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-Nessuno Nota La Tua Tristezza, FinchéNon Si Trasforma In Rabbia

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-Nessuno Nota La Tua Tristezza, Finché
Non Si Trasforma In Rabbia.
E Allora Diventi Tu, La Persona
Cattiva.

🦋

Tutto aveva assunto una forma diversa. Ogni singola cosa era diventata più grande di ciò che era normalmente, e si lottava affinché tutto potesse tornare come una volta. Non era facile, ma neanche difficile: si erano separati con le loro presenze, ma mai con il loro cuore, che continuava a battere per l'altro in maniera condizionata.

«Possiamo parlare?» Thomas aveva contattato uno degli uomini che faceva parte dell'agenzia, assieme a Gwenda, affinché potesse chiedergli una cortesia. Non dava importanza al lavoro perso, o alle conseguenze che avrebbero potuto esserci, doveva tornare alla villa e riprendersi Summer, sempre se era diretta li.

«Ma si certo Thomas, dimmi»

«Io devo andare via da qui, devo tornare a casa mia. Ci sono stati dei problemi, e devo risolverli»

«Non puoi fare un eccezione? Insomma, entro domani sera dobbiamo dirvi il nome dell'agenzia vincitrice, e per farlo, dobbiamo guardare ognuno di voi negli occhi»

«Non potete chiamarmi? Non vi avrei chiamato, se non fosse stata questione di vita o di morte»

Nel frattempo che parlava, camminava fuori dalla sua stanza, dopo aver telefonato un suo caro amico pilota, che poteva raggiungerlo col suo jet privato. Cercava di farsi capire, ma le sue intenzioni erano chiare.

«Thomas... Va bene, mi fido di te, se è così importante come dici, allora è vero. Ti chiameremo entro domani»

«Ti ringrazio, davvero»

All'istante chiuse la telefonata. Se il ragazzo aspettava con impazienza l'arrivo del jet, da tutt'altra parte, dopo qualche ora, Summer aveva appena messo piede in ospedale, da Charlie, non sapendo nulla della storia, riguardante l'infermiera. Difatti, le sorrise, e le chiese il permesso per incontrare la donna, permesso che venne accettato.

Summer entrò nella camera, e dopo essersi spostata i capelli dietro l'orecchio, con le lacrime agli occhi, si avvicinò a Charlie, ma senza mai sfiorare il limite. Rimase in piedi, ad osservarla, e a ricordare il suo Thomas.

«Ciao. Sono già tornata, ha visto?» Sorrise, rimanendo nel vago, per quel momento. Sul tardi, avrebbe sicuramente raccontato alla signora cosa fosse successo, sperando di essere ascoltata.

«Non so se ho sbagliato o meno, ma sentivo che fosse la cosa giusta da fare. Avrei proprio bisogno di un consiglio da parte sua, ma lei non può -nel frattempo, camminò avanti e indietro per la stanza- non è con me, con noi. Sa, da quando sono arrivata nelle vostre vite, ho sempre creduto che fossi stata la responsabile di ogni singola cosa, considerando che alle spalle ci fosse mio padre, e continuo a crederlo tutt'ora. Ma, sono qui per un'altra ragione, e credo di non avere nessuna colpa, oltre quella di amare così tanto»

𝐷𝑎 𝑆𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒, 𝑃𝑒𝑟 𝑆𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora