capitolo 37

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Sono distesa sul letto, a fumare con il pensiero perso sento qualcuno bussare alla porta:" avanti.."dico con un filo di voce, entra Anastasia:" hey piccola posso entrare ?" Mi chiede io gli faccio spazio sul letto lei si distende accanto a me senza sfiorarmi ha paura di come potrei reagire, gli passo una sigaretta se la accende:" tra un po' arriva Patrick, non voglio metterti più pressione addosso ma sta male Alexis, devi provare a reagire, non so cosa si provi a vivere una cosa del genere ma posso solo almeno un po' immaginare, non darla vita a loro, affronta tutto ciò lasciaci passare e lasciaci curare il tuo cuore, non odiarti, non ucciderti, hai le forze per rialzarti ti prego Alexis..." Mi dice e sul suo viso scivola una lacrima, vede che non rispondo, sospira mi dispiace vederla così ma non so cosa rispondergli, sento qualcuno bussare alla porta d'ingresso lei si alza spegne la sigaretta e scende giù ad aprire, è Patrick, sento i suoi passi salire le scale per poi entrare nella stanza:" ciao piccola" mi saluta io mi alzo dal
letto e lo guardo, mi sta lontano ma non è colpa sua ho messo io questa distanza tra di noi, vedo i suoi occhi spenti e stanchi, segno che la notte non riesce a dormire, io non riesco a chiudere occhio da giorni a causa degl'incubi, lo osservo e sempre bello dannato, vorrei che fosse tutto normale, tornare a un mese fa, quando tutto era iniziato e stava andando alla perfezione, si avvicina al bordo del letto lentamente e si siede:" vorrei che tu mi lasciassi entrare, dio Alexis questa distanza tra il tuo cuore e il mio mi sta distruggendo..." Mi dice con voce spezzata, vorrei confortarlo dirgli che sono qui, ma come posso farlo se non riesco neanche a uscire dalla buca in cui sono caduta, ho paura che se mi guardasse nuda come mi vedo io allo specchio, rimanga disgustato anche lui da me, vedo che sospira:" va bene ti lascio sola me ne vado..." Mi dice quasi piangendo, faccio una cosa che mi esce distinto gli afferro un polso, la mia pelle brucia a contatto con la sua che è come se mi ustionassi la levo subito, per poi guardarlo, lui sta fissando il punto in cui lo toccato, sente anche lui la mancanza di starmi vicino:" resta qui stanotte.." dico in un sussurro non so neanche se mi abbia sentito, mi scruta attentamente, e per la prima volta lo vedo sorridere anche se è un sorriso stanco è sempre bellissimo:" posso provare a fare una cosa?" Mi chiede, ed io annuisco, si avvicina con cautela senza toccarmi mi chiede il permesso di avvicinarsi di più ed io lo guardo facendogli capire che voglio che si avvicini, anche se ho paura di come potrei reagire, odio questa distanza tra noi e so che è colpa mia:" posso abbracciarti anche solo per un secondo ti prego se vedo che inizi a sentirti male mi sposto giuro" mi dice io annuisco, mi abbraccia lentamente, ed io lo avvicino di più a me, vorrei che non fosse così difficile piango , ma non lo lascio andare, lui sospira di sollievo perché dopo parecchi giorni, riesce a sentirmi vicina a lui, pensavo che se mi avesse sfiorata io sarei scattata negativamente, ma non era così, ed ora che mi abbraccia tra le lacrime penso al discorso che mi ha fatto Anastasia, ha ragione ci devo almeno provare:" sono tanto stanca, ho paura Patrick.." gli confesso e lui mi stringe di più a se:" shh piccola io sono qui, chiudi gli occhi e riposa" mi dice in modo dolce baciandomi la testa, ed io lo ascolto chiudo i miei occhi e mi addormento subito.

" Sento la voce di una ragazza il sogno è sempre lo stesso ma stavolta sento questa ragazza che ride mentre loro mi torturano.."

Mi sveglio ma con il cuore a mille, adesso mi ricordo, c'era una ragazza, ed è stata lei la causa di tutto, vedo Patrick che sta ancora dormendo, mi sposto delicatamente da lui per andare in bagno, mi guardo allo specchio mi osservo, questa non sono io, non possono togliermi me stessa, devo capire chi possa essere questa persona, mi appoggio con le mani sul lavandino, e abbasso la testa:" rifletti Alexis, provaci cazzo..." Dico a me stessa, osservo le cicatrici sul mio braccio, mi viene come un flash nella mente, quello che mi aveva detto Anastasia, prima di uscire mi aveva detto che una persona aveva chiesto di me ma non riesco a ricordare chi cazzo fosse, inizio a tremare, mi capita molte volte, cerco di calmarmi ma non ce la faccio:" Anastasia , Patrick" inizio ad urlare guardando il mio volto, allo specchio sto iniziando a sudare freddo:" cazzo svegliati porca puttana .." inizio ad urlare di più sento che corrono entrambi e li trovo davanti alla porta del bagno, Patrick mi guarda, e si avvicina per tenermi visto che iniziano a tremarmi anche le gambe, guardo Anastasia:" ti ricordi che prima di uscire mi hai detto che una persona ha chiesto di me ?" Gli chiedo lei annuisce e mi guarda preoccupata cercando di capire cosa sto borbottando:" chi era?" Gli chiesi e lei confusa mi disse:" Jessica ,perché ?" Io tornai tra i miei pensieri, adesso mi quadra tutto, era questa la sua vendetta, era per questo che voleva sapere di me:" era lei quella ragazza ... Era sua quella voce, è stata lei..:" dico in un sussurro, Patrick stringe la presa su di me, Anastasia stringe i pugni lungo i fianchi:" io la uccido.." dice in un sussurro io dopo tanto le afferro le mani e la guardo:"no sarebbe, troppo facile, voglio che voi mi tiriate fuori da questo schifo, voglio tornare a vivere ma non ce la faccio da sola ci ho provato, non posso dimenticare ma posso imparare a conviverci e tornare a vivere ma ho bisogno di voi anche se sarà dura"gli dico guardando entrambi negli occhi, quello che ho addosso mi sta distruggendo lo so lo ammetto ma, non posso dargliela vinta non a lei e neanche a loro, non voglio più nascondermi voglio provarci.

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