𝖱𝗈𝗎𝗅𝖾𝗍𝗍𝖾 𝖽𝖾𝗅 𝖽𝖾𝗌𝗍𝗂𝗇𝗈

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Monaco, con i suoi lampioni scintillanti e l’aria di ricchezza che si respira a ogni angolo, ha un’energia tutta sua. La prima volta che ho messo piede in un casinò qui, mi sono sentita come Alice nel Paese delle Meraviglie. Lo sfarzo, il ronzio della roulette, il tintinnio delle fiches: era un mondo a parte.

Ora, dopo mesi in città, mi sono abituata a questo fascino decadente. Non gioco spesso, ma quando lo faccio è per pura adrenalina, per il brivido di vedere la pallina girare e chiedermi se oggi sarà il mio giorno fortunato.

Entro nel casinò con la stessa sicurezza di chi sa esattamente cosa fare. Indosso un vestito nero aderente, niente di troppo vistoso, ma abbastanza da farmi sentire sicura di me. Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre cammino verso il tavolo della roulette, il mio preferito.

Le carte mi annoiano, e le slot machine mi sembrano troppo semplici. La roulette, invece, è pura poesia.

Osservo il tavolo: i giocatori, il croupier con la sua aria imperturbabile, le fiches che passano di mano in mano. Mi piace il ritmo, l’eleganza silenziosa del gioco. Punto sul nero. Sempre sul nero. È il mio numero fortunato, la mia costante. Quando vedo che vinco, sorrido compiaciuta. Gli uomini intorno mi guardano, alcuni tentano persino di avvicinarsi, ma li ignoro. Questo è il mio momento.

«Sembri molto sicura di te.»

Alzo lo sguardo verso chi ha osato interrompere il mio flusso di pensieri. Un uomo. Alto, affascinante, con un’aria rilassata che stride con l’ambiente frenetico del casinò. La prima cosa che noto è il sorriso, poi il modo in cui inclina leggermente la testa, come se mi stesse studiando.

«È un problema?» rispondo, alzando un sopracciglio, il tono deliberatamente neutro.

Lui ride, una risata bassa e genuina. «No, anzi. È interessante. Mi chiedevo solo se la fortuna fosse dalla tua parte o se stessi bluffando.»

«La fortuna è sempre dalla mia parte,» rispondo, sfidandolo con lo sguardo.

«Vedremo.» Si siede accanto a me e mette una pila di fiches sul rosso. Mi lancio un’occhiata divertita. Non mi piace chi scommette contro di me.

La pallina gira, il croupier annuncia il risultato: nero.

Mi lascio sfuggire un sorriso trionfante. «Te l’avevo detto.»

Lui scrolla le spalle, ma non sembra minimamente turbato. «Deve essere il tuo giorno fortunato.»

«Lo è sempre.»

Passano almeno due ore. Non so come sia successo, ma mi ritrovo a chiacchierare con quest’uomo misterioso. Il suo accento inglese è inconfondibile, e mi rivela di chiamarsi Lewis. Lewis Hamilton.

Non ci metto molto a capire chi sia. Il suo volto mi sembra familiare, ma è quando lo vedo firmare un autografo per un fan che tutto diventa chiaro. Un pilota di Formula 1. Un sette volte campione del mondo, per la precisione.

«Dovrei sentirmi onorata di essere in tua compagnia?» gli chiedo, con una punta di sarcasmo.

Lui sorride. «Solo se vuoi. Non sono uno di quelli che si aspetta tappeti rossi ovunque vada.»

«Molto umile da parte tua,» ribatto, senza riuscire a trattenere un sorriso.

Lewis mi guarda con curiosità. «E tu? Non hai l’aria di qualcuno che vive per compiacere gli altri.»

«Osservazione acuta. Studio arte, mi interessa più creare qualcosa di bello che preoccuparmi di chi se ne accorge.»

Sembra impressionato. «Interessante. E cosa ti porta in un casinò allora? L’arte dell’azzardo?»

Scoppio a ridere. «Forse. O forse è solo un modo per staccare dalla routine.»

Il tempo passa senza che me ne renda conto. A un certo punto, ci troviamo seduti al bar del casinò, con due bicchieri di champagne davanti. Le luci soffuse creano un’atmosfera intima, quasi surreale. Lewis è sorprendentemente rilassato, e ogni tanto mi sorprendo a pensare quanto sia diverso da come lo immaginavo.

«Qual è stata la decisione più impulsiva che hai mai preso?» mi chiede all’improvviso.

Ci penso un momento. «Probabilmente trasferirmi a Monaco. Non conoscevo nessuno, non avevo un piano preciso. Ma era qualcosa che dovevo fare.»

«E adesso?»

«Adesso mi sembra la scelta migliore che abbia mai fatto.»

Lui annuisce, come se capisse perfettamente cosa intendo. «Io mi sento allo stesso modo quando guido. Ogni decisione è un rischio, ma è lì che trovo la mia libertà.»

Non mi aspettavo che un pilota famoso potesse essere così profondo. Lo guardo con occhi nuovi, cercando di decifrarlo.

«Sai, Lewis, forse potremmo trovare un compromesso. Se vinco la prossima puntata, mi devi una cena.»

Lui alza un sopracciglio, divertito. «E se perdo?»

«Allora offro io.»

Lui sorride, mettendo le fiches sul rosso. Questa volta, decido di seguire il suo esempio.

La pallina gira, il croupier annuncia: rosso.

Lewis si gira verso di me, con quel sorriso che ormai conosco bene. «Sembra che siamo destinati a cenare insieme.»

Sorrido, sentendo un misto di emozione e curiosità. Forse la roulette del destino ha davvero deciso per noi.

Mentre lasciamo il casinò, sento una strana sensazione di leggerezza. Non è solo per la vittoria al tavolo, ma per l’idea che questa serata potrebbe essere solo l’inizio di qualcosa di speciale. Monaco, con il suo fascino scintillante, ha un modo tutto suo di regalare sorprese.












Spazio autrice

Buona domenica!

Non avete idea di quanto mi sia mancato scrivere, in questi giorni la mia ispirazione è stata così tanta che già sono pronte le parti per il prossimo weekend.

Una piccola one-shot su Lewis breve ma efficace. Fatemi sapere cosa ne pensate e vi ricordo che le richieste sono sempre aperte
(usciranno nel corso della settimana).

🫶🏻

𝖥𝖮𝖱𝖬𝖴𝖫𝖠 𝖴𝖭𝖮 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora