CAPITOLO 21

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Sento che mi sto svegliando, percepisco il calore dei raggi del sole che tramonta sulla mia pelle.

Non voglio tornare alla realtà. Questa dimensione di incoscienza la preferisco.

Sono qui con i miei genitori nel giardino di casa nostra sdraiata sopra un telo sul prato verde, gli uccellini che cantano, mamma che mi abbraccia, il profumo delle salsicce che papà fieramente sta grigliando sul nuovo barbecue: la mia realtà di quando avevo dieci anni. 

Qualcuno sfiora la mia mano. Apro gli occhi di soprassalto.

ELIJAH: "Tranquilla... Non voglio farti del male..."

Mi guardo intorno. Sono adagiata su un grande letto regale, non è la stessa camera: questa è molto più luminosa.

Mi ricordo ciò che è successo... Istintivamente porto una mano sul petto. La ferita c'è ancora: guarisce lentamente e con fatica.

"Per quanto tempo sono svenuta?"

ELIJAH: "Hai dormito per un giorno e mezzo..."

"Perché mi hai aiutata?"

ELIJAH: "Tu mi hai risvegliato, ti ho restituito il favore..."

"Sei il fratello di Klaus..."

ELIJAH: "Mi chiamo Elijah."

"So chi sei..."

Lo guardo per un po' e lui fa lo stesso. Non l'avevo mai visto, come neanche il fratello fino alla serata della partita di lacrosse, eppure dai racconti della zia è come se lo conoscessi...

ELIJAH: "Mi ricordi molto una persona..."

"Grace?"

Anche se non siamo parenti stretti, io e lei ci assomigliamo abbastanza: stessi capelli scuri come gli occhi, stessi lineamenti delle labbra...

ELIJAH: "Tu?"

"Sono Amber..."

Muove qualche passo per la stanza confuso.

ELIJAH: "Lei mi parlava di te... Sei cresciuta, quanti anni sono passati?"

"Poco più di sei..."

ELIJAH: "Come sta?"

"È qui a Beacon Hills..."

La sua espressione si illumina per qualche secondo...

"Potrei avere un telefono per chiamarla?"

ELIJAH: "Posso provare a convincere Niklaus a lasciarti andare..."

"Lo faresti davvero?"

Accenna ad un leggero sorriso e per la prima volta da quando sono qui mi rilasso un poco...

Si avvicina alla porta e la apre spostandosi di fianco per farmi passare.

Dopo cinque minuti sono di nuovo nel bosco, la luce sta calando.

Sono uscita passando accanto all'ibrido che non mi ha torto un capello. Non era contento di lasciarmi andare, ma non si è opposto. Che cosa gli avrà detto il fratello?

Girovagando a fatica arrivo davanti alla casa abbandonata della famiglia Hale. Tiro un sospiro di sollievo e sorrido: un posto familiare, ora conosco la via.

POV LYDIA:

È quasi ora di cena. Salutiamo Grace e ci dirigiamo verso la porta quando il suono del campanello attira la nostra attenzione.

SCOTT: "Amber..."

ALLISON: "Come?"

SCOTT: "Alla porta!"

Scott si precipita all'ingresso. Spalanca l'entrata e sento gli occhi inumidirsi. La mia migliore amica è lì davanti a noi.

Credo di avere una visione. Non è possibile...

Allison le corre incontro e si abbracciano, così con cautela mi avvicino anch'io. Allungo una mano e sfioro la pelle bollente delle sue mani.

AMBER: "Sono proprio io Lydia..."

Sorrido come non facevo da qualche giorno e l'abbraccio più forte che posso. Si uniscono anche gli altri.

AMBER: "Mi siete mancati..."

ZIA: "Tesoro mio..."

Si allontana dal nostro abbraccio e va incontro alla zia.

STILES: "Come hai fatto a scappare?"

AMBER: "Storia lunga, poi ve la racconto..."

ZIA: "Ma sì certo. Hai fame?"

AMBER: "Avrei proprio voglia di mangiare qualcosa..."

Sta sorridendo, ma la sua espressione fa trasparire anche sfinimento e dolore, sia fisico che morale...

STILES: "Peccato che ti sei liberata da sola, avevamo in mente un piano perfetto!"

"Sì esatto! Era il piano perfetto per morire..."

ALLISON: "Forse è meglio se andiamo così ti puoi riposare..."

SCOTT: "Ah Amber, quando puoi chiama Derek, è stato in pensiero..."

Sussulta un attimo arrossendo leggermente e io ridacchio sotto i baffi. Questa storia la conoscono tutti, chiunque sa come andrebbe a finire...

Da quando era arrivata lei, il lupo solitario era diventato decisamente meno scorbutico e ora è quasi, quasi, frequentabile...

Salutiamo e andiamo tutti con il cuore più leggero e la serenità nelle nostre voci.

POV AMBER:

Aiuto la zia a sparecchiare, ma ho la testa altrove e lei lo sa.

ZIA: "Vai da lui, qui ci penso io..."

"Come?"

ZIA: "Hai capito benissimo. Non perdere tempo!"

Sorrido, le dò un bacio sulla guancia ed esco.

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora