capitolo 33

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Pov's Anastasia:

Corro in bagno nel vero senso della parola, la vescica mi sta esplodendo, mi dispiace, che Alexis sia rimasta al bancone da sola, finisco i miei bisogni, mi lavo le mani ed esco dal bagno:" scusa Alexis era parecch..." Inizio a dire ma appena alzo la testa lei non c'è, guardo il barista e lui alza le spalle come per dire io non so nulla, ho una brutta sensazione, lascio i soldi sul bancone per poi avviarmi all'uscita, non è da Alexis prendere e andarsene all'improvviso, deve di sicuro essere successo qualcosa, inizio a correre cercando di scrutare attentamente nelle vicinanze una chioma nera, corro anche verso casa per vedere se si è sentita male ma non c'è, non può essere da Patrick perché lui non è ancora tornato, sarebbe tornato domani per fargli una sorpresa, in cui gli avevo dato una mano ad organizzare, ritorno davanti al bar non so il perché ma l'istinto mi dice di andare a controllare dietro il vicolo del bar dove si trovano i cassonetti dell'immondizia giro l'angolo , e quello che vedo mi fa morire dentro, corro verso di lei:" Alexis!" Inizio ad urlare correndo verso il corpo della mia amica, è in una pozza di sangue, i jeans sono abbassati, la sua faccia e piena di lividi, e il suo corpo pieno di ferite, gli alzo i jeans con le mani che mi tremano, chiamo un ambulanza, indicandogli il posto in cui si trova il corpo della mia amica, piango dal dolore, perché a lei? Perché gli hanno fatto questo, l'ambulanza arriva in 10 minuti si avvicinano al corpo della ragazza, che un ora fa sorrideva ed era bellissima nella sua felicità, gli tocca il polso per vedere se è viva ancora, la signora si volta verso di me:" è ancora viva, ma dobbiamo subito portarla in ospedale è stata violentata..mi dispiace.." mi guarda tristemente per poi far avvicinare una barella e prendere il corpo del mio angelo, salgo in ambulanza con lei, so che era stata violentata ma sentirmelo dire mi ha spezzato il cuore, con le mani che tremano chiamo patrick:" Anastasia che cosa vuoi cavolo" mi dice scherzando ma appena sente che sto piangendo:" Anastasia, è successo qualcosa ?" Mi chiede io cerco di trovare il coraggio per ciò che gli sto per dire tramite telefono:" si tratta di Alexis... È stata violentata.." gli dico non sento più niente, ad un certo punto sento un tonfo dall'altro lato del telefono:" ma che cazzo stai dicendo... Dimmi che è uno scherzo ti prego" mi supplica con una voce straziante che ti colpisce al cuore:" vorrei che fosse uno scherzo ma non lo è..." Gli dico inizio a piangere e sento che anche lui lo sta facendo:" prendo il primo treno e arrivo da te in ospedale non lasciarla da sola" detto questo riattacca , mi sento in colpa per averla lasciata un attimo da sola, come ho potuto lasciarla lì, io e la mia maledetta vescica del cazzo, se fossi stata lì non le sarebbe successo nulla, perché quando le cose sembrano andare per il verso giusto, ti crollano tutte addosso con un semplice soffio d'aria, prendo la mano di Alexis tra le mie e gliela bacio per poi piangerci sopra, perdonami Alexis perdonami, non ti lascerò mai più sola mai più, ma resisti ti prego non mollare, noto i battiti del suo cuore rallentare ad ogni passo che facciamo, non lasciarti andare non mollare, sono sempre piu lenti:" non mollare Alexis, hai capito non farlo abbiamo bisogno di te non farlo.." la supplico sperando che mi senta, accarezzandogli il viso rovinato, ho paura di non vedere più i suoi occhi, di vederla rinchiudersi e uccidersi da sola.

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