𝖢𝗈𝗆𝖾 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗈 𝖾̀ 𝗂𝗇𝗂𝗓𝗂𝖺𝗍𝗈

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La luce del tramonto filtra attraverso le grandi finestre dell'appartamento di Margot e Yuki a Milano. Le pareti sono piene di trofei, caschi e foto che raccontano la loro vita nel mondo della Formula 1 e nelle categorie minori. Sul divano, Yuki è sdraiato con la testa sulle ginocchia di Margot, mentre lei gli accarezza distrattamente i capelli con una mano e tiene un libro con l'altra.

«Ti ricordi come è iniziato tutto?» chiede lui con un sorriso malizioso, sollevando lo sguardo verso di lei.

Margot ride piano, chiudendo il libro. «Come potrei dimenticarlo? Eri insopportabile»

Yuki si mette a sedere, fingendosi offeso.
«Io insopportabile? Tu eri quella che non faceva altro che criticare le mie sensazioni sulla macchina»

Le loro risate riempiono la stanza, mentre i ricordi li riportano indietro nel tempo, a tre anni prima.

Il primo incontro tra Margot e Yuki avvenne nel quartier generale dell'AlphaTauri. Era il primo anno di Yuki come pilota ufficiale del team e il primo incarico di Margot come ingegnere meccanico. Lei aveva solo 24 anni, ma già pronta a far valere il suo lavoro e migliorare la sua reputazione a livello lavorativo grazie al suo modo diretto di affrontare le cose.

Yuki, invece, era un giovane pilota ambizioso, ansioso di dimostrare il suo valore. E quell'ambizione si era scontrata subito con la professionalità di Margot.

«La vettura ha un problema» disse Yuki, togliendosi il casco dopo una sessione di test. «Non mi dà fiducia in ingresso di curva»

Margot, con il tablet in mano, lo guardò senza battere ciglio. «Secondo i dati, il problema non è la macchina, ma il modo in cui entri in curva. Stai frenando troppo tardi»

La risposta lasciò Yuki senza parole, ma non per molto.
«Con tutto il rispetto, io sento la macchina meglio dei tuoi dati. E ti assicuro che c'è qualcosa che non va»

Margot alzò un sopracciglio, accettando la sfida. Sin da bambina non le erano mai andate a genio le persone che le andavano contro. Soprattutto in quel caso, sapeva cosa stava dicendo e i dati parlavano chiaro dandole ragione.
«Bene, allora lavoreremo insieme per scoprirlo. Ma sappi che i numeri non mentono»

Da quel giorno, la loro relazione fu un mix di attrito e collaborazione. Entrambi erano determinati, testardi e appassionati. E, anche se non lo avrebbero mai ammesso, ammiravano l'uno la forza e la determinazione dell'altro.

«Mi stavi antipatico, lo sai?» dice Margot, tornando al presente. «Pensavo che fossi uno di quei piloti arroganti che credono di sapere tutto» anche lei mentre lo guardava, si domanda come al tempo avesse potuto pensare una cosa del genere.

Yuki, con il suo sguardo dolce e da bambino, non avrebbe mai potuto essere arrogante.

Yuki ride. «E io pensavo che fossi una di quelle ingegnere che non ascoltano mai i piloti. Ma poi ho capito che ti importava davvero di quello che facevi»

Margot sorride, ricordando i momenti in cui Yuki aveva iniziato a cambiare idea su di lei. Come quella volta, pochi mesi dopo il loro primo incontro, quando lui aveva avuto un brutto incidente durante una sessione di prove a Silverstone.

La macchina era finita contro le barriere, e Margot era corsa subito ai box per controllare i dati. Quando lo vide tornare, illeso ma scosso, lo affrontò con un'intensità che lo sorprese.

«Che diavolo ti è passato per la testa?» gli disse, spingendolo leggermente sul petto. «Sai quanto lavoro c'è dietro quella macchina? Sai quanto rischio corri quando forzi così tanto?»

Yuki rimase in silenzio per un momento, sorpreso dalla passione nelle sue parole.
«Lo so» mormorò infine. «E mi dispiace. Non volevo metterti in difficoltà»

Fu in quel momento che Margot si rese conto che dietro la facciata sicura di sé di Yuki c'era un ragazzo vulnerabile, spinto da un bisogno quasi disperato di dimostrare il suo valore. E fu allora che lui iniziò a vedere Margot non solo come un'ingegnere, ma come una persona che si prendeva cura di lui in un modo che nessun altro aveva mai fatto.

«Credo che sia stato a Silverstone che ho iniziato a provare qualcosa per te» confessa Yuki, mentre si sporge per prendere un bicchiere d'acqua dal tavolino. «Anche se non me ne rendevo conto, c'era qualcosa nel modo in cui mi guardavi... come se ti importasse davvero»

Margot annuisce, tornando con la mente a quei momenti. Anche per lei, Silverstone aveva segnato un cambiamento. Da quel giorno, il loro rapporto aveva preso una piega diversa. Le discussioni si erano fatte meno aspre, i sorrisi più frequenti. Ma entrambi sapevano che c'era una linea sottile che non potevano oltrepassare. Erano colleghi, e ogni legame personale rischiava di complicare tutto.

Un anno dopo, però, quella linea venne inevitabilmente superata. Era la sera prima della gara di Monza, e il team era riunito per un briefing. Dopo la riunione, Yuki aveva trovato Margot ancora al lavoro nel box, intenta a controllare per l'ennesima volta i dati della vettura.

«Non vai mai a casa?» le chiese, appoggiandosi al banco accanto a lei.

Margot alzò lo sguardo, sorpresa di vederlo lì.
«Non dormo tranquilla se non sono sicura che tutto sia a posto»

Il ragazzo la osservò per un momento, notando le occhiaie sotto i suoi occhi e la tensione nelle sue spalle. «Dovresti prenderti una pausa. Vieni, ti porto a mangiare qualcosa»

Lei inizialmente rifiutò, ma alla fine, dopo tanta insistenza dal parte del pilota, decise di accettare l'invito e la serata si rivelò inaspettatamente piacevole. Parlarono di tutto tranne che di lavoro, e per la prima volta, Margot si permise di vedere Yuki non come un pilota, ma come un ragazzo con sogni, paure e ambizioni.

Alla fine della serata, mentre si salutavano, Yuki si avvicinò un po' troppo, e Margot sentì il cuore batterle forte nel petto. Non successe nulla quella sera, ma entrambi sapevano che qualcosa era cambiato.

«E poi, a Monza, mi hai baciato» dice Yuki, con un sorriso soddisfatto.

Margot scuote la testa. «Non è vero, sei stato tu a baciarmi»

«Forse» ammette lui, ridendo. «Ma non ti sei tirata indietro»

Margot lo guarda con un'espressione affettuosa, ripensando a quel momento. Era stato un bacio rubato, nascosto nel buio del garage, ma era stato anche l'inizio di qualcosa di reale. Da allora, avevano dovuto affrontare molte sfide: la pressione del lavoro, il timore di essere scoperti, le difficoltà di bilanciare una relazione in un mondo così competitivo.

Eppure, ogni ostacolo li aveva resi più forti.

Oggi, mentre sono seduti insieme sul divano, circondati dai simboli della loro carriera, Margot e Yuki sanno di aver trovato qualcosa di raro.

«Sai» dice Margot, appoggiando la testa sulla sua spalla. «Non avrei mai pensato che avrei trovato l'amore in un garage di Formula 1»

Yuki la stringe a sé, il sorriso illuminato dalla luce soffusa della stanza. «E io non avrei mai pensato che l'ingegnere più testarda del team sarebbe diventata la persona più importante della mia vita»

Si guardano, il passato che si intreccia con il presente, e sanno che, nonostante tutto, il loro amore è una delle sfide più grandi e gratificanti che abbiano mai affrontato.







Spazio autrice

Richiesto da: _itslula_.

È la prima volta che scrivo qualcosa su Yuki e mi ha fatto molto piacere farlo. L'idea che mi hai dato è stata molto bella da scrivere e spero vivamente che sia di tuo gradimento.

Ti ringrazio ancora per la tua richiesta.

🫶🏻

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2024 ⏰

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