CAPITOLO 33

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SCOTT: "Hai tempo per due chiacchiere?"

Annuisco.

Prima di tutta la confusione successa con Klaus, io e lui parlavamo spesso e per diverse ore; dopo tutti gli avvenimenti accaduti avevamo un po' perso questa abitudine.

Oggi però ho sentito il campanello suonare e alla porta era proprio Scott.

SCOTT: "Sei come una sorellina per me. Credo che tutto ciò che abbiamo vissuto sia stato doloroso per entrambi, ma penso anche che abbia anche rafforzato il legame tra noi..."

Comincio subito a parlare.

"Ho paura..."

Annuisce e mi incita a continuare.

"Ho paura delle conseguenze delle mie decisioni..."

So perfettamente che il mondo gira in questo modo e che non si può cambiare... Ma è umano dopo tutto avere paura dell'ignoto e di ciò che non si conosce, no?!

SCOTT: "Ti capisco benissimo..."

"Non posso neanche immaginare quanto tu ti senta in questo modo visto che la protezione del branco è una tua responsabilità..."

Un minuto di silenzio pieno di sospiri carichi di ogni emozione possibile.

SCOTT: "Qual è la decisione che temi di prendere per le sue conseguenze?"

Mi sfrego nervosamente le mani. La mia mente si divide a metà: lo dico o non lo dico?

Gli ho già tenuto le cose nascoste una volta e alla fine tutti i nodi vengono al pettine, non commetterò lo stesso errore due volte.

"Vorrei andare a Forks per aiutare i Quileute..."

SCOTT: "Questo lo avevo immaginato..."

"...e vorrei rimanere là per provare ad entrare nel branco..."

Dico quest'ultima frase tutta di fila, senza respirare, come a volerla togliere dalla bocca il prima possibile.

Mi faccio forza e alzo lo sguardo sul viso di Scott e provo a decifrarlo: non capisco cosa stia pensando.

Sono sicura che sia deluso da me, che l'ho tradito, che ha perso tempo cercando di aiutarmi a trasformarmi...

La sua espressione è neutra, i lineamenti rilassati e gli occhi riflessivi più che mai.

SCOTT: "Avevo immaginato anche questo..."

Si avvicina e mi abbraccia e io ricambio. Sono sempre più convinta del fatto che Scott sia il mio fratello maggiore anche se non di sangue.

SCOTT: "Ti voglio bene e ti farei solo del male negandoti di seguire ciò che ritieni più giusto per te stessa."

Rimango per un momento interdetta e non mi sembra vero di aver sentito queste parole. Mi sciolgo, e una lacrima di sollievo scende dolcemente sulla mia guancia. Sorrido e lo abbraccio ancora più forte di prima.

Sento il cuore più leggero e la paura accumulata nei muscoli scivola via come le lacrime.

POV SCOTT:

Ero preparato a questo momento e avevo preparato anche gli altri. Era quasi inevitabile e credere al contrario voleva dire non vedere l'evidente realtà davanti a noi.

Fin da quando ci aveva detto che cosa era realmente i miei pensieri erano andati a vedere le differenze che distinguono la mia e la sua specie.

All'inizio avevo pensato solo alle differenze di tipo fisico, come all'invulnerabilità alla luna piena e all'aconito, ma con il tempo avevo cominciato a vedere anche tutte quelle che riguardano gli aspetti caratteriali.

Lei è molto ribelle e ha bisogno di un alpha che sia forte nel mantenere sotto controllo la sua impulsività, ciò che io invece ho sempre odiato fare.

Ha costantemente bisogno di stare con altri licantropi e non riesce a vivere a lungo con la sola presenza di umani, anche se le piace passare il tempo con Lydia, Allison e Stiles, ma non riesce ad integrarsi completamente.

Rispetto a noi, in lei è molto più radicata la parte del lupo, le nasce dal profondo, le scorre nelle vene e quasi tutte le sue decisioni sono dettate dall'istinto.

Con questo non voglio dire che non è intelligente o che non riesce a controllarsi, anzi è tutto il contrario, solo che impiega tutte le energie che possiede per rimanere dentro i limiti di questa città. Si sforza di adattarsi a questo mondo, solo che questo mondo non fa per lei.

Si costringe a rimanere il più umana possibile e alle volte combatte il lupo che è in lei, ma finisce solo per farsi del male.

Amber sta stretta qui, questo posto non è adatto alle sue esigenze e anche se prova in ogni modo a stare in queste scarpe dopo un po' i suoi piedi sono doloranti e soffre.

Lei ha provato a resistere fino all'ultimo e ha cercato di rimanere qui per Derek, per Lydia e tutti noi...

Si era imposta di rimanere qui per quel senso di riconoscenza che nutre nei nostri confronti.

Ma ora è arrivata quest'occasione e sono consapevole che sia la decisione migliore per lei e sono contento che abbia scelto così. 

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora