𝖵𝖾𝗅𝗈𝖼𝗂𝗍𝖺̀

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Il vento mi scompiglia i capelli mentre aspetto davanti alla caffetteria del campus. Ho passato l’ultima ora a lavorare a un progetto di design, e la mia mente è ancora piena di schizzi e tessuti. Non so perché ho accettato di incontrare Arthur oggi. Forse perché mi sono sentita in colpa dopo aver ignorato i suoi messaggi per giorni.

Arthur Leclerc è una presenza costante nella mia vita da qualche mese. Ci siamo conosciuti per caso durante un evento, e da allora sembra deciso a farmi entrare nel suo mondo.

Lo vedo arrivare con un sorriso che potrebbe sciogliere anche il cuore più duro. «Scusa il ritardo» dice, sedendosi accanto a me. «Allenamento più lungo del previsto»

«Non preoccuparti» rispondo, anche se la mia voce tradisce una punta di irritazione.
Arthur ordina un caffè e inizia a parlare del suo ultimo weekend di gare. Ascolto a metà, annuendo nei punti giusti, ma la mia mente è altrove.

«Diana, mi stai ascoltando?»
Lo guardo, colta sul fatto. «Certo. Parlavi di... velocità?»
Arthur ride, scuotendo la testa. «Sei incredibile. È come se fossi sempre su un altro pianeta»

Sospiro, sentendomi leggermente in colpa. «Scusa, è solo che ho un sacco di cose per la testa. Questo progetto mi sta prosciugando»

Lui mi guarda con un’espressione che non mi aspettavo: comprensione.
«So cosa fa al caso tuo!» dice con un sorriso malizioso.

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Quando scendo dalla macchina, le gambe mi tremano leggermente. Non so se sia l’adrenalina o la velocità con cui tutto sembra essere cambiato in poche ore. Non sono abituata a condividere momenti così… spontanei con qualcuno.

Arthur mi osserva, e il suo sorriso, questa volta, è più morbido, quasi timido. È raro vederlo così. Lui di solito è sicuro di sé, sempre pronto con una battuta o un gesto plateale. Ma ora c’è un’aria diversa tra di noi.

«Ti sei divertita, allora?» mi chiede, togliendosi il casco e scuotendo i capelli.

Annuisco, cercando di mantenere la mia compostezza. «Più di quanto voglia ammettere.»

Ride, e quel suono mi fa sentire leggera, come se il peso dei miei impegni accademici fosse improvvisamente meno opprimente. Ma so che devo tornare alla realtà.

«Grazie per oggi,» dico, cercando di riportare la conversazione su un terreno neutrale. «Ma ora devo tornare al mio progetto. Ho ancora tanto da fare.»

Arthur inclina la testa, come se stesse valutando qualcosa. «Posso aiutarti?»

«Non credo che disegnare abiti sia il tuo forte,» ribatto con un sorriso.

«Probabilmente no,» ammette. «Ma posso offrirti compagnia e caffè, se ne hai bisogno.»

Lo guardo, sorpresa dalla sua offerta. «Arthur, non devi farlo. Ho già occupato abbastanza del tuo tempo.»

«Diana,» dice, il tono improvvisamente più serio. «Non è un problema. A volte sembra che tu voglia fare tutto da sola, ma non c’è nulla di male a lasciare che qualcuno ti dia una mano.»

La sua sincerità mi spiazza. Per tutta la vita ho sempre cercato di essere indipendente, di non dover contare su nessuno. Ma c’è qualcosa nel modo in cui lo dice, nella calma dei suoi occhi, che mi fa venire voglia di abbassare le difese.

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Decido di accettare la sua offerta, e ci dirigiamo verso il mio appartamento. È piccolo e pieno di bozzetti sparsi ovunque, ma Arthur non sembra infastidito dal disordine. Si siede sul divano con aria rilassata, osservando i miei schizzi con curiosità.

«Questo è tuo?» chiede, sollevando un disegno che avevo quasi dimenticato. È uno dei miei preferiti: un abito elegante ma moderno, ispirato alle linee delle auto sportive.

Annuisco, leggermente imbarazzata. «È un vecchio schizzo. Non sono sicura che funzioni.»

Arthur lo studia con attenzione, poi mi guarda. «Funziona eccome. È incredibile. Le linee… sembrano quasi muoversi.»

Il suo complimento mi coglie di sorpresa. Non mi aspettavo che potesse apprezzare qualcosa che appartiene al mio mondo, così diverso dal suo.

«Grazie,» mormoro, sentendo le guance arrossire.

«Perché non lo usi per il tuo progetto?» suggerisce.

«Non lo so,» ammetto. «Ho sempre paura che non sia abbastanza. Che io non sia abbastanza.»

Arthur si alza e si avvicina al tavolo dove sto lavorando. «Diana, non dire sciocchezze. Sei incredibilmente talentuosa. Devi solo crederci.»

C’è qualcosa nel modo in cui lo dice, nella sua convinzione, che mi fa venire voglia di provarci.

Passiamo il resto della serata a lavorare insieme. Arthur mi aiuta a sistemare il disegno, suggerendo dettagli che, sorprendentemente, funzionano. È più creativo di quanto pensassi, e la sua energia è contagiosa.

Quando finalmente finisco, mi rendo conto che è quasi mezzanotte. Mi giro verso di lui, pronta a ringraziarlo, ma il suo sguardo mi blocca.

«Sei straordinaria,» dice, la voce bassa e sincera.

Il mio cuore perde un battito. Non sono abituata a ricevere complimenti del genere, almeno non con quella intensità. Non so cosa rispondere, quindi rimango in silenzio.

Arthur si avvicina leggermente, ma si ferma a pochi centimetri da me, come se stesse aspettando un segnale. Il tempo sembra rallentare, e per un momento dimentico tutto: il progetto, l’università, le mie paure.

Poi, senza pensarci troppo, faccio un passo avanti e colmo la distanza tra di noi.

Il bacio è dolce e lento, ma c’è anche una certa urgenza, come se entrambi sapessimo che stavamo aspettando questo momento da troppo tempo. Quando finalmente ci separiamo, Arthur mi guarda con un sorriso che sembra illuminare la stanza.

«Credo che questo significhi che mi hai perdonato per tutte le volte che ti ho tormentata,» scherza, ma i suoi occhi sono pieni di tenerezza.

Sorrido, sentendomi stranamente serena. «Forse sì.»

Quella notte, mentre mi addormento, penso a quanto sia cambiata la mia percezione di Arthur. Non è solo il ragazzo spensierato e affascinante che avevo conosciuto mesi fa. È qualcuno che mi ha visto per quello che sono veramente e ha deciso di restare.

E forse, per la prima volta, sono pronta a lasciarlo entrare.










Spazio autrice

Cosa c'è di meglio di una buona qualifica (Carlos P2, Charles P4) e una nuova parte pubblicata? Al momento l'unica risposta plausibile, vista la sveglia presto anche oggi, direi che è dormire. Ma sono contenta di aver visto le qualifiche live e non in differita.

Detto ciò, vi auguro una buona giornata 🫶🏻.

𝗙𝗢𝗥𝗠𝗨𝗟𝗔 𝗨𝗡𝗢 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora