CAPITOLO 37

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Il tiepido sole delle sei mi sveglia come una carezza sulla guancia rimasta umida dal pianto.

Sono ancora appoggiata al davanzale della finestra. Guardo fuori e respiro quest'aria nuova, che profuma di ignoto. Mi cambio vestiti e mi aggiusto come posso. La zia dorme ancora. Scendo le scale e arrivo nella cucina.

Prendo una tazza di latte ed esco. Mi siedo su un tronco qui vicino alla casa. Con la mente più riposata riesco a vedere meglio la piccola casetta in mattoni con il tetto rosso e parzialmente coperta dall'edera.

Mi mancano i miei amici e Derek, ma credo che venire qui sia stata la scelta migliore per me stessa, o almeno spero che sia così.

Non è un addio quello che ho dato a Beacon Hills. Sapere che mi sono lasciata dietro le persone a me care in buoni rapporti e la possibilità di tornare da loro, allevia un po' la mia tristezza.

Sono nel bosco eppure sento non lontano da me le onde del mare, seguo il loro suono fino ad arrivare alla spiaggia.

Dopo pochi minuti di respiri profondi e vento impetuoso tra i miei capelli, qualcuno mi chiama.

EMBRY: "Amber!"

Insieme a lui ci sono anche Jared, un altro ragazzo e una ragazza.

"Ciao."

Le due persone che non conosco sono Quileute: lui è appena un adolescente con uno spiccato senso di curiosità, lei più grande con un atteggiamento introverso e di supponente superiorità.

JARED: "Amber, loro sono Seth e Leah."

SETH: "È davvero un piacere conoscerti! Embry ci ha detto che non sei tanto male..."

"Wow, che complimento!"

Lo dico con voce ironica sapendo che tanto ormai con Jared, e soprattutto Embry, posso permettermelo.

La ragazza non accenna a voler parlare, così faccio io il primo passo.

"Ehi, è un piacere conoscerti. Ci sono altre ragazze nel branco?"

Leah mi lancia un'occhiataccia e si allontana.

SETH: "Perdona mia sorella, lei è così. Comunque nel branco c'è solo lei e magari un giorno anche tu..."

JARED: "Questa sarà solo una decisione di Sam!"

Seth abbassa il capo e fa un passo indietro. Mi devo ancora abituare all'idea della gerarchia così rigida, con l'alpha sempre al centro di tutto.

JARED: "Adesso dobbiamo andare, Sam vuole vederci."

Nel mentre seguo i ragazzi, appaiono da dietro fitte felci al limitare della foresta due lupi: uno argentato, splendente, quasi abbagliante per la luce riflessa e l'altro marrone scuro, in perfetta sintonia con le robuste cortecce degli alberi.

Il primo mi squadra con diffidenza, il secondo con aria più giocosa.

SETH: "Quello è Paul..."

Indicando il lupo argento.

SETH: "L'altro è Quill."

Si ritrasformano tranquillamente rimanendo nudi senza alcun problema. Sposto l'attenzione da loro leggermente in difficoltà.

PAUL: "Che c'è novellina?! Non hai mai visto un ragazzo nudo?!"

LEAH: "Siete senza vergogna proprio!"

Dalle nostre spalle ritorna la Quileute che ammonisce i due ragazzi con uno sguardo accusatorio.

Mi prende per un braccio e mi porta avanti, lontano dagli altri che ridono sonoramente.

LEAH: "Lasciali perdere, soprattutto Paul..."

"Grazie..."

LEAH: "Non siamo amiche, cerco solo di mantenerti il più lontano possibile da quelle teste calde!"

Anche se non vuole ammetterlo, so per certo che sotto sotto un po' di empatia la prova per me, se non altro perché condividiamo lo stesso peso: siamo le uniche due ragazze in mezzo a 6, forse 7, maschi...

Camminiamo per ancora pochi metri in silenzio fino ad arrivare ad una capanna con il tetto di paglia.

LEAH: "Qui è dove si riunisce il consiglio degli anziani. Solitamente solo Sam può partecipare alle riunioni ma per questa volta può entrare tutto il branco..."

PAUL: "Si e anche un estraneo..."

Paul si è vestito e si ferma davanti a me con aria di sfida. Cerca uno scontro. Devo rimanere calma e respirare, non posso permettermi di lasciarmi andare all'impulsività.

X: "Smettila Paul!"

Dalla capanna esce un ragazzo poco più grande, alto, capelli neri e carnagione mulatta, più o meno come tutti noi.

Paul si allontana senza batter ciglio, guardandomi però malamente, ed entra in silenzio con gli altri all'interno.

LEAH: "Lui è Sam!"

Sam si avvicina a noi e Leah entra nella capanna. Mi squadra per più di un minuto senza dire nulla. Sostengo il suo sguardo.

SAM: "Non ho ancora preso nessuna decisione su di te. Per ora starai con noi e seguirai i miei ordini, poi vedremo se rimarrai."

Si volta e raggiunge gli altri e io faccio lo stesso. Direi che non poteva essere più chiaro di così. Devo essere attenta, dare una mano e non trasgredire nessuna regola.

All'interno della capanna, oltre ai Quileute, ci sono 12 anziani tra cui il rappresentante che funge da 'capo' del consiglio.

Tutti ovviamente mi osservano: chi con sguardo di curiosità, chi di perplessità, chi di accusa perché mi ritiene un'estranea.

Pochi secondi dopo entra anche zia Grace e così il capo del consiglio, Billy, un uomo non troppo anziano e sulla sedia a rotelle, dà il via alla riunione.

BILLY: "Come avrete sicuramente tutti notato, oggi in questa riunione abbiamo tutti i membri trasformati dei lupi e due giovani donne che chiedono di essere ascoltate poiché dicono di discendere dai Quileute."

Ha un tono di voce solenne, rispettabile. Non parla con accusa ma con sincerità.

X: "Come facciamo a sapere che dicono il vero?!"

BILLY: "Possiamo sicuramente affermare che la ragazza ha origini di sangue con la tribù di La Push visto che in un'altra città si è trasformata poiché dei vampiri si erano insediati lì per un breve periodo."

Y: "E l'altra invece? So che non si trasforma..."

Z: "Lei allora non dovrebbe rimanere qui."

BILLY: "Prima di concludere frettolosamente, ascoltiamole..."

ZIA: "Grazie. Mio padre scappò da questa tribù perché non si sentiva appartenere ad essa. Ebbe un figlio. Poi sua moglie morì e pochi anni dopo ebbe l'imprinting con una strega e nacqui io. La ragazza qui con me è mia nipote, figlia del mio fratellastro."

Z: "Chi era quel traditore che ci abbandonò?!"

ZIA: "Mio padre Nathan non era un traditore..."

"Sono Amber Clearwater... E lei è Grace Clearwater. Mio nonno era il fratello del nonno di Seth e Leah..."

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora