𝖲𝖾𝗂 𝖻𝖾𝗅𝗅𝗂𝗌𝗌𝗂𝗆𝖺

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«Mamma non affaticarti troppo» le dico per la millesima volta durante la nostra telefonata

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«Mamma non affaticarti troppo» le dico per la millesima volta durante la nostra telefonata.

«Claire, per te e Arthur posso» sbuffo sapendo che è irremovibile. Quando si mette qualcosa in testa è difficile dissuaderla, anzi è letteralmente impossibile.

«Quando finiremo di pranzare farò io i piatti e tu ti riposerai. Non accetto lamentele da parte tua» seppur riluttante, acconsente e le prometto che tra meno di mezz'ora saremo da lei.

Da quando papà non c'è e lei è sola in casa, ogni domenica ho l'abitudine di farle compagnia e Arthur, una volta che ci siamo messi insieme, non ha avuto nulla da dire su ciò e volentieri si è offerto di accompagnarmi ogni volta gli fosse possibile.
Ovviamente, non mancano le domeniche trascorse a casa sua insieme a sua madre, Pascale, e gli altri suoi fratelli, Lorenzo e Charles. 

«Tua mamma è la donna più dolce e premurosa del mondo» annuisco sapendo che ha ragione. Però, il pensiero che lei possa affaticarsi troppo per un semplice pranzo mi fa stare in pensiero.

So che ci tiene, vuole sempre fare bella figura e dare, a chi le fa visita, il meglio. Però in questo caso si tratta di me, di sua figlia, e ormai lei e Arthur si conosco, non c'è il bisogno di fare tutto questo per noi due.

«Guardami» dice e mi volto verso di lui. «È normale che tu sia preoccupata ma sa cavarsela da sola» so che è così ma è impossibile per me non pensare a lei.
Non preoccuparmi è qualcosa che proprio non riesco a fare.

Mi bacia e ciò mi aiuta un po' a calmarmi, il contatto delle nostre labbra è, sin dalla prima volta, come un toccasana per me.
«Hai ragione» sussurro poggiando la mia mano sul suo viso. «Godiamoci solo questo pranzo con lei» in risposta ricevo una carezza che mi fa sorridere.

È sempre così dolce con me.

«Finisci di prepararti e scendiamo» si allontana da me e io mi dirigo in bagno per truccarmi.
Seppur debba stare con il mio ragazzo e mia madre ci tengo a essere un minimo presentabile senza queste occhiaie sotto agli occhi.

Mi hanno sempre detto che sotto alcuni punti di vista assomiglio a mia madre, non ho mai dato torto a chi lo dicesse.

Quando io e Arthur ci siamo conosciuti, quasi cinque anni fa, la mia vita era completamente diversa rispetto a com'è ora. È difficile da ammettere, ma va bene anche in questo modo.

Con qualcuno in meno e più cicatrici sul cuore, ma con una persona al mio fianco che mi ama incondizionatamente e per cui io farei di tutto. 

Non passò molto tempo dal nostro primo bacio e dall'incontro con il resto della sua famiglia. Ricordo che all'inizio voleva presentarmi solo come una sua cara amica, ma sua mamma ci aveva visto lungo e la nostra copertura saltò completamente.

A differenza di quanto mi aspettassi, sono stata accolta con affetto e subito mi sono sentita parte della famiglia. L'imbarazzo, fortunatamente, non durò troppo e tutto procedette bene senza alcune figure da parte mia. Il che fu strano visto che sono abituata a farne tantissime anche nel corso di una singola giornata.

Lorenzo, il più grande di loro tre, è stato sin da subito disposto a farmi conoscere meglio la storia della loro famiglia e a darmi una mano ogni qual volta che io ne avessi il bisogno. 

Con Charles, invece, è stato più complicato. Lui è molto protettivo nei confronti di Arthur e aveva paura che io potessi fargli del male. Solo dopo un po' di tempo ha capito che fare del male a suo fratello non è mai stato nei miei pensieri.

Non potrei mai fare del male a qualcuno a cui amo così tanto.

Pascale mi ha rassicurata più volte dicendomi che lui vuole solo il meglio per Arthur e che, pur ritenendoci giusti l'uno per l'altra, non abbasserà mai del tutto la guardia.

Le nostre vite sono completamente opposte e forse è proprio per questo che andiamo molto d'accordo. Apprendiamo cose l'uno dell'altro senza sentirci meno ed è bello poter vedere anche le differenze tra noi. Molte volte ci è stato detto che tali differenze sarebbero potute essere il motivo di un ipotetica rottura tra noi ma, fortunatamente, ciò non è accaduto.

Siamo molto fieri dei traguardi che raggiungiamo sia insieme, quindi con l'aiuto dell'altro, sia individualmente. Siamo pronti a sostenerci e supportarti in ogni occasione senza sentirci né in difetto né in imbarazzo.
È bello potersi aiutare.

Quando ci si fidanza i traguardi, alla fine, vengono compiuti per mezzo di entrambi e sembra quasi che valgano anche di più.
Io sono molto fiera del lavoro che svolge durante ogni weekend di gara, anche se la paura che possa succedergli qualcosa non mi abbandona mai.

Accantono quei pensieri e, dopo aver ricontrollato il trucco che ho applicato sul mio volto ed essermi assicurata che sono presentabile, esco dal bagno per raggiungere Arthur.

«Possiamo andare» gli dico facendo il mio ingresso nel soggiorno. Lui annuisce e insieme ci dirigiamo fuori dall'appartamento che condividiamo da poco più di dieci mesi. 

È stata una scelta voluta da entrambi, ovviamente, e appoggiata anche dalle nostre famiglie senza alcun problema.
Vivere insieme ci ha dato il modo di rafforzare il nostro amore e ogni giorno sono sempre più contenta della scelta che abbiamo preso.

«Sai, mi ritengo molto fortunato» mi volto verso di lui confusa. «Sei bellissima» pur stando insieme da quasi cinque anni arrossisco ancora come se fosse la prima volta. Non mi abituerò mai a tutti i suoi complimenti.

«Anche tu» mi allungo verso di lui per dargli un bacio e lo sporco con il rossetto.
Quando mi rendo conto di ciò non posso far altro che ridere facendolo accigliare.

«È una crisi isterica?» se non fossi troppo impegnata a ridere già l'avrei mandato a quel paese.
«Ti ho sporcato» lo fermo prima che oltrepassi il portone ed esca così. Lui sbuffa quando, freneticamente, cerco di levare con il dito la macchia dal suo volto.

«Sei fortunato, il rossetto non è rosso» 
«Almeno, anche se dovesse rimanerne un po' non si vedrebbe» annuisco mentre, concentrata, riesco finalmente a rimuovere il rossetto dalle sue labbra.
«Non ti stava malissimo» lo prendo in giro uscendo dal portone del palazzo dove abitiamo.

«Ti odio» dice senza alcuna convinzione.
«Per tua sfortuna, invece, mi ami troppo» gli punzecchio il braccio ridendo.
Ci avviciniamo alla sua Ferrari e saliamo a bordo di quel piccolo gioiellino capace di farmi sbavare.
«Anche tu mi ami» afferma più che convinto.

«Mi dispiace per te, ma amo più lei» dico riferendomi all'auto. Chi non resterebbe amaliato da una bellezza simile.
Mi fa una linguaccia in risposta e mette in moto per poi partire. Fortunatamente la distanza da casa nostra e quella di mia madre non è troppa, così come la distanza da casa di sua madre. 
Abbiamo scelto un punto strategico per permettere, in primis a loro, di raggiungerci senza alcun problema.

Posiziona una mano sulla mia gamba e così prosegue il nostro viaggio: tra dolci carezze e le sue cover al pianoforte che fanno da sottofondo.




-Spazio autrice-

Sotto richiesta di Mental_girlXOXO.
Eccoci qui con un pizzico di dolcezza offertoci da Arhur e Claire.

La seconda one-shot, su Kimi, è ora disponibile. Ho preferito pubblicarle entrambe insieme.

Ti ringrazio nuovamente per avermi scritto.

🫶🏻

𝖥𝖮𝖱𝖬𝖴𝖫𝖠 𝖴𝖭𝖮 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora