𝖫𝗂𝖾𝗏𝖾𝗋𝖽

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Il ronzio costante dei motori mi riempie le orecchie, mentre guardo Lando prepararsi sulla griglia di partenza

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Il ronzio costante dei motori mi riempie le orecchie, mentre guardo Lando prepararsi sulla griglia di partenza. È concentrato, determinato, la sua consueta risolutezza traspare attraverso la visiera abbassata del casco. Non posso fare a meno di sorridere, un sorriso che lui non può vedere, ma che sento di dovergli, per quanto soffocato da un nodo in gola.

Max è qualche macchina più in là, la sua Red Bull scintilla sotto il sole di Monaco. Sento i suoi occhi su di me, anche se siamo lontani. Ecco, di nuovo, quel brivido lungo la schiena. Ogni volta è così. Quando Max mi guarda, sento un fuoco dentro che non riesco a spegnere.

Lando mi ha salutata con un bacio veloce prima di entrare nell'abitacolo, un bacio che ho ricambiato senza pensarci troppo. Ma mentre le sue labbra si staccavano dalle mie, nella mia mente c'era Max. Non dovrebbe essere così. Lando è il mio ragazzo. Ma c'è qualcosa in Max che mi attira senza scampo, qualcosa che non posso ignorare, per quanto ci provi.

La gara inizia, e io mi rifugio nel caos della pista per sfuggire al tumulto del mio cuore. Le macchine sfrecciano, si sfiorano, si combattono con una precisione spietata. Mi dico che devo concentrarmi su Lando, che è lui il mio presente, il mio futuro. Ma non posso smettere di pensare a quella notte a Monaco, quando Lando era lontano e io ero sola con Max.

Non so nemmeno come sia successo. Forse era l'euforia del momento, o forse la nostra attrazione era sempre stata lì, nascosta sotto la superficie, in attesa di esplodere.
«Non lo rifaremo mai più» gli avevo detto la mattina dopo, con un misto di vergogna. Mi sentivo sporca.
Max aveva annuito, ma nei suoi occhi c'era una luce che mi diceva il contrario. E infatti, non abbiamo mantenuto la promessa.

Abbiamo rischiato varie volte di farci scoprire, le fan di Lando mi hanno accusata più volte di essere sempre distante da lui. Per un periodo sono trapelate delle foto di me e Max insieme. Si trattava di foto innocue, nulla che potesse indicare la nostra relazione.

Avevamo trovato una scusa plausibile e nessuno aveva dubitato che potesse trattarsi di qualcosa di più grande.

Dalla curva che porta al tunnel, vedo Lando che cerca di superare Max. Il cuore mi balza in gola. È sempre così tra loro, una competizione feroce, senza esclusione di colpi. Eppure fuori dalla pista sono inseparabili, migliori amici da sempre. Lando si fida di lui più che di chiunque altro. Il pensiero mi fa sentire un nodo allo stomaco. Se solo sapesse…

Quando la gara finisce, Lando si classifica terzo. Non male, ma i suoi occhi tradiscono un'ombra di delusione. È stato un weekend difficile, lo so, e mi sforzo di essere la ragazza che lui si aspetta di trovare al traguardo: sorridente, orgogliosa, comprensiva. Lo abbraccio forte, cercando di ignorare il fatto che Max è lì, a pochi passi da noi, con quello sguardo che mi fa perdere l'equilibrio.

«Hai fatto un'ottima gara, amore» dico a Lando, sperando che la mia voce non tradisca il tumulto che provo dentro.
«Grazie, Asia» risponde, stringendomi con più forza. «Sei la mia roccia»

Cerco di non pensare a quanto quelle parole mi facciano sentire un'ipocrita. Sorrido, ma il mio sguardo scivola verso Max, che ci osserva con un'espressione indecifrabile.
I nostri occhi si incontrano per un breve istante, e in quel momento è come se tutto il mondo svanisse. C'è solo lui, solo noi.

Lando si stacca da me per parlare con i suoi ingegneri, e Max ne approfitta per avvicinarsi.
«Hai piani per stasera?» mi chiede a bassa voce, senza guardarmi direttamente.

Il mio cuore accelera. «Non lo so…» rispondo incerta. So bene cosa mi sta chiedendo, e so altrettanto bene quanto sia sbagliato. Ma l'idea di stare con lui, anche solo per un'ora, è irresistibile.

Max sorride appena, un sorriso che ha il potere di disarmarmi. Il sorriso di chi sa che non posso dirgli di no.
«Pensaci» mi dice, prima di allontanarsi.

Passo il resto del pomeriggio cercando di comportarmi normalmente con Lando. Ceniamo insieme, parliamo della gara, facciamo progetti per la prossima settimana. Ma la mia mente è altrove. La verità è che non riesco a smettere di pensare a Max, a come mi fa sentire viva in un modo che non avevo mai sperimentato prima.

Quando Lando mi chiede se voglio tornare in hotel, io annuisco, ma dentro di me c'è una battaglia che infuria. So che dovrei rimanere con lui, che dovrei dirgli che lo amo, che dovrei fare qualsiasi cosa per allontanare il pensiero di Max. Eppure, non lo faccio.

Mentre saliamo in camera, il telefono vibra. È un messaggio di Max: «Vieni da me, lieverd*»

Lando non si accorge di nulla, è troppo stanco, e io mi sento come se stessi precipitando. Trovo una scusa per allontanarmi – devo prendere qualcosa di importante, tornerò subito – e lui non sospetta niente, mi bacia sulla fronte e mi lascia andare.

Quando arrivo nella stanza di Max, due piani sopra, il mio cuore batte così forte che temo possa uscirmi dal petto. Lui è lì, mi aspetta. Appena entro, chiude la porta dietro di me, e siamo di nuovo avvolti in quel vortice di desiderio che non possiamo  o non vogliamo, fermare.

«Dobbiamo smetterla» dico, ma la mia voce è fioca, senza convinzione. Nemmeno io credo alle mie parole.
Max mi guarda con quegli occhi azzurri, penetranti, e avanza verso di me. «Davvero vuoi smettere?» sussurra, e prima che possa rispondere, mi bacia.

Il mondo si ferma, e non esiste più nient'altro che lui. So che è sbagliato, che sto tradendo Lando in modo imperdonabile, ma in questo momento non riesco a pensare ad altro che al calore delle sue mani, alla passione che scaturisce tra noi.

Mentirei se dicessi di aver provato ad allontanarmi da lui, perché mi lascio trasportare immediatamente dalla passione, da quello che sento e non cerco di sottrarmi dal suo tocco.

Non so quanto tempo passiamo insieme, e a un certo punto non mi importa più.

Quando finalmente mi stacco da lui, mi sento svuotata e piena allo stesso tempo, confusa e certa che non potrei stare altrove.
Siamo insieme avvolti uno nelle braccia dell'altro, i nostri cuori battono all'unisono, le sue mani continuano a sfiorare il mio corpo che è pervaso da brividi e io penso solo ad accoccolarmi a lui maggiormente.

Eppure, circa mezz'ora dopo, mentre mi rivesto in silenzio, la realtà torna a farsi sentire. Devo tornare da Lando, devo fare finta che niente sia successo.

Max mi osserva, il suo sguardo è un misto di desiderio e tristezza.
«Non mi pento di niente, Asia» dice piano.
Mi fermo un istante, poi lo guardo, cercando di sorridere. «Nemmeno io» ammetto, ed è la verità, per quanto amara.

Torno nella stanza che condivido con Lando, cercando di essere il più silenziosa possibile. Lui si è addormentato, non si è accorto di nulla, stringe il cuscino a sé. Mi infilo nel letto accanto a lui, e costringo me stessa a chiudere gli occhi, sperando che il sonno mi porti un po' di pace.

Ma mentre il respiro regolare di Lando mi culla, il mio cuore è da un'altra parte, in una stanza d'albergo, con il suo migliore amico.
















Spazio autrice

lieverd: è una parola olandese, è possibile tradurla con i termini "tesoro", "amore", "dolcezza".

Sotto richiesta di wejustprayformax.

Grazie ancora per riporre fiducia nel mio modo di scrivere, non so dirti quanto mi renda felice sapere ciò.

🫶🏻

𝗙𝗢𝗥𝗠𝗨𝗟𝗔 𝗨𝗡𝗢 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora