capitolo 15

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Butto giù quello che dovrebbe essere il mio quinto drink, troppi pensieri su quel messaggio, sto cercando ancora di capire chi potrebbe essere stato ma vuoto totale, meglio se mi rilasso bevendo un altro bicchiere:" Cristian, riempimi il bicchiere grazie" fa quello che gli ho chiesto senza esitare. Mentre mi sto gustando il mio sesto drink sento la porta del bar aprirsi, mi volto, e noto che sono appena entrati la nuova coppietta dell'anno, inizio a ridere tra me e me. So che mi sta fissando sento i suoi occhi su di me ma non mi volto, non mi va di vedere le loro performance sessuali mi verrebbe da vomitare tutto ciò che ho bevuto fino ad ora. Di sicuro si saranno seduti nel tavolo fatto apposta per i fidanzatini dove possono pomiciare per bene. A pensarci bene una relazione non fa per me, tutta quella dolcezza quell'essere innamorati, non mi si addice. Butto giù tutto il liquido che si trova nel mio bicchiere, la gola inizia a bruciare e di questa sensazione non mi sazierò mai, pago il barman ed esco dal locale barcollando senza salutare i due piccioncini,mentre esco mi sento afferrare da un braccio, mi giro e mi trovo Patrick che mi scruta attentamente:" che c'è ho qualcosa in faccia che continui a fissarmi ?" Inizio a dirgli, lascia la presa dal mio braccio e si infila le mani in tasca, devo dire che quei jeans gli stanno proprio bene insieme a questa maglietta nera mette in risalto il suo petto scolpito, la cosa che preferisco però sono i suoi occhi e le sue labbra carnose, diciamoci la verità è davvero un bel ragazzo.... Ma cosa sto dicendo cavolo... Sarà l'alcool che mi è andato in testa mi riprendo dai miei pensieri perché sta per parlare:" come mai non mi hai salutato ?" Inizio a ridere di gusto:" ma te sei scemo veramente ? Sei con la tua puledra da montare, pretendi anche un saluto chiedi troppo slater" cerco di andarmene ma lui non me lo permette:" sono stato io a scriverti quel biglietto ma vedo che tu non capisci proprio un tubo ci vediamo in giro Alexis".
Mentre cammino verso casa tiro un urlo di frustrazione, perché diavolo ha scritto quel biglietto, diamine hai la ragazza testa di cazzo che non sei altro, quel ragazzo mi manda una totale confusione nel cervello. Al diavolo Slater! Pensa a montarti la cagnetta che hai. Sono quasi arrivata a casa sto per aprire la porta quando inizio a sentire un pianto e delle urla, mi volto per capire da dove arrivano e da lontano intravedo un ragazzo che sta picchiando la sua ragazza penso, senza rendermene conto mi sto avviando verso di loro:" Hey testa di cazzo i tuoi non ti hanno mai insegnato che una donna non si tocca?" Mi avvicino di più verso la ragazza che è raggomitolata a terra sul marciapiede della strada la sto per raggiungere ma mi sento spingere a terra, inizio a sentire del dolore vicino alla parte sinistra del viso, quel coglione mi ha tirato un pugno in faccia, la rabbia inizia a impadronirsi di me la vista inizia ad appannarsi mi alzo in piedi:" hey dolcezza quel pugno in faccia non ti è bastato ne v...." Non gli do neanche il tempo di parlare che inizio a colpirlo in faccia una serie di pugni dietro l'altro è per completare un bel calcio nelle palle, tiro su la ragazza dolorante da terra e la tengo stretta, mentre la reggo osservo quel pezzo di merda sanguinante:" grazie dolcezza è stato divertente sfogarmi su di te e non avvicinarti più a lei smamma testa di cazzo" dopo avergli detto questo mi volto e ritorno a casa con ancora la ragazza aggrappata a me. Arrivata a casa apro la porta e faccio accomodare la ragazza su una sedia in cucina:" hai bisogno di andare in ospedale?" La ragazza con gli occhi gonfi inizia a piangere, io mi sento un pesce fuor d'acqua non so che fare non ho mai consolato una persona, l'unica cosa che mi viene in mente di fare è porgli dei fazzoletti:" scusami per il disagio e grazie" mi sorride, lasciando perdere i lividi che ha sul volto è una bella ragazza, occhi azzurri, naso sottile, capelli rossi ricci, è graziosa nella sua piccola statura avrà la mia stessa età e nonostante tutto ha un bel sorriso accogliente. Dopo un po' che si è calmata gli chiedo:" come ti chiami ?" Lei mi guarda mi porge la mano:" Anastasia e tu?" Gli stringo la mano:" Alexis" le sorrido:" allora tra te e il tuo ragazzo è sempre così ?" Gli chiedo lei mi guarda cercando di trattenere le lacrime:" si, ho rotto con lui da un anno ormai, mi ha tolto la casa , mi ha fatto litigare con i miei genitori si è preso tutto e ancora non mi lascia in pace" mentre me ne parla si asciuga una lacrima solitaria che solca il suo volto, mi dispiace per questa ragazza, mi viene un idea, penso che l'alcool di oggi mi abbia addolcito perché quello che sto per chiedergli è davvero tanto:" hai detto di non avere più una casa? Giusto ?" Lei conferma:" sono andata dai miei per chiedergli se avevano un posto per me ma anche loro mi hanno sbattuto fuori..." Come può un genitore odiare la propria figlia a causa di un cazzone, bah certo che sono tutti uguali, fanculo io glielo propongo potrò dire almeno che una volta nella mia vita ho fatto qualcosa di buono:" come vedi la casa è abbastanza grande, mia madre è sempre via quindi finché non trovi una sistemazione puoi restare qui, so che non ci conosciamo ma se non sai dove andare la camera degli ospiti è di sopra" intanto che parlo sto preparando due tazze di caffè sento silenzio dall'altra parte ma non mi volto, ad un certo punto sento una sedia che si sposta e due braccia sottili che mi abbracciano, io non so che fare, quindi gli accarezzo una mano:" grazie Alexis sei un angelo" detto questo dalle mie labbra spunta un piccolo sorriso, forse provare ad aprirsi un po non è un male.

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