«La cena era deliziosa, complimenti Jin» Dopo aver divorato praticamente tutto quello che l'uomo aveva cucinato, Nayeon si pulì la bocca con il tovagliolo, soddisfatta di aver placato la sua fame con del cibo delizioso. «Dovresti lavorare come chef»
«Infatti è il mio lavoro» Jin rispose sorridendo, consapevole del fatto che tra di loro non si conoscevano affatto.
«Ah... Lieta che tu abbia seguito il mio consiglio allora»
Jin si mise a ridere. «Sei proprio uguale a Jihyo. Anche lei è solita dire cose del genere»
«Tuo marito invece di cosa si occupa?» Domandò di punto in bianco Jihyo, per fare conversazione.
«Crea videogiochi»
«Cosa? Quali?» Dahyun sembrava improvvisamente interessata alla conversazione. Anche se era una frana, amava da impazzire ogni videogioco possibile e immaginabile.
«Si occupa per di più di programmazione... Ne ha fatti diversi, ma non sono un'amante di quei cosi e non gliel'ho mai domandato»
«Posso mostrarti la collezione di papà se vuoi...» Chaeyoung guardò poi sua madre per chiederle il permesso. «Possiamo andare da noi?»
«Nessun problema, tanto io e Jihyo dobbiamo finire di lavorare...»
Chaeyoung fu talmente felice della risposta positiva, che si alzò dalla sedia per abbracciare sua madre.
«E io posso giocare con Tzuyu?» Jeongyeon si era avvicinata subito a sua madre, approfittando di quel momento per chiederle di passare del tempo con quella che riteneva essere la sua amica del cuore.
«Ok, ma rimanete nel salone, così papà vi terrà d'occhio»
Jeongyeon tirò un sospiro di sollievo. Non le sembrava vero che finalmente poteva frequentare Tzuyu senza doversi nascondere.
«Le bambine possono anche rimanere da sole... Non so' Tzuyu, ma Jeongyeon è molto responsabile»
«Tzuyu se la cava» Nayeon rispose a Jin, facendo l'occhiolino a sua figlia.
«Mamma dice che sono una sentiva. Sento che sta accadendo qualcosa, ancora prima che succede»
«Sensitiva» La corresse Chaeyoung.
«Sensitiva...»
Mentre Tzuyu era concentrata nel ripetere correttamente quella parola, Jihyo spostò il suo sguardo, rivolgendo l'attenzione verso suo marito. «Tu che farai allora?» l'uomo in questione, era intento a prendere delle bottiglie di birra dal frigorifero.
«Approfitto di questo vostro armistizio per parlare un po' con Jin due punto zero»
«E già che ci sei, cerca di farlo ragionare perché è da ieri che si comporta come un bambino arrabbiato» Anche Nayeon decise di approfittarsene, con la speranza di beneficiarne.
«Puoi stare tranquilla!»
Dopo essersi organizzati per bene, si alzarono tutti da tavola per dirigersi in posti diversi. Jihyo guardava felice ogni singola persona, pensando tutto il tempo che avevano sprecato a farsi una guerra, quando potevano benissimo andare d'amore e d'accordo senza troppi drammi.
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Era quasi mezzanotte e Jihyo e Nayeon stavano ancora lavorando su delle idee. Di base stava andando tutto molto bene, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire per entrambe.
«Non riesco davvero a concentrarmi... Un lavoro del genere è troppo per due persone e basta» Nayeon tentò di lamentarsi, nella speranza che l'altra potesse cedere per prima. Avevano si deposto le armi, tuttavia in lei c'era ancora quello spirito competitivo difficile da cacciare via.
«Vuoi andare a dormire?»
«Tu vuoi andare a dormire!»
«Io non sono stanca...»
«Allora non lo sono neanche io» Malgrado la sua età, ogni qual volta discuteva con Jihyo, Nayeon pareva essere tornata all'infanzia. Sembrava più una bambina capricciosa che una madre di famiglia quale era.
«Nayeon... Pensavo che eravamo d'accordo sulla tregua. Se sei stanca puoi dirlo, giuro che non te lo rinfaccerò»
«Io sto benissimo. Hai visto la mia matita?» Nayeon fingeva di non essere arrivata al limite e aveva spalancato il più possibile gli occhi, cercando una matita che aveva precedentemente messo dietro l'orecchio.
«A me non sembra che tu stia bene. Hai gli occhi da psicopatica»
«Come ti permetti? Lurida megera da quattro soldi! Osi forse insultarmi dopo che avevamo deciso di prenderci una tregua?» Mentre Nayeon proseguiva una serie di insulti verso la padrona di casa, Jihyo si era alzata per andarle incontro. «Che fai? Che vuoi?» Avvicinò la mano ai capelli di Nayeon e le aveva afferrato la spalla con l'altra mano per non farla muovere. «Non toccarmi! Perché mi tocchi?»
«La matita...» Jihyo sfilò l'oggetto da dietro i capelli di Nayeon, risistemandoglieli subito dopo averle ridato la matita. «Sei molto scontrosa quando hai sonno»
«Ti ho già detto che non ho...» Prima di finire la frase, Nayeon fece uno sbadiglio quasi infinito. «...sonno»
«Ah lo vedo. Ma visto che non vuoi ammetterlo, allora che ne dici di una calda e fumante tazza di caffè?»
«Si, ci sta...» Prima che Jihyo potesse lasciare la stanza per andare a preparare un caffè a Nayeon, fu fermata dalla donna che l'afferrò per il polso. «Sei molto più brava di me a mantenere la calma. Io non riesco a non trasformare tutto in una sfida» Commentò abbassando lo sguardo. «Probabilmente te lo sto dicendo perché ho troppo sonno e non riesco a pensare lucidamente, ma cerca di venirmi incontro, non sono brava nei cambiamenti improvvisi»
«Stai andando benissimo» La risposta di Jihyo, fece di nuovo alzare lo sguardo a Nayeon. «Non pensare che per me sia una cosa facile, ma non mentivo quando ti ho parlato di Mina. Non voglio perdere altri rapporti per colpa nostra»
«L'ultima volta che ho visto Sana è stato prima che partisse per il Giappone. Le ho detto parole dure. Cose che non pensavo sul serio...» Nayeon non si stava neanche sforzando di trattenere le lacrime, anzi. Aveva iniziato a piangere come una bambina che aveva perso sua madre al luna park. «Se dovesse accadermi qualcosa, non voglio che il suo ultimo ricordo di me siano le mie urla»
«Hey...» Non sapendo cosa fare, Jihyo si avvicinò a lei cercando di consolarla con una carezza sulla spalla. «Non sei l'unica ad aver sbagliato. Anche io ho discusso con Mina, prima che partisse... Non possiamo di certo tornare indietro nel tempo, ma possiamo recuperare il rapporto con loro. Abbiamo fatto un passo enorme oggi e credo che ora la strada sia tutta in discesa»
Nayeon per la prima volta, decise di prendere l'iniziativa con Jihyo, abbracciandola come se fossero amiche da chissà quanti anni. All'inizio l'altra rimase interdetta, tuttavia ricambiò il gesto molto volentieri, lasciandosi andare anche lei in un mare di lacrime. Erano delle donne adulte che avevano fatto molti errori e, perdere il rapporto con le proprie figlie per un loro capriccio, era stato l'errore più grande che entrambe avessero mai fatto.
«Ora vammi a fare il caffè. Che razza di padrona di casa sei?» Dopo quel piccolo sfogo, Nayeon si era allontanata da Jihyo e si stava asciugando le lacrime di fretta.
«Ti ho offerto la cena, hai pianto tra le mie braccia ed hai ancora il coraggio di insultarmi?»
«Faccio quello che voglio»
«Ragazzina viziata, altro che donna matura...» Bisbigliò Jihyo, prima di andarsene.
«Guarda che ti ho sentita. Vecchia megera!»
Le due non avrebbero mai smesso di insultarsi, ormai era la prassi in ogni tipo di occasione. Eppure questa volta era diverso. Entrambe stavano sorridendo.
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ANGOLETTO
Un progresso dietro l'altro... Dove mai andremo a finire?