Lewis era arrivato a Capri con il cuore spezzato e la mente annebbiata. La sua vita a Londra era diventata un intreccio soffocante di aspettative e responsabilità che non riusciva più a gestire. Essere un sette volte campione del mondo, per quanto gli avesse regalato una gioia immensa, lo metteva sempre sotto pressione.
Le sue stesse conquiste riuscivano ad essere il motivo della sua felicità e della sua irrequietezza
Così, aveva deciso di lasciare tutto e partire, sperando che l'isola italiana potesse offrirgli una pausa dal caos interiore. Quella notte, si era diretto verso la spiaggia, attirato dal suono lontano della musica che si mescolava al rumore delle onde.
Aveva sempre amato la spiaggia, gli trasmetteva tranquillità e gli donava la pace che gli mancava.
Camminava sulla sabbia tiepida, le mani infilate nelle tasche della sua felpa nera, osservando da lontano un gruppo di persone che ballavano intorno a un falò. La luna illuminava i loro volti sorridenti, e per un attimo si sentì un estraneo in un sogno altrui. Ma quando i suoi occhi si posarono su una ragazza, seduta su una roccia poco distante dal gruppo, qualcosa dentro di lui cambiò.
Lei era persa nei suoi pensieri, il viso illuminato dalla luce della luna, e Lewis fu subito catturato dalla sua aura di solitudine. Era come se anche lei fosse lì per fuggire da qualcosa. Non sapendo cosa dire, si avvicinò, sentendo il battito del cuore accelerare.
Olivia era scappata a Capri per dimenticare. L'isola le aveva sempre offerto una fuga sicura dal mondo e dai suoi stessi pensieri. Quella sera, tuttavia, nonostante il calore delle fiamme e la vivacità della musica, sentiva un vuoto che nessun festeggiamento poteva riempire. Così si era allontanata dal gruppo e si era seduta su una roccia, lasciando che le onde del mare la cullassero.
Pensava a tutte le volte in cui aveva cercato la felicità negli altri, senza mai riuscire a trovarla veramente. Eppure, c'era qualcosa di magico in quella notte. Il profumo del mare, il cielo punteggiato di stelle, tutto sembrava carico di promesse non dette.
Quando Lewis si avvicinò, Olivia lo notò subito, ma finse di non vederlo. C'era qualcosa in lui che la incuriosiva: forse era il suo modo di camminare, o forse il fatto che non sembrava appartenere a quel posto. Si guardava intorno e lei non ci mise molto a capire che era la sua prima volta sull'isola.
«Posso sedermi?» le chiese il pilota. Lei si spostò leggermente per concedergli lo spazio necessario. Rimasero in silenzio per un po' con il solo rumore delle onde del mare che li cullavano. Le loro menti erano piene di pensieri che battagliavano tra loro.
«Tutto bene?» gli chiese all'improvviso la mora. Lewis notò subito quanto fosse calda e dolce la voce della ragazza al suo fianco, pensò di non aver mai sentito una voce così bella in vita sua.
«I nostri pensieri fanno tanto rumore» le dice senza darle una vera risposta alla sua domanda.«Oggi mia madre è uscita dall'ospedale» entrambi erano sicuri che confidarsi uno con l'altro potesse essere d'aiuto.
«Allora perché sei triste?» Lewis non riesce a immaginare il motivo. Ciò che le ha appena detto è qualcosa per la quale essere felici.Olivia si girò verso di lui, il suo sguardo ora concentrato su di lui.
«Perché ho paura» ammise, abbassando lo sguardo verso le mani che giocherellavano nervosamente con la sabbia. «Paura che il peggio non sia passato, paura di illudermi, di sperare troppo. Non voglio affrontare un’altra delusione»La madre di Olivia aveva affrontato, con la forza di una leonessa, quel mese di ricovero in ospedale ma la ragazza, dal canto suo, non riusciva a capire come potesse essere la donna così forte.
Lewis annuì lentamente, sentendo una fitta al petto. Riusciva a percepire il dolore dietro quelle parole, un dolore che conosceva fin troppo bene.
«Capisco» disse semplicemente, perché anche lui viveva con quella paura, quella sensazione di precarietà che non lo lasciava mai in pace.Olivia sollevò lo sguardo, sorpresa dalla sua risposta.
«Tu… capisci?» chiese, scrutando il volto del ragazzo accanto a lei, cercando di leggere nei suoi occhi la sincerità che tanto le mancava da tempo.«Sì, capisco» Lewis sospirò, lasciandosi andare finalmente. «La paura che tutto quello che hai conquistato possa svanire in un attimo, che ogni cosa a cui tieni possa dissolversi, lasciandoti con nulla. È come una costante ombra, che ti segue ovunque, anche nei momenti di felicità»
Olivia rimase in silenzio, riflettendo sulle sue parole. Era strano come due sconosciuti potessero comprendersi così profondamente, come se i loro destini fossero intrecciati in qualche modo. Forse Capri, con la sua magia, li aveva portati insieme proprio per questo, per darsi una possibilità di darsi sostegno a vicenda.
«Mi chiamo Olivia» disse infine, rompendo il silenzio, come se rivelare il proprio nome fosse un atto di fiducia.
Lewis sorrise, un sorriso piccolo ma genuino. «Lewis» rispose, stringendole delicatamente la mano.Aveva capito che la ragazza non sapeva della sua carriera, non conosceva il suo lato da pilota e gli andava bene così. Era felice di poter trascorrere del tempo con qualcuno che lo stava appena conoscendo.
Rimasero così per un po', tenendosi per mano mentre le onde si infragevano sulla riva. Il tempo sembrava sospeso, come se l’universo avesse deciso di concedere loro una tregua, un momento di pace.
«Sai» iniziò Olivia, «da bambina venivo spesso qui con i miei genitori. Questo posto ha sempre avuto qualcosa di speciale per me. Ma negli ultimi anni… tutto è cambiato, e mi sono sentita persa, come se avessi perso quella connessione»
«Forse non l’hai persa del tutto» suggerì Lewis, guardando il mare. «Forse hai solo bisogno di riscoprirla, di ritrovare te stessa»
Olivia lo guardò, colpita dalle sue parole. «Forse hai ragione. E tu? Cosa ti ha portato qui, a Capri?»
Lewis esitò per un attimo, ma poi si rese conto che, in quel luogo e in quella notte, poteva essere completamente onesto. «La pressione… il successo. Ho vinto tanto, forse troppo, e ogni vittoria porta con sé aspettative ancora più grandi. A volte, sento di essere solo una macchina per vincere, e mi chiedo chi sono veramente, al di là dei trofei»
Olivia annuì, comprendendo perfettamente. «Non sei solo ciò che hai ottenuto, Lewis. Sei anche ciò che desideri, ciò che temi, ciò che ami»
Quelle parole colpirono Lewis nel profondo. Iniziava a capire che la vita non era solo una corsa verso il prossimo traguardo, ma anche un viaggio interiore alla scoperta di se stessi.
Si voltò verso Olivia e, per la prima volta da tanto tempo, sentì una sensazione di leggerezza, come se un peso gli fosse stato tolto dalle spalle. «Grazie,» disse semplicemente, sapendo che quelle poche parole non sarebbero mai state sufficienti per esprimere ciò che provava.
«Grazie a te» rispose Olivia, stringendogli di nuovo la mano. «Forse non siamo poi così persi»
La notte continuava a scorrere, ma per Lewis e Olivia il tempo sembrava essersi fermato. Sotto lo stesso cielo stellato, avevano trovato conforto l'uno nell'altro, e con esso, una nuova speranza per il futuro.
Spazio autrice
Sotto richiesta di HopeCarter98, fammi sapere cosa ne pensi. Spero di aver esaudito, nel modo giusto, la tua richiesta.
🫶🏻
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𝗙𝗢𝗥𝗠𝗨𝗟𝗔 𝗨𝗡𝗢 • 𝗜𝗠𝗠𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔
Short Story[LE RICHIESTE SONO APERTE] Questa raccolta nasce per puro divertimento. Con quello che scrivo non voglio mancare di rispetto ai piloti o a chi lavora in questo sport.