Capitolo 51

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In quel momento tutto crolla dentro di me, un vuoto di dolore mi oltrepassa l'intero corpo stringo le mani attorno alla poltrona su cui sono seduta, il respiro inizia a diventare sempre più affannoso, mi sembra di star morendo in quel istante chiudo gli occhi con forza sperando che tutto questo sia un incubo, come può essere che sia arrivata a 5 mesi di gravidanza ed ora che tutto stava andando bene che ero al settimo cielo, una semplice frase ha capovolto l'intera mia vita, non si può descrivere tutto ciò che si prova in questo stato, sapere di perdere un figlio, sapere di perdere mia figlia è peggio di qualsiasi artiglio che mi abbia penetrata in questi anni ed ecco che ritornano i flash le immagini di quella sera in cui mi hanno ucciso l'anima in cui ero stata avvertita che non potessi avere figli avendomi devastata e il dolore si trasforma in odio profondo le mie iridi diventano sempre più grandi fino a far diventare quel color ghiaccio che ho negli occhi ad una riga sottile coperta completamente dal nero, quel nero che ti porta in uno stato di freddezza in uno stato di pura violenza mentale, mi alzo di scatto ed esco da quella stanza da quella squallida camera su cui mi è stato rivelato tutto ciò, sento la dottoressa chiamarmi ma non la ascolto la sua voce è così distante, come quando si sta sott'acqua e non senti nulla anzi la voce sembra lontana quando probabilmente non è così, lacrime calde scorrono sul mio viso, così calde da infiamarmi il viso, scuoto la testa e aumento il passo, ho bisogno di Patrick e appena mi viene in mente lui mi blocco dove sono, e adesso? Come farò a dirglielo? Come farò a fargli sapere che probabilmente non potrà sentirsi chiamare papà dalla sua creatura ?....
Arrivo verso la mia auto entro e parto in quinta corro tra le strade senza una direzione senza una meta ed inizio a pensare, i pensieri mi sovrastano il dolore mi spezza ogni osso dentro di me, il mio Patrick ho sempre pensato che lui fosse il mio angelo custode il mio punto di riferimento senza mai pensare che mentre lui mi salvava ha rinunciato ad una parte fondamentale di sé, mentre curava me sanguinava lui pur di non far sanguinare me, leccava le mie cicatrici più profonde per prenderle lui su di esso, ed io stando accanto a lui ho permesso che cancellasse dalla sua vita quella parte fondamentale che rende ogni ragazzo un vero uomo quello di essere genitore di essere un padre che si costruisce la sua famiglia e la regge con le proprie forze. Freno di colpo la macchina, lascio che quelle lacrime mi perforino il volto, lascio che le mie urla fuoriescano da me ma racchiuse in questo spazio in cui mi perforano i timpani, e le immagini del suo bellissimo viso si fanno vive davanti a me, il suo sorriso il sorriso del mio Patrick che si trasforma in dolore, che si frantuma dentro di sé....
Non mi muovo guardo solo il vuoto lasciando che quel vicolo di strada mi copra con il suo buio che sta calando...

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