𝖯𝖺𝗉𝖺̀ - 𝗉𝗍.2

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Le giornate passate in barca con zio Charles sono sempre le migliori

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Le giornate passate in barca con zio Charles sono sempre le migliori.

Ricordo ancora la prima volta che organizzammo un'uscita solo io, zio e papà. Avevo così tanta paura che la mattina stessa finsi di stare male solo per non andare.
Pur essendo sempre stata affascinata dal mare e le barche, la mia paura ha sempre avuto la meglio su di me. Forse a causa delle continue storie raccapriccianti che leggo online e che papà mi consiglia sempre di evitare.

Puntualmente, però, mi ritrovo alle tre di mattina, con la testa sotto le coperte, a leggere queste storie che non mi fanno stare per niente tranquilla quando vado in barca.

Come se non bastasse, ci si mette anche zio Charles che trova divertente spaventarmi quando il mare è mosso e alcune onde sono più alte rispetto alle precedenti.

«Pronta per questa giornata?» mi domanda Kika, la ragazza di papà, mentre divide i mie capelli in due ciocche per fare le trecce che le ho chiesto.

È stata gentile con me sin da subito, come se fossi anche un po' sua figlia, e sono contenta di averla conosciuta.
L'ho accettata subito nella nostra famiglia, anche se Pierre aveva il timore che così in fosse. D'altronde non avevo alcun motivo per volerla al nostro fianco.

Non che la presenza di mio padre al mio fianco non mi basti, è solo che una figura femminile alle volte è molto più "utile", se così può essere detto, rispetto ad una maschile.
Confidarmi con lei non è stato difficile, mi ascolta sempre attentamente come se non si stancasse mai di sentirmi parlare. È bello e mi fa sentire apprezzata.

Inoltre ho subito capito che fosse una brava persona, mi è bastato il nostro primo incontro per capirlo. E poi noto come lei e Pierre si guardano, sono innamorati e, anche se molte volte mi viene il voltastomaco per via delle loro smancerie, sono contenta che sono fidanzati.

«Kikaaaa! Ivyyy!» quando sento la voce di zio Charles mi alzo immediatamente e scendo al piano di sotto. Appena mi vede arrivare allarga le braccia, accogliendomi poi tra esse, trasmettendomi il suo calore ed io mi beo di quel contatto.
«A volte penso che tu voglia più bene a lui» dice papà, sorrido a quelle parole mentre Charles annuisce.

«Avevi davvero qualche dubbio?» ridiamo tutti e quattro e dopo aver controllato se avevamo messo tutto negli zaini, ci dirigiamo verso il porto.
Seppur all'inizio ritenessi Monaco un po' troppo sfarzosa per i miei gusti, alla fine mi sono abituata a tutto ciò e resto incantata nel guardare le auto che sfrecciano per le varie strade della città.

Sedici, la barca di zio Charles, è lì ad aspettarci come sempre e nessuno può negare la sua bellezza, nemmeno una persona come me che ancora ha un po' di paura a salire su essa. 

Il sole splende alto nel cielo mentre la barca si allontana lentamente dalla riva, lasciando alle spalle il porto di Monaco. Le onde leggere si infrangono contro la prua, creando una melodia rilassante che si fonde con le risate di Charles e Pierre. Io, seduta accanto a Kika, mi lascio cullare dal movimento della barca, cercando di calmare il nodo di ansia che ancora mi stringe lo stomaco.

Kika, come sempre, sembra accorgersi dei miei pensieri anche prima che io stessa li formuli. Mi stringe la mano e sorride dolcemente.
«Sai, Ivy, ogni volta che usciamo in mare, tu diventi sempre più coraggiosa» mi dice, con una serenità che mi infonde sicurezza. «Oggi potresti perfino scoprire di amare il mare»

«Magari» rispondo, tentando di convincermi delle sue parole. L'idea che la paura possa dissolversi con il tempo è rassicurante, ma mi domando se sarò mai davvero libera da quest'ansia che mi mangia viva ogni volta che metto piede sulla barca.

Zio Charles, sempre attento e sensibile, si volta verso di me con un sorriso affettuoso.
«Il mare è come la vita: a volte è calmo, altre volte è tempestoso. Ma noi siamo qui per affrontarlo insieme. Oggi, prometto di non fare scherzi» l'ultima frase è seguita da un sorrisetto malizioso, ma il calore nelle sue parole mi rassicura.

Sorrido debolmente, ma dentro di me sento che qualcosa sta cambiando. Forse sono davvero pronta ad affrontare questa giornata senza paure. Il sole, l'aria fresca, la compagnia di persone che mi amano e mi proteggono, tutto sembra spingermi verso una nuova consapevolezza: non sono più la bambina spaventata dell'orfanotrofio.

La barca si dirige verso il largo, e io mi ritrovo a fissare l'orizzonte, il cuore che batte più forte, ma non di paura. Questa volta è eccitazione. Non ho più il bisogno di nascondermi nel mio angolo sicuro.

Ad un certo punto, Charles rallenta la barca e mi fa cenno di avvicinarmi al timone. «Vuoi provare a guidare tu» la sua domanda mi coglie di sorpresa, ma c'è qualcosa nel suo sguardo, una sfida gentile che non posso rifiutare.

Pierre mi incoraggia con un sorriso complice, e Kika mi dà una pacca sulla spalla.
«Sei pronta a diventare il capitano della ciurma?» rido divertita dal tono della sua voce.

Faccio un respiro profondo e afferro il timone, sentendo per la prima volta il potere di poter guidare non solo la barca, ma anche il mio destino. Con mani tremanti ma decise, inizio a orientare la prua verso una nuova direzione. Le onde non sono più così minacciose; sono solo ostacoli da superare.

E mentre la barca avanza, sento che una parte di me sta cambiando, evolvendo. Non sono più solo una ragazza nascosta nelle ombre; sono Ivy, e sono pronta a mostrare a tutti chi sono davvero.
Senza alcun timore.

La giornata passa in un turbinio di emozioni e risate. Ci fermiamo per un tuffo nelle acque cristalline, il sole splende, e io mi sento più libera di quanto non mi sia mai sentita. Anche se la paura non è completamente scomparsa, è affievolita, sostituita da un coraggio che non sapevo di possedere.

Quando il sole inizia a tramontare, colorando il cielo di sfumature rosa e arancioni, mi rendo conto di quanto sono fortunata. Non importa cosa succederà domani, so che non affronterò mai più il mondo da sola. Ho una famiglia che mi ama e mi sostiene, e con loro al mio fianco, posso affrontare qualsiasi tempesta.

E mentre torniamo verso il porto, la mano di Kika nella mia e le risate di Pierre e Charles che risuonano nell'aria, capisco che, per la prima volta nella mia vita, non ho più paura del futuro. Sono pronta ad abbracciarlo, con tutto ciò che ha da offrire








Spazio autrice

Sotto richiesta di 10_Ophelia_10.

Ecco qui la seconda parte della one-shot, spero che questo momento in famiglia sia di tuo gradimento.

🫶🏻

𝖥𝖮𝖱𝖬𝖴𝖫𝖠 𝖴𝖭𝖮 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora