è il problema ?" Sento che inizia a respirare in modo affannoso, chi lo biasimerebbe con tutta la freddezza che sto usando mi odierei anch'io se fossi al suo posto,  continuo a sorseggiare il mio caffè mostrando indifferenza:" Alexis so che la perdita di nostra figlia ha scombussolato entrambi ma possiamo farcela insieme" mi dice in modo dolce ed io sto cercando di trattenere le lacrime per non cadere in tentazione, devo usare questo argomento per far sì che possa allontanarlo da me, gli rispondo:" E quanto ancora dobbiamo andare avanti con questa messinscena? Noi due contro tutti e tutto inizia a sembrarmi una gran stronzata" mi si gela il sangue nelle vene nel momento in cui  i miei occhi incrociano i suoi, eccolo che parte in quinta:" stavamo parlando di nostra figlia Alexis." Scandisce per bene le ultime parole, ecco che ora dirò qualcosa che lo manderà in bestia:" È stato meglio così" gli rispondo in modo sempre differente, al che sta per perdere la pazienza:" MA COSA CAZZO STAI DICENDO" mi urla, strofinandosi i capelli nervosamente, devo continuare a premere su questo tasto dolente è l'unico modo per riuscire ad andare via, continuo a fissarlo senza dire nulla tanto che mi si avvicina e mi mette una mano sul viso accarezzandomi, fa un sospiro e mi inizia a parlare tranquillamente:" Scusami non dovevo urlarti addosso, sei ancora turbata è questa l'unica motivazione a tutto ciò,voglio solo che tu sappia che sono qui" resto scioccata dal suo atteggiamento, così premuroso e paziente, tanto da dimenticarmi per un attimo il piano, ma ora dovrò buttar fuori qualcosa che gli farà male e gli rispondo:" Non sono turbata, io non provo più nulla per te" fissandolo intensamente, indietreggia come se gli avessi dato un pugno sul petto:" Che diavolo stai dicendo?" Mi dice indietreggiando sempre di più, faccio l'impassibile tornando a sorseggiare il mio caffè scandendo le parole meglio:" Io non ti amo più, ciò che abbiamo fatto prima è stato solo sesso per me non ho sentito nulla" inizia a respirare affannosamente finché non prende una sedia e la scaraventa dall'altra parte del soggiorno, io salto in piedi dalla sedia per lo spavento, mi guarda incazzato nero:" DOPO TUTTO CIÒ CHE HO FATTO PER TE, SEGUENDOTI COME UN CAGNOLINO, CERCANDO DI COSTRUIRE UN FUTURO PER NOI DUE, VIENI FUORI ORA CON STA STRONZATA ALEXIS? ABBIAMO SOLO FATTO SESSO? PORCA PUTTANA STAVAMO PER METTERE AL MONDO UNA BAMBINA!!" Mi urla addosso con le vene che fuoriescono dal suo collo, senza calcolarlo mi avvicino al borsone, lo tiro su mi avvicino alla porta d'ingresso, ecco è l'ora di buttar fuori la bomba ad orologeria, odiandomi nel profondo per ciò che sto per dirgli, ma è l'unica certezza che lui non verrà a cercarmi, afferro la maniglia della porta la apro per poi girarmi verso di lui e dirgli queste parole:" La perdita di nostra figlia è stata una mano dal cielo per me, posso finalmente andarmene da te, tutto questo per me è sempre stato solo un gioco Patrick" ridendo amaramente, lui dalla rabbia afferra la tazza in cui stavo bevendo prima il caffè e so già cosa farà tanto che chiudo subito la porta sentendo la tazza che va in mille pezzi contro di essa, lo schivata per poco mentre scendo le scale velocemente lo sento urlare qualsiasi orrenda parola verso i miei confronti, esco dal portone con un groppo in gola ed il respiro pesante, iniziò a correre verso casa di Anastasia , devo andarmene subito, dopo tutto ciò non mi perdonerà mai, ho distrutto il suo cuore toccando la cosa più cara che c'era per lui, mi sono disgustata anch'io di me stessa ma è stata detta per una giusta causa, adesso è libero ed io sono a pezzi più che mai.

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