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-Non Ho Paura Di Quello Che Sento, MaDi Quello Che Non Riesco A Sentire Più

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-Non Ho Paura Di Quello Che Sento, Ma
Di Quello Che Non Riesco A Sentire Più.

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Goccioline di sudore ricadevano sulla sua fronte ormai bagnata, data la corsa che aveva fatto dal parcheggio, all'ingresso dell'ospedale, dove in attesa c'era chiunque. Thomas non aveva ancora metabolizzato l'accaduto, e probabilmente non l'avrebbe mai fatto, fin quando non l'avrebbe visto con i suoi stessi occhi e sarebbe riuscito a sentire dolore.

«Ci sono novità?»

«No»

«Che cavolo significa no? Il tempo di tornare, sono passati dieci minuti letteralmente» Urlò sfinito, mentre la sua ragazza cercava di stringerli la mano, provando a calmarlo.

«Thomas nessun medico è uscito dalla stanza per informarci, quindi sono ancora dentro» Aveva risposto Margaret, sedendosi sulla sedia. Oscar, traumatizzato, faceva avanti e indietro per tutta la sala, mentre Summer si sentiva sempre più incolpa per aver aperto bocca.

Allontanò la sua mano da quella di Thomas, per ritornare a sedersi su quelle sedie, accanto a Gretel, che guardava un punto fisso davanti. Il ragazzo invece, immediatamente approfittò della lontananza della ragazza per emettere un urlo, tirando pugni contro il muro.

Gretel si alzò prima che potesse farlo Summer, e corse in suo soccorso insieme all'aiuto di Margaret, cosa che però Thomas non notò. Sentì semplicemente le braccia della sua migliore amica avvolgerli la vita, mentre respirava profondamente.

«Sta calmo, ti prego»

«Gret, tu lo sai più di chiunque altro. Mia madre no»

«Lo so, ma tua madre non ti lascia, Thomas. Sta lottando»

«E perché non escono? Gretel sono dieci minuti, quasi quindici, da quando è successo»

«Forse la stanno controllando»

«Ma potevano informarci almeno»

In tutto quel trambusto, nessuno ad eccezione di Margaret, aveva notato la scomparsa di Summer. Si era allontanata da quel posto, non potendo ascoltare la crisi di Thomas, incolpandosi.

"È tutta colpa tua"

"Dovevi stare zitta, il mondo non gira intorno a te"

"Forse se la tua ragazza imparasse a chiudere la bocca, e ad aprirla solo per fare altro"

Le due mani si posarono sulla testa, precisamente fra i capelli, e cominciò a stringere con forza. Stringeva, piangeva talmente forte dal non sentire più nulla. Avevano ragione, si diceva, avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa, e non raccontare nessun avvenimento a Charlie.

𝐷𝑎 𝑆𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒, 𝑃𝑒𝑟 𝑆𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora