Cara Alya,
questo è il tentativo di un povero pazzo che cerca solo di alleggerire il suo cuore.
Ho imparato da te, e dal tuo stupido diario, che a volte scrivere aiuta.
Forse non troverò mai il coraggio di inviarti questa lettera, o magari si.
Forse succederà prima o poi, magari in una di quelle notti senza luna in cui il buio ti fa più paura, magari sarò sbronzo o troppo perso tra i corridoi della mia mente. Allora forse lo farò.
Sono molte le cose che vorrei dirti, eppure adesso, mentre la mia mano stringe la penna, davanti a questo foglio ancora troppo bianco, d’improvviso sento come se le parole non fossero abbastanza.
È passato molto tempo dall’ultima volta che ho sentito il calore della tua pelle, il profumo dei tuoi capelli.
Molto tempo dall’ultima volta che ho sentito i nostri cuori battere insieme, il blu dei tuoi occhi mischiarsi al verde dei miei.
Sono passate le stagioni, è arrivato l’inverno, poi l’autunno, la primavera, l’estate, ma la stagione del tuo ritorno…
Quella, non è mai venuta.
So che è giusto, so che è stata una mia scelta, eppure fa male.
Ogni giorno il cuore mi si lacera. Si distrugge e si ricostruisce, ma lo fa solo per distruggersi ancora, così che il mio dolore possa essere più forte, più permanente.
Ma parlarti di me non mi preme, non mi è mai importato del mio benessere, il tuo è sempre stato al di sopra di ogni cosa.
Quindi dimmi, mia piccola stella, tu come stai? Ora dove sei, oltre che nel mio cuore? Com’è cambiata la tua vita, dopo quell’ultimo bacio? C’è qualcosa che ti tormenta?
Ma soprattutto, la domanda che dimora nella mia testa e che non mi lascia dormire, ti capita mai di pensare a me?
A me capita troppo spesso di pensarti, così spesso che ormai sei come un fantasma che mi fluttua attorno.
Sai, ogni tanto mi sembra di sentire la tua voce, quando mi trovo in mezzo alla folla di New York, la grande città in cui mi sono trasferito dopo la laurea. La sento tra il baccano, tra i rumori della città, tra la gente che corre frenetica, tra i clacson delle auto.
Ed io mi volto.
Mi volto a cercare con gli occhi quella voce, con la speranza di vedere i tuoi riccioli bruni ondeggiare verso di me. Tu però non ci sei mai.
Non ci sei mai e a me sembra di soffocare ogni volta.
Ripenso spesso al dolce suono della tua risata, a come mi faceva battere il cuore ogni volta.
Era come un richiamo, come se io fossi sotto terra, in una bara di vetro, perso tra le tenebre che sono le mie paure, ma poi tu ridevi.
Ridevi ed io tornavo a respirare, ridevi e le tenebre diventavano fiori, ed io vedevo solo le stelle ed i tuoi occhi blu.
Maledizione a quegli occhi, è sicuramente loro la colpa.
Occhi belli e rovinati, oscurati da tutto quel dolore che ti porti dentro.
Vorrei poter tornare alla notte in cui me ne sono innamorato, alla notte di quella festa, quando li ho notati tra molti altri, mentre tu ballavi, bella come la luna, e mi sfidavi.
In quel momento ho sentito la terra tremare sotto di me, i pianeti allinearsi, la notte diventare giorno, le paure diventare sogni.
Ed io mi sono perso, come uno sciocco, come un ragazzino che ama per la prima volta.
Il fatto è che quelle come te sono rare, ma tu sei anche unica.
Tu e quel tuo modo di arricciare il naso quando qualcosa ti infastidisce. Tu, con le tue mani sempre fredde, con le tue lentiggini quasi trasparenti e con i tuoi occhi grandi. Tu, con il cuore sempre pesante, con la mente persa tra i mondi fantastici dei tuoi libri.
Tu, con la tua bocca troppo bella per non essere baciata e con la pelle troppo delicata per non essere sfiorata.
Tu che trovi la forza di amare ancora, anche se l’amore ti ha sempre presa a pugni in faccia.
Tu che indossi il dolore come se fosse un abito cucito su misura per te, come se fosse un mantello di stelle.
Tu che pensi sempre a tutti, anche se nessuno pensa a te.
Tu, con la tua piccola fossetta, che appare quando sorridi, quando lo fai davvero.
Non lo fai spesso, quasi mai, perché sorridere per te è come un privilegio che non ti è concesso.
Non è così, dovresti vestirti di sorrisi ogni giorno, perché quei sorrisi ti rendono più bella. Però tu bella lo sei sempre, anche quando il tuo viso è bagnato di lacrime, anche quando il tuo sguardo si perde assente tra le paure.
Sei come il primo giorno di sole dopo l’invero, come la prima nevicata, come la prima stella della notte.
Sei quel bicchiere d’acqua quando hai sete, l’ultimo biscotto quando hai fame.
Sei tante cose Aly, ed io mi sono innamorato di ognuna di loro.
Non conoscevo l’amore prima di te, credevo il contrario ma mi sbagliavo. Conoscevo un amore futile, effimero, infantile. Ma con te, ho conosciuto quello vero.
Quello che ti rapisce, che ti entra sotto la pelle, nelle ossa.
Quell’amore viscerale ed anche un po' folle, che ti da l’impressione di non aver davvero vissuto prima di quel momento.
Ed io avrei voluto sentirmi così per sempre, con quell’amore dentro.
Avrei voluto vivere ogni sua sfumatura, tutti i suoi giorni buoni ed anche quelli cattivi, avrei voluto colorarmi di lui, sentirlo con tutta l’anima fino alla fine dei miei giorni.
Avrei voluto vivere con te, in una casetta colorata con il tetto in legno. Prendere un cane e chiamarlo Charles, perché ho letto troppe poesie sul tuo diario per non sapere quanto ami Bukowski.
Avere dei figli, prima o poi, e li avrei voluti tali e quali a te. Con i tuoi occhioni blu e le tue mani piccole, con i ricci sempre fuori posto e le labbra rosse.
Avrei voluto dormire al tuo fianco ogni giorno, ogni notte, con le tue gambe incastrate alle mie ed il tuo profumo sul cuscino.
Avrei voluto portarti a cena, in un posticino di classe, e vedere come ti avrebbero fatto ridere le numerose forchette sul tavolo.
A te la vita non ha mai regalato niente, ma io avrei voluto regalarti il mondo.
Ogni suo sole, ogni nuvola, ogni folata di vento e tutte le stelle del cielo, perché affronterei il diavolo piuttosto che vederti infelice.
E che cosa sono le nuvole, il sole, e le stelle, in confronto al tuo sorriso?
Niente.
Perché tu sei il sole della mia vita, la stella della mia notte.
Sei la mia condanna, perché è questo che hai fatto, mi hai condannato ad una vita in cui non so più come si respira senza di te.
Senza di te io mi smonto, perdo il cuore e l’ossigeno, mi consumo, mi deterioro, mi infiacchisco.
Senza di te io non sono niente, com’ero niente prima di te.
Tu mi hai insegnato che l’amore può salvarti la vita, dartene una nuova, ma quando lo perdi…
perdere l’amore fa più male di un proiettile, è un dolore che ti taglia il cuore, che ti consuma le forze e ti prosciuga l’anima.
Ed io quel dolore lo sento, lo sento nella carne, nel cervello, in tutti gli organi.
Sento come mi sta uccidendo, sento come sta rubando il mio tempo su questo pianeta, sento come mi sta portando via tutto ciò che significa vivere.
Perché io senza di te non vivo, sopravvivo, semmai.
Guardo i giorni passare, aspettando un altro inverno, un’ altra estate. Aspettando quella stagione in cui finalmente tornerai e mi riporterai il mio respiro, il mio cuore.
Spero molte cose Alya, forse troppe, ma quando sussurro il tuo nome alla luna riesco solo a pensare a quanto vorrei che tu fossi felice.
Chissà se adesso c’è qualcuno al tuo fianco che riesce a darti tutto ciò che io non avrei potuto darti.
Io, troppo buio in confronto alla tua luce. Io, così rotto e logoro.
Io, ferito, annientato, schiacciato. Io che sono un agglomerato di paure, sogni infranti e caos.
Io che non ho mai saputo amarti come meriti, io che non ti ho mai dato niente, mentre tu mi hai dato tutto.
Io, arrogante, aggressivo, e dispotico.
Io, stronzo egoista.
Perché lo sono, egoista fino al midollo.
Egoista perché non ti ho lasciata quando era tempo, egoista perché ho permesso che ti innamorassi di me pur consapevole di non meritarlo. Egoista perché ti ho sottratto il mio cuore prima che tu potessi vederlo davvero.
Egoista, perché so che meriti di meglio, ma non riesco a vederti con nessun altro.
Perciò, che io sia dannato se non divento quel meglio.
Che l’inferno mi apra le sue porte, se non trovo il modo per tornare da te.
Perché lo farò Aly, stanne certa, tornerò.
Quindi tu aspettami.
Ti prego, non innamorarti di nessun altro, non donare a nessun altro la chiave del tuo cuore.
Non guardare nessun altro nel modo in cui guardavi me, non concederti ad un corpo che non è il mio. Non lasciare ad un altro il privilegio di aspettarti sotto casa, di dormire nel tuo letto, di accarezzare la piccola voglia color caffè che colora la tua coscia sinistra.
Non affondare le dita tra i capelli di un altro, non scrivere di nessun altro sul tuo diario.
Non sussurrargli quelle cinque lettere mentre fate l’amore, hanno un potere troppo forte sul cuore di un uomo, a quel punto non ti lascerebbe più andare.
Non incastrarti in altri occhi, non intrecciare le dita in altre mani, non baciare altre labbra.
Tienimi il posto nel tuo cuore, perché ci ritroveremo.
Un giorno, quando finalmente saremo meno arrabbiati con il mondo, più pronti, io ti troverò.
Ti troverò sempre Aly, perché il tuo cuore chiama il mio nome, ed io lo sento. Lo sento sempre, lo sento forte.
Ma nel frattempo vivi.
Vivi con coraggio, vivi con orgoglio.
Vivi una vita che vale la pena ricordare, in attesa di ritrovarci ancora.
Non perderti neanche un attimo, neanche un respiro. Vivi con intensità, con ardore e con tenacia.
Vivi e basta, vivi con tutta l’anima, come sai fare tu.
La vita può essere una stronza, ma può essere anche meravigliosa se la vivi nel modo giusto.
Sono egoista, perché ti chiedo tutto questo. Ma sono anche masochista, perché morirò innumerevoli volte, prima di tornare finalmente da te e rinascere nel tuo cuore.
Ti amo stellina, di un amore ostinato e testardo, che non conosce confini e ostacoli.
Quell’amore che ti resta addosso, che non si dimentica, che non passa.
Non ho mai avuto certezze nella vita, ma una cosa la so: ogni giorno, con ogni respiro e con ogni battito del mio cuore, io ti amerò.
E così sarà per sempre, anche quando tornando da te capirò che ormai abiti nel cuore di un altro.
Anche in quel caso io ti amerò, perché non so come si smette, non so più come si fa a vivere senza l’amore per te. Non so più come si cammina, come si mangia, come si dorme.
Come faccio a dire addio, se ti sei portata via il colore dei miei occhi, ogni mio respiro ed ogni battito del mio cuore?
Come faccio a dire addio, se la tua anima la sento mia, e la mia la sento tua?
Io sono niente senza quell’amore.
Io, sono niente, senza di te.
Ed io, quel niente, non voglio più esserlo.
Niente e nessuno sarà mai in grado di prendere il tuo posto.
Tu, sarai sempre l’unica.
Tuo per sempre, Dylan.

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Come amano le stelle
RomanceLa vita ha preso a calci Alya troppe volte, per troppo tempo. Le ha portato via la mamma troppo presto, lasciandola da sola a fare i conti con la malattia mentale del padre. Le cicatrici sul suo cuore sono troppo vecchie, troppo profonde, e Alya è...