CAPITOLO 34

33 3 0
                                    

POV AMBER:

"Zia mi servono altri sacchetti."

I grandi scatoloni si riempiono sempre di più e lo spazio comincia a mancare. I vestiti sono tutti impacchettati, centinaia di libri inseriti con delicatezza tra fogli di carta velina...

Guardo la stanza che è tornata ad essere fredda e anonima come quando sono arrivata qui per la prima volta a luglio. È spoglia e triste. Sembra quasi che tutto il colore che ho messo giorno dopo giorno sia diventato d'improvviso grigio.

Manca solo da svuotare il secondo cassetto della libreria. Lo osservo con una certa indecisione... Attraverso la stanza con passi lenti facendo lo slalom tra le scatole poggiate per terra.

Le mani stringono le maniglie ed esito un momento. Prendo un bel respiro e apro il cassetto.

Comincio ad estrarne il contenuto.

Gli scontrini con i punteggi del bowling sparsi ovunque, braccialetti degli ingressi ai balli di scuola di tutti i colori, i biglietti del cinema e una marea di foto di ogni avventura passata con i miei amici... Un po' fa male...

Inizio a raccogliere le foto per metterle dentro un album in modo tale che non si rovinino.

Foto con Lydia e Allison: prima partita di lacrosse.

Foto con Lydia: noi al centro commerciale che proviamo stupidamente abiti definiti ovviamente fuori moda.

Foto con Scott: lui che prova, inutilmente, a farmi comparire gli artigli da licantropo.

Foto con Stiles: lui che tenta di insegnarmi qualche passo di danza per il primo ballo della scuola.

Foto con Allison: ci siamo dilettate nella cucina sbagliando però le dosi e 50 ml di latte sono diventati 500 e la torta era venuta un budino...

Foto con Scott: lui che mi batte il cinque per il mio primo strike al bowling.

Foto con Lydia: io e lei a casa sua a guardare un film sdraiate sul divano mangiando popcorn e sorridendo.

Foto con Derek: semplicemente io e lui che parliamo nel bosco in una delle tante passeggiate fatte tutti insieme. Ovviamente è stata scattata a nostra insaputa. Mi piace molto, soprattutto per due motivi: il primo è perché è l'unica foto che ho con lui, il secondo è perché ha in volto quel sorriso leggermente accennato che tanto mi fa venire le farfalle nello stomaco.

Una lacrima scende piano piano sulla guancia fino a cadere sulla foto. La asciugo e ripongo delicatamente l'album in uno scatolone.

Prendo i più pesanti e comincio a scendere le scale per portarli al piano terra.

"Zia questi dove li metto?"

Rimango un attimo interdetta quando vedo Scott, Lydia, Allison e Stiles nel salotto.

"Ragazzi odio gli addii..."

Loro mi corrono incontro e generiamo un abbraccio di gruppo che dura per qualche minuto.

Cerco di assorbire tutte le emozioni di questo momento per portarle via con me.

Mi mancherà tutto di loro: dalle risate ai pianti, dalle giornate di normali adolescenti a quelle di creature soprannaturali, da ogni parola detta ad ogni abbraccio dato...

LYDIA: "Prenditi cura di te, non fare cavolate e soprattutto ricordati i preziosi consigli di moda che ti ho insegnato in questi mesi!"

Sorrido con gli occhi che iniziano a farsi sempre più lucidi, come i loro...

"Sono tutti segnati perfettamente nella mia testa."

SCOTT: "Ricordati sempre che farai parte di questo branco, di questa famiglia..."

Ci guardiamo per qualche istante e stringiamo ancora di più l'abbraccio.

STILES: "Per qualsiasi cosa soprannaturale e non se avrai bisogno, chiamaci..."

ALLISON: "Fatti sentire ogni tanto, mi raccomando!"

"Ma certo."

Ci allontaniamo e Scott mi indica la porta con un cenno della testa. Prendo un respiro profondo e mi avvicino all'ingresso cercando di mettere a tacere lo stomaco in subbuglio per l'agitazione: so benissimo chi c'è dall'altra parte della porta...

Vorrei trovare le parole giuste da dire, quelle degne di un 'arrivederci' detto ad una persona importante.

Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi insegnato in pochi mesi la bellezza dell'essere un licantropo, il saper accettare chi sono davvero, nel bene e nel male.

Anche se probabilmente lui non l'ha ancora messo in pratica con se stesso, io ho imparato dalla sua storia che bisogna saper convivere con le proprie emozioni, anche quelle più oscure, che non vanno nascoste e represse, ma bisogna lasciare che esse colmino le nostre profonde ferite.

Alla fine se non ci nutriamo dei nostri sentimenti che cosa ci può dare la forza per andare avanti?

Scendo i pochi gradini davanti al portico di casa e vado incontro a Derek.

La mia testa continua ad essere un frullatore che però non produce nessuna frase che renda giustizia a ciò che vorrei dire.

Lui, appena mi sente arrivare, alza i suoi occhi su di me con quello sguardo ricco di mistero che penso di aver scoperto solo in minima parte...

"Io..."

DEREK: "Nemmeno io so che cosa dire..."

Prende il mio viso tra le mani e mi bacia.

Quello che non sappiamo dirci a parole lo mettiamo qui dentro, possiamo dire che per le situazioni impossibili da spiegare noi comunichiamo così.

Questo bacio, uno di quelli intensi, profondi e dolci, come il primo che ci siamo dati.

È un'esplosione di ricordi, di tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, di tutte quelle emozioni da toglierti il fiato per la bellezza e quelle che ti hanno fatto piangere per il dolore.

Ci allontaniamo senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.

Sorridiamo e nei suoi occhi vedo quel calore che ti trasmette una certa pace interiore perché sai che dall'altra parte c'è qualcuno che non è in collera con te, ma ti ama.

Alle volte amare vuol dire lasciare andare per il bene dell'altro.

Sono consapevole che non sempre le strade di due persone sono intrecciate sempre...

POV DEREK:

'Mi sento bene semplicemente sapendola felice e al sicuro...' è ciò che pensai quando ammisi a me stesso che stavo accanto a lei perché mi piaceva.

Ora forse dovrei ammettere che il sentimento che provo è più profondo...

So che lei lo sa e a me basta questo: lasciarla andare via con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza di quanto il mio cuore batta per lei...

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora